12/12/2024

Come cambia il lavoro in redazione con l’avvento dell’AI? Il corso di aggiornamento dell’Ast e Ungp con relatori di prestigio e Serventi Longhi, Bennucci, Lovascio


Non è frequente veder assegnare 6 crediti deontologici ad un corso di formazione professionale. Ma va dato atto che l’Ordine dei giornalisti ha valutato quello organizzato dall’Ast e dall’Ungp nella sala Brunelleschi dell’Opera Santa Maria del Fiore a Firenze, pienamente meritevole di quei crediti. Non è stato il primo corso di formazione che si è occupato di intelligenza artificiale, ma martedì scorso attorno al tavolo sono stati portati relatori di grandissima competenza e contributo, che ognuno di loro avrebbe potuto tenere il corso da solo. “Come cambia il lavoro nelle redazioni con l’avvento dell’AI?”. Un quesito pesante che da tempo porta a profonde riflessioni, tra speranze e preoccupazioni, e divide anche il giudizio dei colleghi giornalisti. 

Dal corso, i cui lavori sono stati coordinati dai presidenti dell’Ast Sandro Bennucci e dell’Ungp-Gruppo Toscano Giornalisti Pensionati Antonio Lovascio, siamo usciti con un patrimonio di conoscenza importante, e la definizione di ciò che potrebbe accadere, ma soprattutto dell’impegno che sarà richiesto ai giornalisti per evitare che qualcuno (gli editori) utilizzi l’intelligenza artificiale solo per ridurre i costi e i posti di lavoro. Il presidente dell’Ast, Sandro Bennucci, ha sottolineato come “il patrimonio di conoscenza sulla IA serva a comprendere la dimensione dell’impegno richiesto ai giornalisti per evitare che gli editori la utilizzino solo per ridurre i costi e i posti di lavoro”. E Antonio Lovascio, presidente del Gruppo Toscano Giornalisti Pensionati, ha ricordato che “il sindacato di base dei giornalisti pensionati vuole essere al servizio della categoria non solo occupandosi di chi è ormai a riposo, ma stando vicino nel concreto ai colleghi che attraversano un momento di grande difficoltà”. È stato il presidente dell’Ungp, Paolo Serventi Longhi – in un saluto video perché impossibilitato ad essere fisicamente presente – a sottolineare come il sindacato non abbia “mai respinto le innovazioni tecnologiche che ci vengono incontro, affrontandole invece con ragionevolezza. Ma qui ci sono problemi davvero seri”, mentre Giampaolo Marchini, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Toscana, ha evidenziato come “la non conoscenza porti spesso ad avere reazioni spaventate”.

Ad aprire la serie degli interventi il professor Mauro Lombardi, economista e docente universitario, studioso dell’intelligenza artificiale con un breve excursus sulla storia della IA cominciata nel 1956 e proseguita con le reti neurali. “Nel confronto fra l’intelligenza artificiale e quella umana – ha previsto - vincerà sul piano tecnico la prima, ma non sostituirà la seconda. Ci sarà complementarietà”. I questo quadro Lombardi ha prospettato tra i compiti dei giornalisti quello di “disvelare le fake news create dalla IA, proteggendo i vostri dati, sfruttando l’aiuto di questa tecnologia avanzata, che rimane sempre una creazione umana, ma tenendola sotto controllo”.

Per Marco Pratellesi, giornalista, scrittore, docente universitario, “quando nell’ottobre del 2022 nelle nostre redazioni è entrata l’IA con ChatGPT, nessuno si è preoccupato di sapere come sarebbe stata utilizzata”. “L’intelligenza artificiale è indiscutibilmente un enorme aiuto, ma a patto che rispetti verità e trasparenza anche nell’informare il lettore che un determinato contenuto è stato scritto dalla IA”. Pratellesi vede una “forte accelerazione” dell’uso dell’intelligenza artificiale in Italia, “anche se si punta solo sul risparmio e non sulla valorizzazione del prodotto e del lavoro” ha concluso sostenendo che la IA “renderà migliore la nostra professione purché ci sia integrazione e non muro”.

Secondo Daniele Magrini, giornalista e scrittore, “social media e intelligenza artificiale avranno una visione unitaria con grandi facilità e bassi costi nella produzione”. Magrini, anche lui autore come Pratellesi di saggi sulla IA, ha posto un positivo accento sul fatto che AerAnti-Corallo (una delle associazioni delle tv private) abbia creato un prontuario molto avanzato sull’uso della IA nelle emittenti locali. “Si risparmia tempo senza perdere la qualità ed i giornalisti saranno più liberi ed avranno più tempo per fare il loro mestiere invece di stare al desk.”

“In passato le nuove scoperte creano nuovi lavori, ma la velocità e la potenza dell’IA renderà obsoleta ogni nuova professione”, ha sostenuto invece Pino Miglino, giornalista e scrittore, ricordando che “nel 2020 in Italia abbiamo perduto otto milioni di posti di lavoro reali”. Un dato reso più allarmante dai due milioni di dimissioni volontarie nel solo 2021 nella fase finale della pandemia Covid. “Molti di quelli che hanno rinunciato erano dipendenti pubblici o dipendenti di aziende solide. Il loro motto è “non voglio vivere per lavorare, ma lavorare per vivere”. E la IA rischia di diventare deflagrante in questo quadro”.

“Il rapporto della nostra professione con l’IA – ha detto Paola Fichera, componente della giunta della FNSI - viene visto con grande preoccupazione, soprattutto pensando all’idea che ne hanno gli editori con i quali stiamo trattando, per ora invano, per il rinnovo del contratto di lavoro scaduto da quasi dieci anni. Sull’impiego della IA gli editori vogliono solo risparmiare e tagliare costi e, a fronte della richiesta di gestori di IA, puntano a far soldi vendendo i patrimoni archivistici delle redazioni: sono arroccati e non vogliono nemmeno studiare il problema, ma solo risparmiare”.