09/03/2017

Guido Bossa: "Le nostre priorità sono solidarietà con i colleghi
e salvaguardia dell'Inpgi"

Guido BossaPrendo atto, e non potrei fare altrimenti, del documento approvato dai colleghi del Gruppo piemontese, e mi riservo di presentarlo alla prossima riunione del nostro Consiglio nazionale. Desidero tuttavia esporre da subito alcune considerazioni che ritengo coerenti con la linea sempre seguita in questa materia da parte degli organi dirigenti dell’Ungp e che mi sembra utile richiamare ora, anche in relazione ad altre manifestazioni di disagio che si sono manifestate fra noi pensionati dopo il varo della riforma previdenziale in Consiglio di Amministrazione dell’Inpgi e la sua approvazione da parte dei Ministeri vigilanti


L’Ungp è un organismo di base del sindacato unitario dei giornalisti italiani, la Fnsi, che ha dato parere favorevole alla riforma, considerando “indispensabili gli interventi finalizzati ad assicurare la sostenibilità della gestione previdenziale dell’Inpgi” (GE 27 settembre 2016). Per quanto riguarda la nostra Unione, nei quasi tre anni intercorsi da quando, a partire dal giugno 2015, abbiamo affrontato il tema della partecipazione dei pensionati al percorso di risanamento dell’Inpgi, mai, nei numerosi documento approvati sempre a larghissima maggioranza, abbiamo respinto l’ipotesi di un contributo di solidarietà assimilabile al sacrificio richiesto a tutti gli iscritti all’Istituto: giornalisti attivi, donne, precari e anche disoccupati. La continuità di tale atteggiamento è la riprova, ritengo, del senso di responsabilità dimostrato nel tempo, ma anche del nostro reale interesse alla messa in sicurezza dei bilanci dell’Inpgi e al mantenimento dell’autonomia dell’ente che eroga le nostre pensioni. Personalmente ne vado orgoglioso, poiché ritengo che tale atteggiamento sia la conferma della nostra adesione ai valori della solidarietà che sono al fondamento del nostro essere sindacato. Ricordo in proposito che nella già citata delibera della Giunta esecutiva del 27 settembre 2016 si sottolineava che l’eventuale intervento di solidarietà sulle pensioni in essere fosse accompagnato “da una revisione, concordata con la Fnsi, del Fondo di perequazione”, in modo da dare un sostegno maggiore alle pensioni più basse. Nel Comitato tecnico di gestione del Fondo, di cui facciamo parte, l’Ungp si adopererà perché tale impegno venga mantenuto.
Sul nostro essere sindacato, insieme ai colleghi e alle colleghe in attività, ai giovani, ai precari, alle componenti più deboli della nostra categoria, non vi debbono essere dubbi. Faccio presente che nel dibattito in corso sulla riforma dello Statuto federale, la linea dell’Ungp, approvata dall’ultimo Consiglio nazionale, punta ad ottenere una più incisiva presenza dei pensionati, che naturalmente dà per acquisita la condivisione delle politiche sindacali.
Quanto alle argomentazioni di legittimità oggi esposte dai colleghi piemontesi, segnalo che il Ministero del Lavoro, approvando il 21 febbraio scorso la riforma, di concerto con quello dell’Economia, ha affermato come il contributo di solidarietà da applicare in via temporanea e per la durata di 3 anni, “costituisca – in adesione ai criteri esposti in proposito dalla Corte Costituzionale – una efficace attuazione del principio di equità intergenerazionale posto alla base dei sistemi previdenziali”. Di tale precisazione credo debbano tener conto quanti oggi si propongono di ricorrere contro la delibera dell’Inpgi. Certamente ne terrà conto l’Ungp quando affronterà responsabilmente l’argomento, consapevole della sua natura di organismo di base del nostro sindacato.

Guido Bossa
Presidente Ungp