19/03/2017

Documento del Gruppo del Trentino Alto Adige Südtirol:
"Riforma Inpgi, equità sì, ma da tutti"

L'assemblea generale elettiva dei giornalisti pensionati del Trentino Alto Adige Südtirol, riunita a Bolzano il giorno 18 marzo 2017, ha preso atto che con il via libera dei Ministeri vigilanti è entrata in vigore la riforma previdenziale dell'Inpgi anche nella parte riferita al contributo triennale di solidarietà attinto dalle pensioni


Si tratta di un prelievo che i Ministeri considerano come l’attuazione del principio di equità intergenerazionale in riferimento anche a pronunce della Corte Costituzionale.
Pur consapevoli dell’ulteriore, e certamente non gradita, incisione nel proprio assegno pensionistico, i giornalisti pensionati Ungp del Trentino Alto Adige Südtirol non si sottrarranno a questo “principio di equità”, ma ritengono opportuno chiarire che l’equità deve essere ben ripartita per raggiungere l’obiettivo irrinunciabile del risanamento del bilancio Inpgi così da garantire pensioni e welfare per i giornalisti.
Un’abbondante quota di equità è già a carico dei pensionati visto che da anni sulle pensioni viene imposto il blocco della perequazione e che nella attuale riforma previdenziale, oltre al prelievo, sono previsti anche importanti tagli al welfare e a previdenze mirate alla terza età.
Importante è anche la quota di equità a carico dei colleghi in attività sia in termini di calcolo del loro futuro assegno pensionistico, sia di rallentamenti nell’accesso alle pensioni. Proprio i giornalisti attivi sono le principali vittime del generale stato di crisi del settore dell’editoria: licenziamenti, prepensionamenti, demansionamenti sono ormai da troppi anni all’ordine del giorno. I riflessi sull’Inpgi sono palesi: meno giornalisti attivi significa meno contributi per l’istituto previdenziale.
C’è però da chiedersi quale quota di equità nel risanamento è a carico degli editori che nel corso degli ultimi anni, approfittando di generosi interventi statali, non hanno avuto remore nel mandare a casa i giornalisti.  E’ vero che nella manovra si prevede un contributo aggiuntivo di disoccupazione dell’1,4 per cento, ma appare ben poca cosa rispetto al problema complessivo.
Infine va rivendicata un’altra una quota di equità, forse complessivamente piccola, ma significativa. E’ quella che riguarda i giornalisti che, andati in pensione, non hanno di fatto mai interrotto il proprio lavoro nelle redazioni danneggiando così l’Inpgi ed anche i giovani colleghi, magari precari.
Un po’ di equità va cercata anche dentro l’Inpgi dove vanno proseguiti gli interventi amministrativi e strutturali già positivamente attuati e tali da aiutare a contenere il deficit. A tal fine vanno anche avviate iniziative per far accedere all’Inpgi le nuove professioni nel settore della comunicazione.

Approvato all’unanimità