27/11/2017

Bartoloni: ora in piazza sotto le finestre Rai e degli editori


E’ tempo di inchiodare gli editori alle loro responsabilità sul boom del giornalismo precario, sfruttato, sottopagato, mandato allo sbaraglio a rischio dell’incolumità. Daniele Piervincenzi, aggredito ad Ostia e per il quale vi è stata una sacrosanta sollevazione popolare, è uno di loro, esposto a ogni rischio e pericolo sul lavoro, inviato dalla Rai nel covo della malavita senza contratto giornalistico, senza alcuna tutela e copertura sociale e assicurativa. Nelle sue stesse condizioni sono diverse centinaia di colleghi soltanto nella Rai che, secondo il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Verna, “è un mondo da far west su cui vanno accesi i riflettori degli organismi di vigilanza”.

Dopo la mobilitazione sotto Montecitorio e nelle piazze di Ostia, è ora di portare la protesta sotto casa degli editori, sotto le finestre della Rai, in difesa della legalità, del diritto di cronaca e dell’occupazione, e per denunciare non solo e non soltanto l’inerzia del Governo e del Parlamento, ma anche le colpe degli editori che non rispettano le regole elementari del contratto, peraltro scaduto da quasi due anni. Nonostante gli aiuti e gli incentivi fiscali ottenuti dal governo su previdenza e stati di crisi, nonostante le promesse ai più alti livelli e gli ottimismi sulla ripresa dell’economia, e nonostante l’80% del fatturato editoriale venga ancora dalla carta stampata, crolla l’occupazione, si vuotano le redazioni, si continuano a mortificare professionalità, a calpestare esperienze, a mercificare la notizia, ma soprattutto ad alimentare lavoro precario, vite precarie, libertà precarie. Denuncia il presidente dell’Inpgi, Marina Macelloni: “Nei primi sei mesi del 2017 abbiamo già registrato una perdita di 800 posti di lavoro (a tempo indeterminato ndr) dopo gli oltre 2.700 persi dal 2012”. Oggi il 65% degli iscritti all’albo dei giornalisti è precario o disoccupato, e 8 giornalisti su 10 prendono 10mila euro l’anno, un reddito di fame e sotto la soglia della povertà.

Romano Bartoloni