19/06/2018

Quote di iscrizione all’Ordine: documento dell’Ungp


Il Consiglio nazionale dell’Unione Nazionale Giornalisti Pensionati nella seduta del 19 giugno 2018 ha approvato un ordine del giorno presentato da Giuseppe Sgambellone presidente del Gruppo del Trentino Alto Adige e da Mauro Lando, segretario nazionale dell’Unione, sul tema delle quote di iscrizione all’Ordine previste per i colleghi pensionati. L’OdG è stato inviato al presidente dell’Ordine Carlo Verna. Pubblichiamo il testo del documento: 

“Che l’Ordine dei giornalisti rappresenti una garanzia per l’esercizio dell’attività professionale è dato per scontato. Altrettanto scontata è però l’attuale inadeguatezza della legge istitutiva dell’Ordine dei giornalisti (L.3 febbraio 1963 n.69) e del conseguente Regolamento di esecuzione (DPR 4 febbraio 1965 n.115). Più di mezzo secolo non è passato invano. Da qui l’impegno dell’Ordine nazionale per arrivare ad una riforma legislativa che sia al passo dei tempi. A tal proposito i giornalisti pensionati guardano con interesse alle proposte di riforma che l’Ordine proporrà al legislatore.

“Vi sono però delle norme che con una semplice interpretazione possono essere cambiate anche perché su di esse hanno inciso recenti norme legate all’attività lavorativa. Una di queste riguarda i giornalisti pensionati che hanno dovuto lasciare il lavoro in occasione di tagli occupazionali, o simili.

“Il riferimento è alla norma del suindicato regolamento che prevede la riduzione al 50 per cento della quota di iscrizione annuale all’Ordine per i giornalisti titolari di pensione di vecchiaia e di invalidità. Nulla si prevede invece per i giornalisti titolari di pensioni di anzianità creando così già in partenza una discriminazione palese.

Tale discriminazione nasce dal mancato riconoscimento della drammatica realtà del nostro settore. Basta ricordare che dalla crisi del 2010 in poi, migliaia di giornalisti sono stati espulsi dalle redazioni a 58/60 anni in virtù dei prepensionamenti usati in dosi massicce dagli editori grazie ai finanziamenti pubblici. E inoltre molte aziende editoriali sfruttano ancora oggi le pensioni di anzianità come valvola di sfogo per ridurre il personale. Proprio questi pensionati di anzianità, espulsi dalle redazioni magari con pensioni inadeguate, hanno l’obbligo di pagare la quota di intera di iscrizione annuale all’Ordine.

“Inoltre i pensionati di vecchiaia (che pagano metà quota) non sono soggetti al cumulo che, al contrario, vale per chi gode della pensione di anzianità (che paga la quota intera). Insomma una situazione insostenibile sotto tanti profili e che crea pensionati di serie A e di serie B.

“Sulla base di queste considerazioni il Consiglio nazionale dell’Unione nazionale dei giornalisti pensionati chiede al Consiglio dell’Ordine nazionale dei giornalisti di interpretare in modo estensivo, ma adeguato ai tempi, la norma sulla quota annuale di iscrizione per i pensionati di anzianità. A tal proposito il Consiglio nazionale Ungp ritiene che la soluzione ottimale sia una sola: quota ridotta uguale per tutti a prescindere dal tipo di pensione sia essa di vecchiaia, anzianità o invalidità.”

Giuseppe Sgambellone
Mauro Lando