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Il lavoro in via di estinzione di Pino Miglino


Per cogliere i vantaggi dell’Intelligenza Artificiale “lavorare meno lavorare tutti” 

Insieme ai tanti vantaggi che porta e porterà con sé, l’intelligenza artificiale (IA) suscita anche legittime preoccupazioni per i rischi che il suo utilizzo potrebbe comportare nei più svariati campi di applicazione. L’Unione europea, non a caso, ha partorito pochi mesi fa il primo regolamento al mondo sull’intelligenza artificiale, certificando il principio che l’uso dell’IA va regolato. Il 2023 è stato l’anno in cui l’intelligenza artificiale ha accelerato ed è salita in cattedra. Anche i profani scoprono piano piano che questo provoca già, e provocherà ancora di più nei prossimi anni, un impatto enorme, nel mondo del lavoro, nella società più in generale. Sarà una rivoluzione e come ogni rivoluzione tecnologica produrrà profondi cambiamenti nel modo di vivere, di produrre, di lavorare. L’esperienza storica insegna che ogni rivoluzione tecnologica distrugge posti di lavoro ma ne crea altri. Perché questa rivoluzione dovrebbe essere diversa dalle precedenti? Perché stavolta, avvertono gli esperti, non saranno messi a rischio soltanto i posti di lavoro a più bassa specializzazione ma a rischiare saranno, anzi sono, anche i lavori intellettuali, avvocati, ingegneri, programmatori, commercialisti, docenti, giornalisti. Qualcuno ha parlato di luddismo dei professionisti. Pino Miglino, giornalista, autore del saggio «Il lavoro in via di estinzione» (Primamedia editore, 144 pag.), rilancia la ricetta della riduzione dell’orario di lavoro per salvarsi da automazione e intelligenza artificiale. Alla presentazione del suo volume ha sottolineato: «Ho scritto un pezzo su una rivista culturale impiegando circa due ore. Poi l’ho fatto scrivere, sullo stesso argomento, dalla piattaforma ChatGpt (uno dei più noti algoritmi ‘generativi’). Ci ha messo pochi minuti e ha prodotto un testo più che accettabile. Il mio probabilmente era migliore ma la prossima volta potrei utilizzare quel testo dell’IA per integrarlo un po’ e ottenere lo stesso risultato finale, ma in un tempo enormemente inferiore. La stessa cosa possono fare i giornalisti nelle redazioni». 

Il volume analizza in forma di cronaca la disoccupazione intesa come malattia strutturale, il ruolo dei sindacati e della politica ma anche gli esperimenti in corso nei principali Paesi occidentali, oltre alla necessità di una rivoluzione culturale che porti a lavorare per vivere e non a vivere per lavorare, evocando lo slogan degli anni Settanta Lavorare meno lavorare tutti.

Il testo si sviluppa anche attraverso interviste inedite, rilasciate a suo tempo dai sindacalisti Pierre Carniti, Agostino Megale, Susanna Camusso, dal giuslavorista Piergiovanni Alleva e l’ultima rilasciata dal sociologo Domenico De Masi. «L’occupazione si trova oggi a navigare tra Scilla e Cariddi. Dove Scilla è la scandalosa disuguaglianza che riduce la domanda dei consumatori. E Cariddi -  sottolinea Miglino - è l’automazione che, contrariamente al passato, non riesce a creare un numero equivalente di posti rispetto a quelli che distrugge. Due, dunque, sono le strategie su cui agire. Una più convenzionale e cioè la redistribuzione della ricchezza e l’altra quasi ignorata ma decisiva e cioè la redistribuzione dell’orario di lavoro». In un articolo su Agendadigitale.eu si stima, facendo ricorso a dati Istat, che entro il 2025 il mercato italiano dell’IA raggiungerà i 700 milioni di euro, con un aumento medio annuo del 22% e numerose saranno le figure professionali colpite. A livello globale Goldman Sachs stima che nei prossimi dieci anni intelligenza artificiale e automazione cancelleranno circa 300 milioni di posti di lavoro. Amazon, che occupa circa un milione e mezzo di addetti, nel 2030 impiegherà più robot che lavoratori umani. In Cina nel 2021 sono stati installati 270mila robot industriali, oltre la metà di quelli installati nel mondo. Molti esperti concordano sul fatto che la transizione al nuovo mondo sarà molto dolorosa. Alla fine del percorso l’IA porterà sicuramente tanti benefici nella società ma allo stesso tempo c’è il rischio, per alcuni una certezza, che milioni di lavoratori si ritrovino per strada.

Stefano Vetusti

Pino Miglino - Già caporedattore de La Nazione, ha cominciato la carriera a Tv Libera Livorno. Ha quindi vinto una borsa di studio della Federazione editori (Fieg) e del sindacato dei giornalisti (Fnsi) che gli ha consentito uno stage retribuito a Panorama e a La Nazione, dove poi è stato assunto. Ha lavorato anche per Il Telegrafo e collaborato col magazine Economy. Sì è occupato principalmente di economia e di politica. Attualmente scrive per la rivista Storia e Storie di Toscana e ricopre l’incarico di fiduciario per la Toscana di Casagit, la mutua integrativa dei giornalisti.


Il lavoro in via di estinzione. Ridurre l'orario per salvarsi da automazione e intelligenza artificiale

Di Pino Miglino
Editore: Primamedi
Pagine: 144
€ 15,00