Interventi: Patrizia Disnan comitato esecutivo uscente

martedì 24 gennaio 2023

C’è speranza di crescere, ma dobbiamo guardare lontano


C’è speranza per la nostra piccola Ungp di crescere e di contare. Alternativa non esiste. O vogliamo condannarci a vegetare?
Problemi ne abbiamo. Primo fra tutti la scarsa partecipazione, anche degli iscritti, che ci indebolisce. Non possiamo andare avanti così.
Ci autorizzano però alla speranza tutte quelle centinaia di colleghi che hanno risposto al nostro sondaggio dimostrando di esserci in qualche modo e di considerare Ungp e Fnsi punto di riferimento. E dobbiamo “arruolare” i neopensionati che stanno facendo innalzare il nostro numero e il nostro peso dato che purtroppo l’occupazione non riparte.

Come agire? Se nel pieno della pandemia siamo riusciti a portare a casa l’obiettivo raggiunto di un sondaggio con quasi 900 adesioni è stato proprio grazie allo sforzo collettivo messo in atto. Ora bisogna andare avanti con quello stesso metodo unitario, partecipativo e che unisca quanto più possibile organismi dirigenti e base. Dobbiamo tenere vivo un dialogo con la periferia, restando aperti in qualche misura anche ai non iscritti, e recepirne le istanze frequentandola maggiormente ma anche utilizzando gli strumenti testati durante l’emergenza Covid come i collegamenti in remoto o i sondaggi su singoli temi, da lanciare e chiudere a tamburo battente.
L’associazionismo nella società civile può essere basato su identità, interessi comuni o reggersi su ragioni ideali. L’attività sindacale come quella politica deve unire tutte queste spinte.
Ai giornalisti pensionati non può bastare ricevere da noi una fotografia anche aggiornata delle questioni aperte perché il sindacato non può essere semplice testimone informato dei fatti ma quando occorre deve sapere e potere ergersi a difensore. Alla Fnsi serve una Ungp più forte e propositiva e gli iscritti devono percepire un valore aggiunto nell’essere dei nostri.
Non voglio cadere nella retorica ma tuttavia questo non basterebbe ancora perché a spingere ad iscriversi a un sindacato dei giornalisti, ancora più se pensionati, sono ragioni ideali prima ancora di quelle pratiche.
E’ ben chiaro che al sindacato dei giornalisti spetta non solo la tutela contrattuale dei nostri colleghi ma anche il presidio a tutte quelle condizioni che garantiscono un’informazione libera e pluralista. In prima linea ci sono gli attivi ma il nostro ruolo, non solo in difesa, è altresì importante.
Per mobilitare un numero più ampio di giornalisti pensionati bisogna convincerli parlando anche al loro cuore partendo dai valori comuni ma per costruire però un progetto che abbia ricadute costruttive.
E’ ora di pensare in grande e di guardare lontano. Il mandato che verrà assegnato al termine dei nostri lavori dovrà essere volto a realizzare un progetto di riforma radicale che renda la nostra azione più agile e tempestiva.
Sarà un congresso di rifondazione non solo perché cambieranno in larga parte anche i protagonisti eletti negli organismi dirigenti.
Ripensando all’esperienza vissuta nel corso di questo mandato elettivo appena concluso ho constatato che a volte proposte valide lanciate, magari in grado di trovare consenso nell’immediato, si perdono per strada perché nessuno è pronto a raccoglierle. Siamo stati penalizzati dall’emergenza Covid ma ho registrato tempi di reazione troppo lunghi di fronte a urgenze che si aprono e non per colpa dei singoli ma per un meccanismo datato che va corretto.

I nuovi eletti devono essere responsabilizzati e poter essere più operativi. I grandi temi che erano all’ordine del giorno nel corso dell’altro congresso, a iniziare dal destino di Inpgi e Casagit, non sono passati di moda. Al fianco della Fnsi bisognerà salvaguardare al massimo i diritti in tema di pensione di chi è ancora al lavoro, continuare a rapportarsi con Inpgi II e costruire ex novo un rapporto con Inps e con i patronati. Casagit rappresenta un patrimonio “di famiglia” da custodire con attenzione.
Intanto i giornalisti pensionati continuano a essere mazziati…in tema di potere d’acquisto delle pensioni e rivalutazione, nell’assurda vicenda del contributo aggiuntivo dell’1 per cento, sotto il profilo fiscale per Casagit…
Quest’ultima agirà con iniziative mirate in tema di prevenzione. Nulla impedisce anche di lanciare qualche progetto sull’autonomia possibile dei giornalisti pensionati per allontanare l’istituzionalizzazione di chi è più in là con gli anni.
In prospettiva va ricostruita una rete di alleanze partendo dal rapporto con l’opinione pubblica come Fnsi sta cercando di fare.
A Fnsi possiamo chiedere un segnale di attenzione con l’introduzione del diritto di voto per il nostro rappresentante la cui presenza non resti solo consultiva. Nelle materie che ci coinvolgono dobbiamo essere in squadra fin dalle prime battute. Irrisolto finora purtroppo anche il problema del finanziamento Ungp … speriamo che sia la volta buona.

A orientarci nello stabilire le linee d’azione devono essere anche le risposte fornite dai colleghi al nostro sondaggio.

L’ex fissa: tema impopolare…pesano i sette milioni necessari solo per pagare la rata annuale di 3000 euro lordi agli aventi diritto…Per l’ultima tranche si è trovata una soluzione ponte ma restano parecchi punti oscuri sia per i pagamenti futuri e sia per l’eventualità che si riapra la possibilità di giungere a un compromesso per chi dovesse aderire.

Concludo proponendo gruppi di lavoro a costo zero su aree specifiche, vale a dire dei “think tank“ di colleghi esperti che sfruttino le nostre migliori competenze. Toccherà agli organismi dirigenti decidere priorità da affrontare, termini ed eventuali deleghe operative.

Queste commissioni potrebbero agire nell’ordinario per fare sindacato o elaborare proposte su temi complessi che vadano studiati e discussi. L’elenco è lungo. C’è tantissimo da fare nei campi del proselitismo, della formazione, dell’attività culturale… la nostra presenza sui social e il nostro sito possono essere aggiornati…

Mi auguro davvero che insieme riusciremo a portare a casa almeno qualcuno di questi obiettivi.