libri


Ottavio Rossani, sul pianeta dell’impertinenza erotica


Avvolgente. È il primo aggettivo che mi viene pensando alla poesia di Ottavio Rossani. Ma non ci fai caso sulle prime. E ti sembrerà un tranello. Certamente involontario. Ne sei felice, ed è ciò che conta, indipendentemente dal fatto che il tema sia legato ad afflati di sensualità o a fatti crudi di cronaca. Per questo secondo aspetto rimanderei particolarmente alla secchezza speronante che è nel pensiero poetico dedicato a Walter Tobagi: Il ragazzo contò i passi, l’uomo fissò/ la faccia, il terzo puntò la pistola./Nessun dolore.

La pulsione si abbarbica sull’asciuttezza del linguaggio e della costruzione dei versi, e l’effetto è di una compressione a rilascio ritardato. Ecco la natura di quel tranello: non sei stato investito da un’esplosione, ma di essa via via percepirai gli esiti.

Lo indico come un leit motiv del poeta milanese di origine calabrese. Lo si coglie anche nell’ultima raccolta di suoi componimenti, La luna negli occhi, Nino Aragno Editore (2019). Con questo libro Rossani ha vinto quest’anno  il XXXII Premio Letterario Camaiore. Lo hanno votato i 50 membri della giuria popolare, a seguito della designazione fatta dalla giuria tecnica composta da Michele Brancale, Corrado Calabrò, Emilio Coco, Vincenzo Guarracino, Paola Lucarini, Renato Minore e presieduta da Rosanna Lupi che, nel 1981, ha fondato questa iniziativa, assieme al marito Francesco Belluomini morto nel 2017.

Le poesie sono ripartite in quattro sezioni: Canzoni, Racconti, Richiami, Sipario. Sono titoli evocativi, come tendenzialmente accade alla poetica e allo stile di Rossani. Ovviamente, all’interno delle sezioni, ogni poesia ha il suo titolo circostanziato, ma mai troppo. Da una parte, evanescenza – o magari elusione e leggerezza – e, dall’altra, plasticità visiva (Rossani è anche pittore) stabiliscono un pattern effervescente e pulsante.

Quanto alle Canzoni, esse sono ovviamente lontane dalle strofe canoniche fissate da Dante e Petrarca a cui peraltro arrivavano dalla tradizione provenzale. In ogni caso, Rossani opportunamente non fa eccezione alla libertà sempre maggiore che la poesia ha acquistato dagli inizi del Novecento. E lui la sua libertà se la prende tutta per le sue performance evocative giocate asciuttamente su un terreno sostanzialmente concreto, lontano da qualsiasi compiacimento e qualsiasi vezzo “civettuolo”. Il suo sentire (sentimento e percezione) è integrale, chiaro, totale. E il suo giocarci intorno è solo debole ovatta. Sotto Canzoni, egli rubrica situazioni che sembrano più giocose. In realtà mette in evidenza il lato poeticamente ludico di situazioni e circostanze collegate al fatto, in qualche caso si direbbe al reportage. D’altra parte, studioso, saggista, critico, Rossani conosce bene gli attrezzi e le astuzie del mestiere e sa trovare gli opportuni equilibri tra la tentazione della devianza poetica e linguistica e il bisogno di comunicare. Insomma l’arbitrio del poeta si dà dei limiti, e così il messaggio, per quanto adombrato o “aperto” sia, non risulta mai incompleto né tanto meno imprendibile.

Molto bella e interessante la poesia Apparizione, in questa prima sezione. Già nell’attacco è seducente:  Accesa come fuoco nel camino/ lucente/ come Tour Eiffel nel sole/ trepida/ come timida esploratrice./ Apparizione/ il tuo dorato mistero nel parlottio/ sei la mia euforia/ nel tramestio dopo la conferenza. E il lettore è immediatamente dentro la scena: accesa come fuoco nel camino, verso che ha doppio valore, spaziale-ambientale e metaforico. E lei è lucente, quasi in modo tautologico perché è il fuoco e dà luce a se stessa. La scena si sposta all’esterno, assieme all’incandescenza. Ecco la gemella di lei: la celebre torre di ferro emblema della modernità, avvolta dal crepitio del sole che – ancora una volta tautologicamente – rende la protagonista trepida e anche spaurita (condizione enfatizzata con l’immagine della timida esploratrice). Il poeta ha detto il prima e il dopo. Al centro di questa temporalità che, richiamando il  futurismo, viene da dire simultanea, eccola: l’Apparizione. Parola che tra l’altro è intelligentemente collocata al centro, a epigrafe si direbbe, accampandosi in un solo verso. L’epifania si sustanzia nel tuo dorato mistero nel parlottio. Un passo avanti (efficacissimo questo salto temporale, una sorta di hesitation per dirla con una variante del valzer), e il quadro è completo. L’autore non avrà ascoltato molto di quella conferenza stante le rutilanti immagini con cui ha puntellato questa poesia. Il parlottio e il dorato mistero (diversamente dice Guido Gozzano “donna: mistero senza fine bello!”) d’un tratto diventano tramestio ed euforia. Lo stato d’animo prende il sopravvento su tutti gli emblematici eventi plastici, l’attenzione si sposta immediatamente dal campo del visivo a quello interiore-fisico, e la pulsione esplode.

Come accade spesso nella poesia di Rossani, anche qui si attua una compenetrazione tra spazio e tempo, il dentro e il fuori, il paesaggio (per così dire, perché egli non indugia mai nel dettaglio) e la figura femminile, sua deuteragonista, che lui non descrive ma di cui offre guizzi di fisicità e di vitalità. In questo laboratorio la sinestesia ha grande gioco, sicché il poeta trova fisicamente il suo centro di gravità nel “precipitare nel tuo profumo/ senza condizioni”. Altrove (in “Spasmo”) parla di “capelli scompigliati/ da vento arrogante” (stavolta  è la natura ad entrare nel sommovimento della compenetrazione). Oppure udito e vista sono in combutta, come avviene in “Ordini”, per citare un’altra raccolta, Falsi Confini (1989): “S’attutiscono i rumori negli occhi/chiusi”. In “Flash” i piccoli quotidiani eventi si dilatano e ingigantiscono per effetto dell’avvolgente passione. E a questo modo Rossani lancia il suo “Urlo” quasi scandinavo, all’insegna della simpateticità tra ambiente, sentimento, le cose. Da questa sua semiologia dell’esprimersi, l’autore si muove verso ulteriori condizioni linguistiche. Una sorta di gioco tra lettrismo e semantica è centrale nel componimento “Parole”: “e i verbi diventano b(r)aci”.

Carmelo Strano, da FYINpaper


La Luna negli Occhi
Ottavio Rossani
Editore: Nino Aragno
Prezzo di copertina: euro 15,00
EAN: 978-88-8419-991-1