19/04/2018

Informazione e religioni per una convivenza pacifica: seminario con crediti formativi a Firenze


“Comunicare con responsabilità” : è la sintesi emersa  dal seminario con crediti formativi su "Informazione e religioni per una coesistenza pacifica", uno dei primi in Italia su questo tema delicato e complesso, organizzato dall'Associazione Stampa Toscana nella sala Borsi accanto alle Cappelle Medicee, concessa dal presidente dell’Opera Medicea Laurenziana e già Prefetto di Firenze, Paolo  Padoin

Protagonisti dell'incontro monsignor Andrea Bellandi, teologo e Vicario generale dell'Arcidiocesi di Firenze, Izzedin Elzir, Imam di Firenze e presidente nazionale dell'Ucoii, e Rav. Amedeo Spagnoletto, Rabbino di Firenze. L’inquadramento deontologico della professione giornalistica è stato svolto dal collega Massimo Lucchesi. A moderare il dibattito il presidente  dell’Associazione Stampa Toscana, Sandro Bennucci. Presenti al semnario anche numerosi colleghi del Gruppo toscano giornalisti pensionati.

Il modello fiorentino di dialogo interreligioso è uno dei più proficui ed avanzati non solo in Italia, ma anche in Europa. Parte negli Anni Cinquanta del Novecento con l’Amicizia Ebraico-Cristiana consolidatasi con La Pira dopo che la Comunità cattolica durante la Seconda  Guerra Mondiale  salvò dai campi di sterminio numerose vite di israeliti. E successivamente sempre sulla spinta del  “sindaco santo”  e della Chiesa incominciò il confronto con la realtà islamica.

Come si pongono oggi le tre Religioni monoteiste di fronte al problema dell’Informazione ? "La comunicazione è parte integrante della questione antropologica. L'impegno nella ricerca della verità va accompagnato al rispetto dell'uomo", ha spiegato Monsignor Bellandi nel suo intervento che ha citato più volte anche Papa Francesco e il messaggio per la prossima giornata delle Comunicazioni sociali. Qui Francesco parla di "info-etica della comunicazione, qualcosa che richiama alla bioetica. E questo perché nel reale di tutti i giorni - ha detto - non c'è solo il bianco o il nero, ci sono anche sfumature che vanno rappresentate e comunicare vuol dire agire anche per non dividere. Mai la comunicazione va semplificata, soprattutto se è comunicazione religiosa".

"Firenze è città del dialogo religioso da sempre. Ma la paura, anche in Italia, di fronte ai terrorismi è molto forte. Lavorando insieme, noi come comunità religiose, voi come operatori del mondo della comunicazione, possiamo diminuire questo senso di paura, collaborando per il bene comune", ha spiegato l'Imam Izzedin Elzir. 

"La funzione delle religioni oggi ci porta a lavorare prioritariamente sul dialogo, prendendo ovviamente atto che è un cammino difficile, laborioso, faticoso - ha spiegato ancora l'Imam - sta a noi per primi essere responsabili  ma è una raccomandazione che rivolgiamo anche ai giornalisti, visto che la nostra Costituzione garantisce libertà di espressione, ma nel quadro della responsabilità di tutti".

Certo a Firenze, come ha ricordato il rabbino capo Amedeo Spagnoletto, più che altrove si vive "l'importanza del dialogo interreligioso. E lo dico io che sono l'ultimo arrivato e l'ho trovato. Ma di certo, e lo abbiamo già dimostrato, se qualcuno offende uno di noi troverà gli altri due pronti a difenderlo, a fare i suoi paladini".