Interventi: Barbara Pavarotti delegata di Roma

lunedì 23 gennaio 2023

Ungp: parla con noi, altrimenti ti molliamo


Sono Barbara Pavarotti, ho 66 anni, pensionata dal 2016, prima precaria Rai, poi assunta alla nascita del Tg5 da Mentana . E da un annetto presidente del Collegio revisori conti dell’Odg Lazio. Poi sono membro attivo del Comitato “Diritto ex fissa”. E sono io che rispondo ogni santo giorno a decine di colleghi disperati. Mica l’Ungp.

E, tanto per cominciare, a me non piace il titolo di questo congresso: “Giornalisti fra passato e futuro”. Io voglio guardare al presente e al futuro, non al passato.

Premessa: più conosco i meccanismi sindacali, più li odio. Sono identici alla politica. Alla più becera politica da manuale Cencelli.

NON FACCIAMO DI QUESTO CONGRESSO UNA FARSA.

Dico questo perché i ruoli chiave sono già stati decisi in precedenza, sottobanco. Con accordi spartitori. Io pensavo che si dovesse decidere oggi, in questi 3 giorni, in base alle relazioni, alle proposte e alle analisi di ciascuno di noi. Non è vero. Non è vero che si vuole eleggere il migliore, colui/colei che ha veramente a cuore le sorti dei pensionati (perché questo l’Ungp deve fare, come da Statuto) , colui che ha idee nuove, propositive, che vuole allargare il ristrettissimo orizzonte in cui ci ritroviamo.

Un microcosmo ormai totalmente ininfluente e insignificante per le migliaia di giornalisti pensionati, al punto che la maggioranza nemmeno sa che esiste l’Ungp. Ma fatevi una domanda e poi datevi una risposta. Io cercherò di spiegarvi il perché.

La mia premessa è che stiamo qui a celebrare un bluff. E’ solo una spartizione di poltrone, già decisa da un pezzo, e un braccio di ferro fra correnti che avvelenano anche i pensionati. Sappiamo tutti dove si andrà a parare, mi è stato detto da un mese chi deve diventare presidente e tutto il resto, ma io mi ribello a questo indegno sistema. E purtroppo ho capito che da sempre tutti i congressi sindacali della nostra categoria si svolgono così. E’ politica.

Ma qui, all’Ungp, lo trovo ancora più grave, perché si gioca con la pelle di anziani, fragili, pensionati. Siamo così certi che le cariche andranno ai migliori o a chi è già stato incoronato dalla corrente? E, se solo sapessero come funziona i colleghi che stanno fuori da qui, ci sarebbe la fuga in massa. Ben peggio di quella già in atto.

Mi sono candidata all’Ungp piena di buona volontà e mi ritrovo qui fra i delegati perché questa mi è sembrata la naturale prosecuzione - nel mio ambito professionale - del mio impegno pro anziani (scusate, ma lo siamo) e fragili. Ho pensato che forse potevo essere utile anche qui, coi giornalisti pensionati. E ho tante idee. Ma non so se verranno ascoltate.

Questa Ungp non mi piace, non piace a nessuno, quindi qualcosa ha sbagliato. Lo statuto dice che deve tutelare gli interessi morali e materiali dei giornalisti pensionati, rappresentandoli nelle istanze sindacali, previdenziali e assistenziali.

Bene. Il primo tradimento, il più clamoroso, è sull’ex fissa. L’Ungp non ha fatto assolutamente nulla per tutelare questo diritto stabilito a livello contrattuale e previdenziale. 2400 pensionati creditori e l’Ungp non parla, non smuove nulla. Come se non esistessero.

Anzi, qualcuno della corrente che, alla fine di questo congresso, pare certo che continuerà la “politica” della nuova/vecchia gestione, ci ha definito addirittura “pensionati in malafede”.

Quanti di voi devono avere l’ex fissa? Vi prego di alzare la mano, altrimenti parlo al vento, visto che quando si hanno le tasche piene non si pensa agli altri. La mia pensione è di 1300, intendiamoci. E vivo di prestiti senza l’ex fissa.

L’ex fissa è una vergogna che va sanata. Punto. Togliere diritti a chi li ha maturati di tasca propria è un precedente pericolosissimo, che non agevola affatto la costruzione di altri diritti. Dite che va bene che venga data a rate di 3000 euro all’anno? NO, tutti noi moriremo prima della fine del piano rateale, sempre che continui.

1) L’Ungp non ha fatto nulla per difenderci, anzi, si è sempre schierata sulle posizioni della Fnsi, che è arrivata al punto di costituirsi in tribunale contro creditori che hanno fatto causa.

2) Sempre in tema di ex fissa non può funzionare una Ungp che nel 2016 ha dato il via libera all’azzeramento degli interessi da allora maturati dai pensionati creditori.

3) Non voglio offendere nessuno, ma lo sappiamo tutti che alla fine di questo Congresso verrà eletto presidente un sindacalista di lungo corso, già segretario generale della Fnsi per circa 9 anni. Che ha fatto finora per il dovuto pagamento ai creditori dell’ex fissa? NULLA. Salvo smentite, naturalmente, che saranno le benvenute. Quindi, se ben capisco, si deve continuare nel solco già tracciato e che sta portando l’Ungp alla morte. Bravi.

CHE FA IN CONCRETO L’UNGP PER I PENSIONATI?

Danni e rarissimi segnali di esistenza in vita.

1) Non si è degnata nemmeno di aprire uno sportello informativo per i tanti colleghi pensionati alle prese con mille dilemmi nella fase di transizione Inpgi-Inps. Guardate il suo sito. Alla voce “contatti” non c’è nemmeno un numero di telefono, solo una mail a cui io ho scritto tante volte senza uno straccio di risposta. Cosa ci voleva ad aprire questo sportello con una mail apposita, subito, immediatamente? Io, che non sono nessuno, sono subissata dalle richieste dei colleghi, e ci perdo tempo. Rispondo a tutti, ci parlo al telefono. Puro volontariato per amore dei colleghi. Mentre mi sembra che qui si sia dimenticata da un pezzo la parola “amore”. Esistono solo degli interessi.

2) Ah, in fondo al sito c’è il telefono della Fnsi. Provate a chiamarla, non vi sapranno nemmeno dire a chi fare riferimento per il vostro problema. Come, quello, recente, su dove e a chi fare domanda di ex fissa, dopo la morte dell’Inpgi. Io ho studiato, mi sono informata e ho risposto. Non doveva questo essere un compito dell’Ungp anziché mio?

3) Per dare un segnale di esistenza in vita l’Ungp ha inviato a tutti i pensionati nel 2021 un questionario in cui ci veniva chiesto se fossimo interessati a gite, eventi conviviali, culturali. E a partecipare attivamente alla vita dell’Unpg. Questionario finito nel volumetto “Giornalisti fra passato e futuro”. Senza alcun seguito. Voi ne avete avuto più notizie? Io no. Ho letto che sarà oggetto di approfondimenti, ma quanto ci vuole per fare l’approfondimento? E a cosa dovrà portare questo approfondimento? Non si capisce.

4) Non solo, la maggioranza ha risposto in massa che gli interessava solo l’ex fissa. E nonostante questo nulla. Non un sussulto di impegno concreto da parte di chi dovrebbe tutelare il principale diritto negato ai pensionati. E poi vi stupite che i pensionati non vi considerino?

5) Personalmente, come Comitato diritto ex fissa, avrò scritto decine di volte a Guido Bossa, il presidente uscente Ungp. Mai uno straccio di risposta.

E POI LA VOGLIAMO DIRE TUTTA?

Non può funzionare una Ungp che sia solo il ripetitore degli interessi di chi comanda la Fnsi. Senza un briciolo di autonomia, un sussulto di orgoglio. E’ vero che i soldi arrivano da lì, dalle quote degli iscritti, ma non per questo bisogna strisciare per terra e inginocchiarsi. BISOGNA FARE IL BENE DEI PENSIONATI, NON SUBIRE SOLO I DIKTAT DELLA FNSI.

I DANNI, DICEVO.

6) Non può funzionare una Ungp che ha votato nel 2016 a favore del taglio di tre anni di tutte le pensioni Inpgi superiori ai 38.000 euro lordi annui, nonostante la Cassazione per decine di volte abbia affermato il contrario.

7) Non può funzionare una Ungp che non fa ricorso contro il ridicolo e illegittimo prelievo dell’uno per cento (che poi è diventato il 2 per cento, in tre rate, senza alcuna spiegazione) da stipendi e pensioni.

E VENIAMO ALL’UNGP CHE VORREI. COME RISALIRE LA CHINA? BASTA CON LA LENTEZZA.

1) l’Ungp deve aprire immediatamente (e già è troppo tardi) uno sportello informativo, via telefono e mail, dedicato ESCLUSIVAMENTE all’assistenza dei problemi dei pensionati. E’ SUO DOVERE. Lo posso gestire io, mi offro come centralinista e mi offro di rispondere alle mail, come faccio da anni per il Comitato ex fissa. Se mai l’Ungp si degnerà di dare un proprio recapito telefonico o aprire un indirizzo mail apposito.

2) Ma mi sembra che l’immobilismo sia la sua specialità. Vi rendete conto che nella home del sito c’è ancora scritto: è l'organizzazione sindacale di base dei giornalisti professionali e collaboratori pensionati iscritti alla gestione principale e alla gestione separata dell'Inpgi. SVEGLIA! I PENSIONATI SONO INPS, NON VE NE SIETE ACCORTI? Ok, serve la modifica statutaria per dire che non siamo più Inpgi. Ma per togliere questa ridicola frase dal sito forse no. E perché questa modifica statutaria non l’avete fatta da luglio?

E, sempre in tema di comunicazione, ho cercato invano una pagina fb dell’Ungp. Siete rimasti indietro di secoli. I social sono fondamentali per l’interazione.

Insomma, voi siete qui, un monolite, e pretendete che gli altri vi vengano a cercare o vi rimangano fedeli per diritto divino. Non funziona così, vi stanno abbandonando tutti.

3) TRASPARENZA. Quanti sono gli iscritti all’Ungp? Perché questa cifra non viene messa sul sito? Del resto non si sa nemmeno quanti siano gli iscritti alla Fnsi – pare meno di 20.000 - quindi non ci stupiamo più di nulla. Perché non viene detto chiaramente che c’è una continua emorragia di iscritti? Abbiamo paura della verità?

4) QUOTE ISCRITTI E STRANEZZE VARIE DA RISOLVERE. Sappiamo che sono 2.271 i pensionati che oggi devolvono alla Fnsi lo 0,30 per cento della loro pensione, di cui qualcosina va a Unpg. Parliamo complessivamente, di mezzo milione di euro.

Ma, su 20 associazioni regionali di stampa, solo pochissime contribuiscono all’Ungp. Perché? L’autonomia consente a ogni sede territoriale di fare come gli pare? Ho letto che in questi anni non siete riusciti a imporvi. Che ci state a fare allora? Non potete che ammettere la vostra debolezza.

5) LO STRANO CASO DELLA LOMBARDIA. Da circa 15 anni l’obbligo della quota dello 0,30 per cento vale per 19 Regioni, tranne che per la Lombardia, dove i pensionati possono, a loro scelta, pagare la metà. Perché questa discriminazione a svantaggio dei pensionati residenti nelle 19 Regioni?

PROPOSTE SEMPLICI E IMMEDIATE

Dall’Ungp c’è stata una fuga di massa. Sicuramente decessi, ma anche disiscrizioni. Quindi un totale fallimento delle precedenti gestioni. Perché non ci interroghiamo su questo anziché pensare solo alla spartizione delle cariche?

Io mi permetto, nella mia ignoranza, di dire che si possono fare tante cose per riavvicinare i pensionati all'Unpg. E le ripeto per chiarezza:

News letter periodiche a loro dedicate; sportello informativo immediato (basta qualcuno di buona volontà che risponda a un telefono e a un indirizzo mail e poi si informi come risolvere il singolo problema, come mi offro di fare io stessa); battersi seriamente per l'ex fissa anziché nasconderla sotto il tappeto; battersi duramente con Fnsi perché le quote arrivino non solo da pochissime regioni.

Non ci si può ricordare degli elettori solo nelle scadenze elettorali. Non ci si può far vivi con loro solo per farsi votare. Questo è vergognoso. Ovvio che poi i colleghi mandino al diavolo tutto il cocuzzaro.

Serve una news letter periodica che entri, tramite mail, nelle loro case, che li tenga informati. E quindi dimostrare coi fatti che siamo utili. Solo allora si potrà lanciare la campagna che propongo: “PORTA UN ISCRITTO”, dimostrando, con la presenza costante, quanto può essere utile stare in Ungp (al momento del tutto inutile).

Nemmeno gli auguri di Natale riesce a fare l’Ungp, vi sembra normale? Bisogna riavvicinare i pensionati al sindacato e lo si può fare solo se li “coccoliamo”, se ci sentono vicini. Una letterina di auguri ci farebbe sentir parte di una comunità o sbaglio? Torniamo – se mai c’è stato – al contatto diretto con gli iscritti. Non parliamoci solo fra noi, anche se, a dir la verità, io sono una new entry totale. Ed è per questo che ancora ci credo. Anche se già so che il mio entusiasmo verrà presto spento.

Avete mandato singolarmente agli iscritti il risultato delle votazioni? No. Voi siete fermi, immobili in un sito – senza possibilità di alcuna interazione - e vi illudete ancora che i colleghi non sindacalizzati lo leggano. E quante sono le visualizzazioni di questo sito? Lo sapete? Lo leggono solo gli addetti ai lavori, quando capirete questo sarà già un grande successo. Ogni giorno che si perde nell’inerzia, aggrava la disaffezione, lo volete capire? Il riavvicinamento dei non iscritti va INIZIATO ADESSO. Non fra mesi.

E poi le correnti. Basta. Una volta eletti ci si continua ancora a fare la guerra. Pure nella doverosa dialettica maggioranza-opposizione, io dico che, nel momento in cui ricopri un ruolo, ti devi dimenticare che fai parte di una corrente. E lavorare solo per il bene comune. Sperando che i vertici eletti abbiano davvero questo interesse e per loro non sia solo una questione di misero potere e di prestigio o dell’ultimo posto da occupare dopo anni di sindacato e dopo aver ricoperto tutte le cariche possibili.

Se non si farà nulla delle cose più che sensate che propongo, denuncerò che non si può fare nulla di utile per i pensionati per logiche estranee al loro bene.

Insomma, io ho voglia di fare, ma ho voglia di fare solo in una squadra volenterosa, armonica e competente. Che ci metta il cuore in questo impegno, non solo il manuale Cencelli. Che sappia battere i pugni quando occorre e abbia slancio, entusiasmo e passione.

Senza il cuore e la passione non si va da nessuna parte.

Ho letto, sempre dal tesoriere uscente, una proposta sensata: una Rsa per giornalisti pensionati. Andiamo, va fatta. Mettiamoci forza e impegno.

Se alla nuova dirigenza non starà bene nulla, non vedo perché rimanere in un sindacato che non fa nemmeno le cose più semplici del mondo. E lo dirò a tutti. Questo è il mio impegno. Grazie.