Potere ai pensionati
Un traguardo ambizioso
E’ arrivata al traguardo l’indagine dell’Ungp sul futuro della professione giornalistica avviata con la diffusione fra il gennaio e il giugno del 2021 di un questionario proposto a colleghe e colleghi in quiescenza. Le bozze del libro che riassume in un centinaio di pagine i risultati della ricerca sono in tipografia e il volume – “Giornalisti fra passato e futuro” – sarà presto nelle librerie. Ci eravamo interrogati, e abbiamo rivolto la domanda ai nostri iscritti ma anche ai non aderenti al sindacato, sul futuro della nostra professione; incuranti di una possibile, legittima obiezione (“Cosa ne volete sapere voi, che dalla professione siete fuori?”), perché convinti di fare ancora parte a pieno titolo di una categoria che non smarrisce la propria identità col passare degli anni, con l’evoluzione delle mansioni, con l’attività o l’ingresso in quiescenza. Di questa collocazione al centro della professione e quindi del nostro sindacato, ci dà atto nella presentazione del volume il Segretario generale della Fnsi Raffaele Lorusso, che ha seguito passo passo lo svolgimento dell’inchiesta. I circa 900 interpellati che hanno risposto al questionario confermano la bontà dell’iniziativa, mentre il lavoro di questi mesi, con l’esame analitico dei risultati delle rilevazioni ad opera della professoressa Laura Rizzi dell’università di Udine, ci è servito anche per ritrovarci e conoscerci meglio nel momento in cui – erano i mesi della pandemia e del conseguente distanziamento sociale – rischiavamo la disgregazione come gruppo professionale e sociale. Si potrebbe dire con un pizzico di orgoglio che siamo riusciti a creare attorno all’Ungp una sorta di redazione virtuale capace di interagire anche con toni forti e accenti polemici. Un metodo di lavoro che ha portato frutti e che potremmo replicare nel tempo. Si conferma che noi pensionati siamo parte di una categoria professionale che resta unitaria. Il sondaggio ci descrive come professionisti a tutto tondo, anche se non esercitiamo più la professione come dipendenti, mentre possiamo continuare a farlo nei limiti previsti dalla normativa e dalla deontologia che riconosciamo e rispettiamo. Però, se leggiamo le risposte alle domande sulla formazione professionale, le attività culturali, il rapporto col sindacato, vediamo che siamo ancora colleghi fra colleghi. E quanto al nostro sindacato, il sondaggio descrive un’adesione critica, esigente, che non vale solo per noi. Il sindacato nella nuova situazione deve guadagnarsi la fiducia di tutti i giornalisti.
Per quanto riguarda i pensionati, il fatto che oltre il 25% dei quasi 900 rispondenti sia composto da colleghe/colleghi che non hanno rinnovato l’iscrizione, fa ben sperare sulla disponibilità a riprendere i contatti, mentre il dato assoluto (884 rispondenti, dei quali 174 donne) ci consente una riflessione di fondo, in quanto si tratta di un numero nettamente superiore a quello dei partecipanti alle assemblee regionali che hanno eletto i delegati all’ultimo congresso dell’Ungp. Si rileva, insomma, una volontà di partecipazione che deve trovare risposte nelle iniziative dei nostri Gruppi regionali, come richiesto anche da quanti già vi partecipano. Infine, anche fra i non iscritti o gli iscritti “silenti” al sindacato, si nota una disponibilità a rimettersi in gioco spendendo le proprie competenze e la propria esperienza che, tanto più in questa fase, deve essere assolutamente valorizzata. Insomma, risultati sorprendenti e in parte imprevedibili, che ci indicano la strada di un ulteriore impegno e ci stimolano a maggiore responsabilità verso i nostri iscritti e verso tutti i pensionati.
Guido Bossa
Presidente Ungp
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