cinema


Quel giorno d’estate


Un piccolo film. Un piccolo capolavoro. Ignorato dalla grande critica, dopo l’abbuffata di Cannes. Eppure quanto è attuale la storia banale di David, giovanissimo parigino, all’improvviso costretto a crescere e a confrontarsi con una realtà della quale era, fino a poco prima, completamente inconsapevole. David, in una Parigi solare che attraversa in bicicletta, si arrangia con lavoretti saltuari: giardiniere, tuttofare e gestore di appartamenti su Airbnb per turisti da ogni dove. In uno di quegli appartamenti vive anche lui. Ha una sorella più grande, Sandrine, madre single di una bambina di sette anni, Amanda. La sorella, sempre alla ricerca di un nuovo amore, insegna inglese, lingua imparata da una madre da sempre assente, tornata nella sua Londra dopo il divorzio. Tutto scorre normalmente. Arriva Lena, una giovane pianista di provincia che cerca la sua strada nella capitale. Anche lei è ospitata da David in un appartamento dell’edificio in cui vive. Lena è allegra, solare. Tra i due nasce un idillio. E’ estate. Tutta Parigi è bellissima. 

Un giorno però accade qualcosa di impensato, di impossibile. Nel parco vicino alcuni terroristi sparano sulla gente sdraiata sui prati, intenta a leggere un libro, a prendere il sole, a fare un pic-nic. Restano uccise molte persone. Tra queste Sandrine. David ora si muove come in un sogno. Scopriamo la strage attraverso i suoi occhi, vediamo con lui una Parigi improvvisamente diversa, le strade quasi vuote, i soldati e i poliziotti ovunque, l’ospedale dove hanno portato i corpi degli uccisi e i feriti (anche Lena è tra questi). David deve tornare a casa della sorella, deve comunicare in qualche modo alla piccola Amanda, che non capisce, che la madre non c’è più. Si rende conto che toccherà a lui, in qualche modo, prendersi cura della nipote. Gli viene detto dalle autorità che, come unico parente vivente, potrebbe diventarne il tutore. David deve a questo punto uscire in fretta dal suo stato di eterno adolescente, responsabile appena di se stesso. L’affetto che lo lega alla nipotina lo porterà a prendersi cura di lei, dall’appartamento della sorella, alla scuola, alla casa di una conoscente dove la bambina rifiuta di vivere. Vuole tornare a casa, nella “sua” casa e tocca a David, lentamente, con fatica, rendersi conto che non c’è via d’uscita, che toccherà a lui un compito inaspettato di genitore. 

Avrà l’aiuto riluttante di Lena, ferita a un braccio e che per questo decide in un primo momento di abbandonare Parigi e i sogni di carriera. Ma Sandrine ha lasciato a David una strana eredità: due (erano tre) ambitissimi biglietti per il torneo di tennis di Wimbledon. A Londra. Dove vive la loro madre. E’ ora di continuare a vivere. David decide di portare Amanda a Wimbledon, di farle godere il piacere di un torneo unico al mondo. Anche David da giovanissimo era stato una promessa del tennis. E qui, a Londra, si chiude il cerchio. Ricompare la madre. Insieme, figlio, nonna e nipote ritrovano in un parco londinese il piacere di una vita che un atto insensato, l’attentato terroristico, sembrava avere chiuso per sempre. 

Quella Parigi che il regista, Mikhael Hers, ha messo in scena è certamente la Parigi del dopo Bataclan, ma lo stesso regista a sostenere di aver voluto raccontare quel periodo attraverso una tragedia intima. “Quel giorno d’estate”, “Amanda” nel titolo originale, è il racconto di un processo di guarigione dopo un trauma. L’innocenza perduta dei personaggi ma anche la capacità di riscatto. Amanda, (Isaure Multrier) è la vera protagonista del film. David (un bravissimo Vincent Lacoste) il suo angelo custode. Sandrine (Ophelia Kolb) una giovane donna dei nostri tempi. Lena (Stacy Martin) colei che sarà. E infine Alison (Greta Scacchi) il passato che torna e non si può cancellare.

Neri Paoloni