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Interviste Immaginarie


Negli anni 1973-1975 la Rai mandò in onda una serie di “Interviste Impossibili in cui uomini di cultura fingevano di intervistare fantasmi di persone appartenenti ad altre epoche, da Mata Hari a Plinio il Vecchio, da Charles Dickens a Oscar Wilde, da Beatrice Cenci a Tutankhamon e così via. Un piacevolissimo gioco intellettuale curato da Lidia Motta al quale dettero la voce attori del livello di Carmelo Bene, Paolo Poli, Romolo Valli, con scrittori dei testi del calibro di Arbasino, Camilleri, Ceronetti, Eco. Le “Interviste Impossibili” ebbero un grande successo, tanto che Valentino Bompiani ne pubblicò una scelta in due volumi. Quella serie non è stata ripetuta, ma oggi Mimmo Del Giudice, giornalista parlamentare di lungo corso ha voluto tentare qualcosa di simile. Intervistando personaggi della vita politica italiana, vivi o vissuti. Solo che Mimmo, conoscendo bene i suoi polli, ha pensato bene di inventarsele di sana pianta, le interviste, sicuro che sarebbero riuscite più vere e più rivelatrici che se fossero state se condotte direttamente. 

Molti degli “intervistati” appartengono ai due partiti che attualmente compongono la maggioranza di governo, alcuni appartengono alle forze di opposizione, altri possono essere considerati più o meno lontani dalla vita politica, anche se a volte compaiono in programmi televisivi, ma due rimandano alla memoria le “Interviste Impossibili” di buona memoria. E sono quelle a Bettino Craxi e a Giulio Andreotti. E sono, detto tra noi, le più riuscite e le più piacevoli. Per due ragioni: primo, perché dimostrano in controluce la profonda conoscenza che il giornalista Del Giudice ha dei fatti di cui parla e fa parlare questi autorevolissimo personaggi; secondo, perché ne scaturiscono due ritratti perfetti di coloro che un tempo facevano il bello e il cattivo tempo in Italia. Gli altri, oggi, provano a farlo e, da vecchio giornalista parlamentare io stesso, non sono sicuro se sarà bello o cattivo. 

Nell’introduzione è lo stesso autore a spiegare chi gli ha dato lo spunto per il gioco immaginario: quel “ragionier Beppe Grillo”, “padre putativo” dei 5Stelle, comico-politico  inventore di un ““non partito” che con le elezioni del 4 marzo 2018 ha portato in Parlamento una folla di parlamentari, 222 deputati e 109 senatori., I quali,  guidati dal capo politico del “non partito”, Luigi di Maio, si sono alleati con i loro avversari (in campagna elettorale) della Lega (non più del Nord) di Matteo Salvini, che, sempre il 4 marzo “01, a sua volta ha vinto alla lotteria, scavalcando Forza Italia e portando a Montecitorio un bel gruzzolo di rappresentanti del popolo 124 deputati e 58 senatori”. 

Se quello di Grillo voleva essere un bello scherzo al parlamentarismo all’italiana, con il governo Conte, il “governo del Cambiamento”, lo scherzo è più che riuscito. Da qui la decisione di Del Giudice di inventarsi queste interviste, che definisce un “divertissement”, un “joke”, uno scherzo, appunto. L’intenzione dell’autore non è quella di mettere alla berlina i personaggi che “intervista”. “Mi farebbe piacere, avverte, se mostrassero con i fatti di saper legiferare e governare”, di dimostrare “di essere all’altezza dei compiti e dei ruoli che svolgono”. 

Ma ecco alcuni numeri: i “non-intervistati” sono quaranta: 17 5Stelle, 5 tecnici, 4 leghisti, 3 di Forza Italia, due di LeU, due DC, 2 PSI, 1 del PD. 1 di FdI, un ex PCI, un ex radicale, 1 di IdV. Infine l’autore volge il gioco su sé stesso ed è forse l’intervista più interessante. Non riporto passi: il divertimento è leggerle ed è quello che invito a fare. Con un’ultima annotazione. L’autore cita due massime “Omne trinum est perfectum”, definendola massima medievale. E “In ogni treno c’è un prefetto” attribuendola ad un anonimo del XX secolo. Sono in grado di rivelarne il nome: Massimo Chiodini, spiritoso giornalista parlamentare dell’Agenzia Italia, ahimè scomparso molti, molti anni fa. Quando al cambiamento non ci pensava nessuno. 

Neri Paoloni


Interviste Immaginarie
Mimmo del Giudice
Edizioni Effigi
Euro16,00