28/02/2017

Bartoloni: "Massacro delle pensioni. Al via il prelievo Inpgi fuori legge"

Con un atto amministrativo fuori legge scatta da subito il prelievo forzoso e coatto sulle pensioni dei giornalisti. Mediante una arbitraria interpretazione di una sentenza della Corte Costituzionale, i ministeri vigilanti hanno ripescato il cosiddetto contributo di solidarietà (ribattezzato straordinario di equità) da loro bocciato in prima istanza giusto un anno fa per illegittimità


E assieme, con qualche riserva, hanno acceso il disco verde per  l’intero pacchetto della riforma ?lacrime e sangue? dell’Inpgi dopo 5 mesi di sala d’attesa ministeriale. Il fiore all’occhiello sarebbe l’innalzamento dell’età pensionabile fino ai 66 anni e 7 mesi, contrastato dalla drammatica realtà di oggi che produce prepensionamenti a raffica sotto i 60 anni (ben 104 in questo mese!) per troppo comodi stati di crisi editoriali.
Resta per ora il mistero sulle vere ragioni di un ripensamento così radicale sul prelievo, a rischio di bocciature nei tribunali e di contestazioni in ragione della sua dichiarata inconsistenza giuridica e legislativa nonostante il richiamo alla Consulta. Il 5 luglio 2016, la Corte ha riconosciuto, in via temporanea ed  eccezionale, il taglio solidaristico alle cosiddette ?pensioni d’oro? over 90mila euro stabilito con la legge di stabilità 2014, un’imposizione non più riproposta dal governo costretto a fare marcia indietro alla scadenza del 2016. Allora si è sentenziato sui contenuti di una legge varata dal Parlamento e, in particolare, su vitalizi superiori 14/20 volte i minimi previdenziali. L’Inpgi, come ente sostitutivo dell’Inps, non può agire di testa propria senza il supporto e  la delega dello Stato.
Peraltro, la tanto invocata solidarietà intergenerazionale non si conquista scardinando i diritti acquisiti e consolidati degli anziani, ma promuovendo la partecipazione solidale mediante il  ricorso a contributi volontari e liberali.
 Invece così è destinata ad allungarsi la filiera degli atti impositivi ed arbitrari che stanno taglieggiando le pensioni massacrate fin sotto la soglia del minimo garantito dal patto della quiescenza costituzionalmente protetto. Anni e anni di sacrifici subiti oltre ogni giusta misura sono stati provocati non solo da zero ritocchi all’insù in sintonia con il rincaro del costo della vita come per qualsiasi altro cittadino, ma dalle batoste di un caro fisco senza agevolazioni, sconti e aiuti come avviene per altre categorie di contribuenti, e soprattutto come è garantito alla terza età in ogni altro Paese del mondo occidentale. Risultato il ?mensile?, invece di crescere come sarebbe sacrosanta regola sociale, è stato ridotto mediamente di diverse centinaia di euro sotto i pesanti colpi del moltiplicarsi delle scuri dei tartassatori, Irpef, addizionali regionali, comunali, Imu, Tasi, Tari, super-ticket sulla sanità, e ha subito gli effetti depressivi a catena della mancata perequazione, mediamente una perdita  167 euro mensili di entrate. E poi nella terapia d’urto a carico dei giornalisti pensionati figurano: la riduzione a livello Inps degli assegni sociali e di superinvalidità con l’aggiunta dell’esclusione dei familiari superstiti; tagli progressivi  alle  pensioni di reversibilità delle vedove  fin quasi al dimezzamento; il rischio per molti anziani affittuari di rimanere senza casa messa in vendita a prezzi insostenibili e per giunta fuori mercato. E ancora niente  più case di riposo  per le vedove e solo per i vecchi colleghi con reddito max di 38mila euro rispetto ai 70.600 attuali. Una serie di sacrifici ingiusti e intollerabili di fronte ai vergognosi esempi degli amministratori Inpgi che non intendono rinunciare nemmeno a una fetta dei loro ricchi emolumenti.

Romano Bartoloni
presidente Gruppo romano giornalisti pensionati