25/11/2024
Come si uccide la libertà di stampa. Il 1924 nell’analisi di Giancarlo Tartaglia
Il 1924 rappresenta un momento cruciale per la storia politica e culturale italiana, segnando il passaggio definitivo dall’età liberale a uno Stato totalitario. Giancarlo Tartaglia, nel suo libro 1924 anatomia di un omicidio, analizza le dinamiche che hanno portato alla graduale soppressione della libertà di espressione, focalizzandosi su leggi, atti di censura e strategie di controllo attuate dal regime fascista.
Il contesto è definito da eventi politici e sociali fondamentali. Le elezioni del 1924, condotte sotto il controllo di una nuova legge elettorale maggioritaria, assicurano al fascismo una stabile maggioranza parlamentare, trasformando di fatto il Parlamento in uno strumento del potere autoritario. Parallelamente, il rapimento e l’assassinio di Giacomo Matteotti evidenziano la violenza e il clima repressivo del regime, suscitando una crisi politica che Mussolini affronta con misure drastiche.
La libertà di stampa è al centro dell’attenzione del regime già dai primi anni del potere fascista. Come sottolinea Tartaglia, Mussolini considera la stampa un mezzo indispensabile per la formazione del consenso e mira al suo controllo totale. Attraverso il regolamento sulla stampa del 1924, viene introdotta una normativa che consente interventi diretti contro le pubblicazioni considerate "pericolose". I prefetti sono dotati di poteri straordinari, tra cui la possibilità di sospendere giornali e revocare la licenza di pubblicazione, eliminando così ogni forma di dissenso. La censura si estende anche ai contenuti, giustificando l’intervento contro articoli che instigano "odio di classe" o che "danneggiano il prestigio nazionale".
Parallelamente, Mussolini utilizza l’apparato mediatico per consolidare il consenso di massa. La fondazione dell'URI (Unione Radiofonica Italiana) e del LUCE (L'Unione Cinematografica Educativa) segna l’inizio del controllo diretto sui mezzi di comunicazione più innovativi, come la radio e il cinema, che diventano strumenti chiave per la propaganda. In un Paese caratterizzato da alti tassi di analfabetismo, questi mezzi si dimostrano particolarmente efficaci nel diffondere i messaggi del regime.
Tartaglia analizza anche il ruolo delle organizzazioni giornalistiche, che il fascismo tenta di controllare. La Federazione Nazionale della Stampa, simbolo dell’autonomia professionale dei giornalisti, viene progressivamente inglobata nella struttura del regime.
1924 anatomia di un omicidio mette in evidenzia come la distruzione della libertà di stampa non sia un atto improvviso, ma un processo graduale, supportato dalla complicità di settori del mondo liberale e dalla mancanza di una reazione unitaria delle opposizioni. L’opera di Tartaglia costituisce un’analisi approfondita del 1924 come anno spartiacque. Il controllo sulla stampa emerge non solo come una strategia di governo, ma come un elemento fondamentale nella costruzione di un regime totalitario, che fa della comunicazione e del controllo dell’informazione un pilastro della sua sopravvivenza.
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