22/11/2017

Marcello Zinola: oggi vite e lavoro precario a Roma. La mia proposta: scorta mediatica per i precari. Sono prigionieri, evitiamo che li uccidano

"Anche qui, come per i casi Regeni o dei colleghi sotto tiro e minaccia, facciamo una bella scorta mediatica: ai precari oggi senza futuro perché non li "uccidano" dopo averli già fatti prigionieri".


Dalla Liguria arriveremo in treno, una trentina, assortiti tra un paio di vecchi indomabili, un po' di garantiti e una pattuglia rappresentativa di vecchie e nuove precarietà compresi alcuni colleghi del "defunto" Corriere Mercantile (tra molte lacrime di circostanza e, con il "cadavere ancora caldo" la domanda "ma quante copie possiamo recuperare noi con loro fuori dalle edicole?" ). Con relativo striscione. Sarà solo un simbolo? No. Perché oggi i vecchi e nuovi mega gruppi editoriali 

-Mediaset e famiglia Berlusconi, 
-Cairo Rcs Corriere della sera la7 simile al pacchetto del Cavaliere ma con molto meno strepiti e oddio oddio la libertà di stampa, 
-Gedi con repubblica stampa secolo xix finegil idem come sopra, sarà perché la creatura di Scalfari non è criticabile come i suoi editori? E se lo fai sei un becero estremista o antidemocratico magari un po' reazionario?
-saranno produttori di ulteriori precarietà e tagli. 

Non illudetevi, non illudiamoci, non è che se la fusione la fa un "illuminato" (illuminato da cosa e da chi?) editore imprenditore di un giornale di area progressista (repubblica e dintorni) questa è meno pericolosa. La Liguria è il primo banco di prova: redazioni di secolo e stampa già fuse e accasate, il pezzo mio o tuo che esce sui due giornali, i due siti, i due social etc. Collaboratori tagliati e colleghi testimoni nelle cause di lavoro dei "tagliati" o "facenti causa" che dimenticano di spiegare bene le cose come funzionavano. Nuovo stato di crisi a Il Secolo XIX, nel gruppo Gedi, il primo della serie (?) dopo quelli pre fusioni appena conclusi a la Stampa e Repubblica.

E' la stampa, bellezza? Non era la stampa, è la realtà di oggi. Ecco perché è importante esserci, perché abbiamo proposto per anni spesso sbeffeggiati o con strumentali e pseudorivoluzionari utilizzi dei precari, di fare sindacato anche con e per loro, non creando altri mini e perdenti sindacati. Finalmente ci si riesce, quantomeno la strada si riapre. Chi non ci sarà, soprattutto 

-se per scelta, 
-perché ecchecazzo ci vorrebbe una diversa forma di mobilitazione, 
-se vengo non lavoro più, 
-se vengo c'è tizio che non viene e lavorerà al posto mio anche a un prezzo più basso eccetera, avrà torto.

State all'occhio ai nuovi che si chiamino Gedi, Cairo, Berlusconi... E siate, siamo corretti nel racconto perché ad Ostia, per esempio, chi ha preso cazzotti e bastonate non era (o lo era ed è stato spiegato male, non si è capito molto bene) un dipendente Rai ma uno dei tanti colleghi che lavorano per i vari format dei programmi Rai (e di altre tivù nazionali o programmi di sedicente giornalismo come Iene o Striscia) che sono appalti. Ci scandalizziamo e denunciamo, giustamente, quelli sottopagati e senza o poche tutele dell'edilizia, della siderurgia, della logistica che consegna i pacchi del nostro e-commerce e via dicendo? Questi cosa sono?

Accadeva e accade anche per i programmi dei sinceri democratici dell'informazione...

Oppure mai provato a vedere come funzionano le "redazioni" che fanno il lavoro per le trasmissioni che so di Crozza o di Fazio? Hanno contratti e qualifiche da giornalisti secondo voi pur essendo molti di loro giornalisti? Ecco un altro buon motivo per esserci oggi perché talvolta i nostri peggiori nemici rischiamo di averli in casa, fanno le belle prediche e le belle inchieste ma con il... degli altri.

(Vorrei parafrasare l'avvocato e comico ligure Enrique Balbontin, ma sarei forse un po' greve, ma ci siamo capiti). 

E che il 22 sia solo la prima di queste iniziative da replicare quantomeno in tutti i capoluoghi di regione. L'Fnsi, l'Ordine (caro presidente Verna, coraggio e attributi sulla scrivania per cacciare gli ultimi mercanti dal tempio), l'Inpgi, la Casagit, siamo noi, diamogli, ri-diamogli forza (e non servono i polpodotati che si candidano e fanno eleggere dappertutto, mandiamoli a casa perché spesso sono quelli con l'abito migliore del rivoluzionario a parole e dell'insulto). 

Anche qui quindi, come per i casi Regeni o dei colleghi sotto tiro e minaccia, facciamo una bella scorta mediatica: ai precari oggi senza futuro perché non li "uccidano" dopo averli già fatti prigionieri.

Marcello Zinola ex segretario Associazione Ligure Giornalisti-Fnsi