29/09/2017
Amatrice un anno dopo: un passo alla volta per ricostruire
Dal novembre del 2016, quando l’Unione nazionale giornalisti pensionati decise di partecipare alla ricostruzione delle zone terremotate del Centro Italia sostenendo una iniziativa nel settore della comunicazione, sono stato più volte ad Amatrice, dove era nata un’emittente radiofonica che si è rivelata preziosa per assicurare il collegamento fra gli abitanti della cittadina, dispersi negli hotel della costa adriatica, e il Comune guidato dal sindaco Sergio Pirozzi, rimasto a presidiare il territorio in condizioni inizialmente molto precarie (praticamente un container adibito ad ufficio) ma comunque sempre in grado di garantire, con tutta l’efficienza possibile, i servizi essenziali alla popolazione.
Sul nostro sito, l’Ungp ha sempre dato conto degli sviluppi dell’iniziativa, fino alla consegna, il 6 luglio scorso, presenti numerosi dirigenti nazionali dell’Unione, della regia video richiestaci per implementare le trasmissioni di Radio Amatrice, che da quella data funziona regolarmente e consente al sindaco di comunicare quotidianamente con i suoi concittadini e allo staff giornalistico dell’emittente di documentare gli eventi più significativi che interessano gli amatriciani e che, devo dire, sono stati numerosi, con particolare intensità nei mesi estivi.
Successivamente, ho ritenuto opportuno tornare ad Amatrice per rinnovare la nostra solidarietà alla popolazione e verificare il buon funzionamento delle apparecchiature, ormai perfettamente collaudate, della radio. Ho doverosamente seguito la sollecitazione del sindaco, che aveva invitato la stampa a “restare in disparte” la notte fra il 23 e il 24 agosto, quando la terra tremò per la prima volta, nel rispetto della intimità delle persone colpite direttamente dalla tragedia; e così sono stato ad Amatrice il 21 agosto, e ho avuto la possibilità di incontrare di nuovo il sindaco Pirozzi, con Patrizia Catenacci, vicesindaco e infaticabile protagonista della comunicazione social, e i colleghi dell’ufficio stampa e della radio, in particolare Daniele Galli, che indossa sempre un’elegante t-shirt con il logo di Radio Amatrice, una radio che ormai consideriamo anche un po’ come “nostra”. E’ stata anche l’occasione per riesaminare insieme il progetto, in via di elaborazione, di un corso di aggiornamento professionale per giornalisti da organizzare insieme all’Ordine, alla Fnsi e all’Ungp sul tema: “L’informazione nelle situazioni emergenza. L’esempio di Radio Amatrice”.
Il giorno precedente, domenica 20 agosto, si era svolta la manifestazione podistica Amatrice-Configno, la domenica successiva, il 27 agosto, ci sarebbe stato il megaconcerto di Luca Barbarossa, Gianni Morandi e Carmen Consoli; prima, il 24 la Messa in memoria delle vittime celebrata dal vescovo di Rieti mons. Domenico Pompili, presenti il presidente del Consiglio Gentiloni, le autorità locali e regionali, i responsabili della Protezione civile, numerosissimi volontari.
Questo per rimarcare che ad un anno da un sisma così distruttivo, Amatrice si sta risollevando: il cantiere, anzi i cantieri sono sempre aperti e via via più numerosi. Amatrice sta risorgendo dalle sue rovine; per il momento accanto alle rovine, ma intanto è cominciato (finalmente!) lo sgombero delle macerie, cicatrice dolorosamente aperta nel corpo della città. Quel giorno, l’apertura di un corridoio di accesso a quello che fu un centro abitato consentiva di raggiungere la torre campanaria, la restaurata statua di Cola Filotesio (Cola dell’Amatrice), il plastico del parco nazionale del Gran Sasso e dei monti della Laga.
Penso che il lavoro di rimozione delle rovine, che prosegue, già consenta di avere una visione diversa e più completa del da farsi per la ricostruzione; ma intanto, posso testimoniare che essendoci stato a più riprese dal novembre 2016, ogni volta ho potuto verificare che era stato compiuto un passo in avanti. Lo dico senza cedere a trionfalismi, che sarebbero fuori luogo, ma riconoscendo il merito a chi ne ha diritto. E lo dico, segnalando le parole del Vescovob di Rieti mons. Pompili, nell’omelia della Messa del 24 agosto: “Ricostruire è possibile. Ma non l’identico, bensì l’autentico”, perché “l’identità di un borgo storico è sempre dinamica e la storia non torna mai indietro. Ricostruire vuol dire sempre andare avanti”.
E dunque, il 21 agosto il passo più rilevante che ho potuto
non solo osservare ma anche sperimentare è stato il completamento dell’”Area
del gusto” che avevamo viso in fase di ultimazione all’inizio di luglio, e che
ora è in buona parte funzionante. L’hanno voluta chiamare “Area del gusto,
della tradizione e della solidarietà”; ed è uno dei poli della rinascita di
Amatrice; coniuga modernità e tradizione, valorizza la vocazione gastronomica
del luogo insieme all’attrazione turistica, affacciata com’è sullo splendido
panorama dei monti della Laga. Progettata dallo studio Boeri di Milano e
realizzata a tempo record grazie a finanziamenti di enti pubblici e privati,
ospita otto ristoranti e una mensa scolastica, disposti attorno ad una piazza,
centro di aggregazione sociale immerso nella natura, con al centro
un’installazione di 350 colonne cilindriche di legno, che Boeri definisce un
“bosco artificiale di 10 metri di diametro, dove è possibile ricreare una
dimensione di contatto con la natura”.
Sulla strada che conduce all’Area del gusto, alcune delle casette già consegnate ai terremotati, il supermercato, un Centro di comunità che funge anche da chiesa, ma non solo, lo spazio destinato ad altre attività commerciali in fase di ultimazione. Altre case provvisorie sono state realizzate in prossimità delle frazioni di Amatrice, e ritengo che l’assegnazione degli immobili sia ormai in fase di completamento; il che consentirà ai residenti di affrontare con un minimo di serenità il secondo inverno dell’era post terremoto. Il primo fu veramente drammatico, con tre metri di neve e la terribile sensazione di essere lasciati soli.
Una solitudine che non si deve ripetere. E noi, da parte nostra, ci saremo.
24/8/2017