23/05/2018

Assemblea dei giornalisti del Trentino Alto Adige: impegno comune di attivi e pensionati per uscire insieme dalla crisi


I temi della precarietà del lavoro nel mezzo di una crisi senza precedenti nel campo nell'editoria, la necessità di una riforma dell'Ordine  ancora legato a una legge datata 1963, il coordinamento degli enti di categoria, la difesa dell'informazione come baluardo della democrazia. Questi i temi centrali che hanno caratterizzato l'assemblea annuale del sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige introdotti da una relazione del segretario regionale Rocco Cerone che ha evidenziato le difficoltà che si avvertono anche in regione come testimoniano le dure vertenze in atto ai dorsi locali del Corriere della Sera, a Vita Trentina e Radio Trentino inBlu. 

Giuseppe Sgambellone, presidente dell'Ungp del Trentino Alto Adige, ha posto al centro del dibattito il tema del rapporto fra pensionati e colleghi in attività sottolineando che da questa situazione drammatica o si esce tutti insieme (anche dicendo sì a misure come il contributo di solidarietà) oppure non ci sarà futuro per la professione. Un esempio virtuoso di sinergia fra associazioni sindacali e enti di categoria - ha ricordato Sgambellone -  è quello che riguarda la ex fissa con la Fnsi che ha costruito un percorso per offrire - su base volontaria - una opportunità di incasso ridotto ma in tempi più rapidi, reso possibile grazie anche al fondamentale contributo dell'Inpgi che la settimana scorsa ha  varato un finanziamento da 14 milioni alla Fieg. Ora bisognerà aspettare il via libera dei ministeri vigilanti. L'esito non è scontato, la speranza è che il parere sia favorevole e in tempi non biblici. Altro tema affrontato quello dell'abuso del lavoro dei giornalisti pensionati nella confezione giornaliera delle pagine di quotidiani e riviste. In sostanza un'invasione di campo in argomenti di esclusiva pertinenza dei redattori.

La presidente dell'Inpgi Marina Macelloni ha ricordato che soltanto nel corso del 2017 si sono persi 900 posti di lavoro riducendo così la base contributiva a circa 15.000 unità. Per la prima volta nella storia dell'Istituto il bilancio si è chiuso in rosso perché la dura riforma, varata un anno fa, darà i suoi frutti solamente nel medio lungo periodo. Nel frattempo bisognerà pressare tutti insieme il governo che verrà per il varo di una legge di sostegno al settore editoriale, come già fatto per altri comparti industriali. 

 Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi, ha ribadito che l'unica ricetta per uscire dalla "tempesta perfetta” è creare nuova occupazione che garantisca certezza economica e più diritti. Un prodotto di qualità come baluardo dell'articolo 21 della Costituzione. Ma tutto questo ha un costo professionale e industriale che va ripagato, uscendo dalla logica che tutto ciò possa avvenire gratis. Pertanto la strada obbligata è quella del pagamento per accedere ai grandi siti di informazione e, nel contempo, tassare a livello europeo tutti i giganti del web che traggono indebito profitto dal lavoro dei giornalisti.  Mentre sempre più cronisti sono vittime della violenza di organizzazioni criminali o di metodi più subdoli  di intimidazione quali le querele temerarie con richieste milionarie di risarcimento. (Foto di: AK PHOTO)