Interventi: Lucia Visca delegata del Lazio

martedì 24 gennaio 2023

Welfare, genere, sindacato: il nostro impegno per il futuro


Una premessa sull’ex fissa. Non mi dilungherò sull’argomento perché tanto se ne è parlato senza però fare memoria del puro dato di cronaca: l’ex fissa è stata costruita su un sistema Ponzi, piramidale. Non poteva che crollare e così è stato. Ce ne saremmo dovuti accorgere prima. Ma noi giornalisti simo bravi a spiegare ma non a comprendere quanto ci succede in casa. Ce ne saremmo dovuti accorgere quando oltre 10 anni fa Andrea Camporese, allora presidente Inpgi, venne in questa sala a dirci che le pensioni medie avevano raggiunto i 62 mila euro lordi mentre le retribuzioni medie si erano fermate a 42 mila. Il sistema che alimentava pensioni ed ex fissa non sarebbe più stato sostenibile.

Detto questo vorrei soffermarmi su tre punti sui quali ho sentito poco parlare colleghe e colleghi: il welfare, le questioni di genere, la piena titolarità politico sindacale.

Il welfare: non c’è dubbio che abbiamo messo a riparo la Casagit e che dobbiamo preservarla come un prezioso gioiello di famiglia. “Adesso sta bene” si è detto poco fa. Senza che si corra il rischio di farla stare male, comunque, qualcosa da chiedere dovremmo averla. Siamo tutti anziani e le condizioni di vita e di salute sono destinate a peggiorare non a tornare indietro. Alla Casagit dovremmo chiedere una attenzione maggiore al welfare per gli anziani. I servizi sanitari erogati dalla cassa sono ottimi ma spesso seguono gli standard di statistica sanitaria generali, studiati come per la temperatura dell’aria condizionata sulle esigenze di un maschio sano di 40 anni. Alla Casagit dovremmo chiedere un tavolo per studiare la possibilità di creare protocolli per gli anziani così come ne esistono per i minori.

Le questioni di genere: sono sotto i nostri occhi. Basta guardare questa sala, noi donne siamo in 11. Troppo poche. Troppo poche soprattutto rispetto alla realtà della professione che ci insegna da tempo come la presenza femminile sia maggioritaria negli albi, almeno quelli dei professionisti. E’ giunto il momento che anche Unpg si ponga il problema di un riequilibrio di genere, dandosi l’obiettivo di godere della forza creativa delle donne.

Titolarità politico sindacale piena: abbiamo molte cose da chiedere alla Casagit come abbiamo molte cose da chiedere alla Fnsi. Non penso al solo riparto delle quote sindacali che paghiamo con cifre significative. Certo ben venga un corretto riparto ma il punto non è questo. E neanche quello di costruire una vertenzialità interna contro i nostri organismi. Lungi da me pensarlo. Ritengo però che sia il caso si chiedere, e ottenere, una capacità di espressione politica alta e degna della nostra dignità. Riconosciuta dagli organismi federali. Non possiamo limitarci ad accettare inviti in giunta quando si parla si pensionati ma dobbiamo partecipare a pieno titolo alla vita della giunta, portando la nostra esperienza nel momento della formazione delle decisioni.

Ultima cosa, quasi un appello. Facciamo proselitismo, lanciamo una campagna tesseramento. Portiamo materialmente il modulo dello 0,30 nelle redazioni che si avviano a fare nuovi prepensionamenti.
Spieghiamo ai colleghi che con la quiescenza la loro vita professionale non è finita e che tanto hanno ancora da dare insieme con l’Unpg.