Interventi: Virgilio Squillace (tesoriere Ungp)

lunedì 23 gennaio 2023

Cominciamo (e finiamo) con i numeri. Altrimenti non ci capiamo


Non è piacevole dare dei numeri, tantomeno ascoltarli.
Lo so.
Ma i numeri servono a reggere i ragionamenti, che, se non poggiano su fatti concreti e misurabili, sono solo rispettabili opinioni.

69.000 euro. Tenete a mente questo dato.
E' l'ammontare dei Ricavi, cioè le risorse annuali dell'Ungp, nel Bilancio del 2015.
Nell'ultimo nostro Bilancio consuntivo – quello del 2021 – alla voce Ricavi sono registrati 52.000 euro. Non è tanto la differenza di 17.000 euro che deve allarmarci, ma una confermata tendenza, inarrestabile, alla riduzione delle risorse disponibili per le attività del sindacato dei giornalisti pensionati.
E' un calo costante, puntuale anno dopo anno, negli otto anni considerati.

Cosa è successo? Ma soprattutto, cosa può accadere?
1) Nel 2015 l'Inpgi ancora contribuiva (termine che non mi piace, che uso solo per comodità, fra un po' vi spiegherò perché) , dunque l'Inpgi contribuiva ogni anno con 6.000 euro al bilancio dell'Ungp. Nel 2027 la quota è stata dimezzata, e sono stati 3.000 euro. Nel 2018, e da allora in poi, Zero! L'Inpgi ha annullato il contributo annuale all'Ungp.
Non solo.
2) Nel 2015, otto anni fa, le Associazioni regionali di Stampa che contribuivano alle risorse dell'Unione erano 6. Certo: solo 6 associazioni su 20. Tuttavia, da quelle 6 associazioni nel 2015 arrivavano all'Ungp 44.000 euro. Otto anni dopo, nel 2023 quelle associazioni sono ridotte a 3, con 30.000 euro di contributo.
3) Dai soci aggregati con pensione di reversibilità 31.000 euro del 2015 si sono quasi dimezzati, riducendosi a 8.000 nel 2021. 4) Solo il contributo della FNSI si è mantenuto uguale da allora ad oggi: euro 5.373,54 all'anno.
Siamo a questo punto. Se le 3 ed ultime associazioni regionali che continuano a sostenere l'Ungp – viste le difficoltà finanziarie comuni a tutti quanti – constàtano che non possono più dare un euro all'Ungp, la nostra attività si ferma, il sindacato dei giornalisti pensionati chiude bottega.
Questi sono i numeri. Questi sono i fatti.
La tendenza oggettiva al ridimensionamento finanziario dell'Unione è documentata, concreta ed allarmante.
Vogliamo aspettare di arrivare nel giro di qualche anno col culo per terra? Io no.
Io voglio continuare a fare sindacato come e meglio di quanto l'abbia fatto in questi quattro anni (da tesoriere dell'Ungp ho trovato un Bilancio con 7.000 euro di disavanzo; assieme ai colleghi dell'Esecutivo e del Consiglio nazionale abbiamo approvato nel 2020 e nel 2021 bilanci con un avanzo di gestione rispettivamente di 16.000 e 13.000 euro).
Non ho nessuna intenzione di di fare il pensionato che la sera va davanti al suo giornale a guardare le finestre illuminate! Oggi c'è più bisogno di sindacato. La crisi e i cambiamenti del modo di produzione dell'informazione impongono a noi pensionati di esserci e pesare nel nostro sindacato unitario. Noi possiamo avere un ruolo alto, di riflessione, di orientamento, di proposta a livello centrale.

Adesso è il momento di spiegarvi perché non mi è piaciuto usare il termine “contributi” all'Ungp.
Quando l'Unione ha ricevuto un contributo dall'Inpgi, dalle Associazioni, dalla FNSI, ha avuto una piccola o piccolissima parte del forte contributo che i giornalisti pensionati devolvono ogni mese al loro sindacato con la trattenuta dello 0,30%. La destinazione delle quote quando c'era l'Inpgi/1 era la seguente: il 10% alla FNSI e il 20% alle Associazioni.
Oggi l'INPS fa la stessa trattenuta del 30'%, ma eroga tutto intero l'importo alla FNSI.
Per quello che ci riguarda, di che si tratta? Oggi sono 2.271 i giornalisti pensionati che autorizzano la trattenuta per il sindacato. Le posizioni diventano 3.264 aggiungendo le quote degli aggregati, percettori di pensioni di reversibilità.
Secondo gli ultimi tabulati della FNSI le quote dei pensionati ammontano a 42.819 euro nel luglio scorso, 261.900 nei primi 6 mesi del 2022.
Insomma, si tratta di oltre 500.000 euro all'anno di trattenute sindacali dei giornalisti pensionati.
Essi contribuiscono in modo importante al loro sindacato unitario che è la FNSI, dunque ritengono ragionevole, giusto e sano, ricevere direttamente dalla FNSI la quota necessaria a svolgere una adeguata attività sindacale mantenendo in sicurezza il bilancio dell'Ungp. Questo non può dipendere dalla disponibilità delle associazioni regionali, che sta venendo meno, anno dopo anno!!

Oggi è cambiato tutto, nostro malgrado. L'INPS non ha rapporti con le Associazioni regionali di Stampa. Questa è la novità che costringe tutti nel sindacato a ripensare l'amministrazione delle risorse e la loro distribuzione. Nei fatti non esiste più la triangolazione INPGI - FNSI - Associazioni regionali.
In questa nuova realtà va cercata – e la Federazione la sta già definendo – una nuova modalità di rendicontazione e accredito periodico dei flussi finanziari delle deleghe sindacali dei giornalisti pensionati.

Nei prossimi giorni, da qui al congresso della FNSI fra meno di un mese a Riccione, si deciderà il futuro della nostra Unione. Perché senza un bilancio solido e sicuro per gli anni a venire, non potremo fare alcuna attività sindacale.
L'UNGP è a un bivio.
O vivacchiamo, continuiamo ad assistere a un inevitabile ridursi progressivo delle nostre risorse finanziarie, quindi al ridursi dell'Ungp ad un ruolo di testimonianza, flebile e dignitosa opinione di giornalisti non più in attività, una sorta di circolo culturale per anziani;
O, disponendo delle risorse indispensabili alla certezza dei bilanci, facciamo sindacato, con un protagonismo forte, che entra nelle cose del giornalismo e dell'informazione, con iniziative a sostegno del sindacato unitario, con voce autorevole.
Il Senato della FNSI, ecco cosa dobbiamo essere.

In questi 4 anni sulla questione del finanziamento abbiamo scritto documenti, riunito i nostri organismi per discutere il problema del finanziamento, chiesto ed ottenuto incontri con la giunta esecutiva della FNSI, chiesto ed ottenuto incontri con i presidenti delle Associazioni regionali. C'è stata una risoluzione al 7/mo Congresso Ungp. Abbiamo presentato, su richiesta della giunta esecutiva della FNSI, una proposta dettagliata che prevede per l'Ungp l'importo dello 0.05% della quota del 20% destinata alle Associazioni, proposta fatta propria dalla Giunta federale il 16 luglio 2019.
Ma niente. Non se n'è fatto nulla per la contrarietà delle Associazioni. Nel luglio scorso il segretario Lorusso è intervenuto al nostro Consiglio nazionale. E' stato chiaro: “Io non posso prendere impegni per le associazioni. Ogni associazione ha la propria autonomia statutaria e finanziaria”.
Ma oggi, con la transizione dall'INPGI all'INPS, forse vanno ridisegnati i rapporti finanziari all'interno della Federazione. L'Ungp non può aspettare di trovarsi un giorno senza contributi e con le spalle al muro. L'Ungp non intende rinunciare al suo futuro. L'Unione rivendica lo 0,05% delle quote sindacali, assegnato direttamente dalla FNSI che ne dispone interamente.

Non sarà facile. Bisognerà intervenire ancora una volta con chiarezza e determinazione.
Proponiamo che il congresso oggi riunito dia mandato al nuovo presidente eletto di intervenire all'ormai prossimo Congresso FNSI di Riccione per porre con la necessaria fermezza la questione delle nuove modalità di finanziamento dell'Ungp.
Siamo un sindacato di base di giornalisti pensionati che avrà sempre più ruolo ed importanza nel futuro. Le tante facce nuove che vedo sono qui a testimoniarlo più e meglio di qualunque discorso.

(Uno di queste parti, Cicerone, nel suo De Senectute loda “quella vecchiezza salda sui fondamenti posti nella giovinezza”).