04/12/2017

Il messaggio del sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi: con voi e con Radio Amatrice nella trincea del terremoto


Caro Guido, 

cari Andrea, Lucia, Mauro, Angela, cari tutti voi. Vi do del tu perché voi giornalisti siete stati assieme a me il 24 agosto 2016, avete condiviso con me questi 15 mesi in trincea. Avete indossato gli scarponi, vi siete immersi nella nostra realtà, ci siete stati accanto.

Più volte ho sottolineato il ruolo fondamentale svolto dai media italiana nell'immediato post sisma. Purtroppo, ad Amatrice siamo ancora tra le spire del mostro. Un mostro insaziabile, che sta tentando in tutti i modi di distruggere la nostra ferma volontà di riprenderci la nostra normalità. La nostra terra. 

Avrei voluto essere oggi qui con voi. Avevo programmato di restare a dormire a Roma, per portarvi oggi non solo il mio saluto, e il mio ringraziamento istituzionale e personale, ma anche per spiegarvi per quale motivo l'esperienza di Radio Amatrice sia stata così straordinaria, e così unica nella storia del giornalismo italiano. Purtroppo, all'una di notte, terminata la diretta nella trasmissione "Non è L'Arena", ho immediatamente ripreso l'auto per tornare ad Amatrice, dopo essermi messo in contatto con la Protezione Civile. 

Lascio a Daniele il compito di raccontarvi la genesi e gli sviluppi del progetto, e soprattutto i motivi che hanno spinto l'amministrazione comunale a credere così tanto in Radio Amatrice, e quindi in assoluto nella Comunicazione. Noi siamo in guerra. E io sono dovuto tornare in trincea. Quella trincea che per me è resa gravosa dal ricordo e dalla necessità di onorare la memoria di chi non c'è più. Con la consapevolezza di dover lavorare ancora più forte per permettere alla mia gente di continuare a credere che, sì, i nostri figli cresceranno in una nuova Amatrice. Sicura, bella, bellissima com'è sempre stata. E come sempre sarà.

Vi saluto e vi aspetto ad Amatrice.

Sergio