22/02/2017
Consiglio nazionale Ungp: verbale della seduta del 27 settembre 2016
Nella sede della Fnsi in corso Vittorio Emanuele 349 in Roma, alle ore 10,30 del giorno 27 settembre 2016 si è aperta la seduta del Consiglio nazionale Ungp per esaminare il seguente ordine del giorno:
1) Approvazione del verbale della seduta precedente
2) Esame della proposta di modifica delle prestazioni Inpgi presentate alle parti sociali il 15 settembre 2016
3) Varie e eventuali
Erano presenti Guido Bossa, Gianfulvio Bruschetti, Mauro Lando, Claudio Cojutti, Paolo Baggiani, Romano Bartoloni, Ermanno Corsi, Gian Luigi Corti, Antonio De Vito, Orfeo Donatini, Enzo Ferrini, Marco Gardenghi, Gianni Giacomini, Giorgio Greco, Tiziana Longo, Antonio Lovascio, Domenico Marcozzi, Claudio Mazza, Carlo Muscatello, Giuliano Musi, Neri Paoloni, Orazio Raffa. Invitati, erano presenti Paola Cascella, Carlo Chianura, Giuseppe Gulletta, Pierluigi Franz.
Approvato il verbale della seduta precedente, affidata la presidenza dei lavori al collega Neri Paoloni, il presidente Bossa avvia la lettura della sua relazione. Il testo è allegato al presente verbale. In sintesi il presidente Bossa ha segnalato che nel più recente progetto di piano di risanamento dell’Inpgi è presente un contributo triennale di solidarietà sulle pensioni a partire da 38mila Euro. Il che contraddice l’orientamento che era emerso nel giugno scorso quando l’intervento sulle pensioni non era previsto. Ha aggiunto che la richiesta di coinvolgere i pensionati nel risanamento dell’ente era stata avanzata dal Ministeri. In più, lamenta come nel piano dell’Inpgi l’intervento sulle pensioni sia stato “spacchettato” dal progetto più generale. Questa divisione è ingiustificata e desta allarme perché in un atto formale importante dell’Inpgi per la prima volta si separano i giornalisti attivi dai giornalisti pensionati. Aggiunge che nessuno, né attivi né pensionati, deve sottrarsi dal partecipare al risanamento dell’ente ma la separazione tra pensionati e attivi è destinata ad indebolire la manovra. Ricorda che diffusa è l’incertezza giuridica sulla legittimità del prelievo dalle pensioni, il che rende necessario un rinvio di ogni decisione ed un approfondimento. In tale prospettiva ha distribuito un documento da successivamente mettere ai voti.
Il vicepresidente vicario dell’Inpgi Giuseppe Gulletta ha comunicato che nel corso dell’estate è stata recapitata all’Inpgi una “lettera intimatoria” del Ministero delle politiche sociali con riferimento ai giudizi espressi dalla Corte dei Conti sul bilancio dell’istituto. In sostanza la Corte dei Conti prevede una situazione di insolvibilità dell’ente da prefigurarsi nel 2039, con la necessità di porvi già da ora rimedio. Il Ministero per parte sua ha sollecitato a “fare presto” visto il prevedibile buco di bilancio da 180 milioni. In questo quadro il consiglio di amministrazione dell’Inpgi ha individuato interventi correttivi di concerto con i ministeri interessati tenendo conto anche di una sentenza della Corte Costituzionale del luglio scorso che ammetteva “misure urgenti” purché in un quadro di “eccezionalità, temporaneità e gradualità”.
Il collega Gulletta ha ribadito poi che la “manovra” graverà sui pensionati anche in termini di sostegni assistenziali e assegni di riversibilità, ma il peso maggiore sarà a carico dei colleghi attivi e non manca una quota a carico degli editori.
Sostenuto che i pensionati non sono estranei alla solidarietà stante la quota di mancata perequazione che rimane all’Inpgi, il collega Paolo Baggiani ha lamentato come la Fnsi, benchè i pensionati versino le quote sindacali, non presta attenzione nei confronti dei colleghi in quiescenza occupandosi degli attivi. In più sindacato ed Inpgi non si rendono contro della trasformazione in atto nella professione. In conclusione ha espresso un giudizio negativo alla solidarietà imposta dall’ Inpgi che vuole sostituirsi al Parlamento. Per questo, ha aggiunto i pensionati devono rialzare la testa e opporsi a chi vuole una categoria passiva rispetto alle angherie dell’istituto previdenziale.
Il collega Romano Bartoloni ha definito “prelievo forzoso e coatto” la trattenuta prevista sulle pensioni aggiungendo che “il giro di vite sui pensionati” rappresenta un pericoloso precedente, prefigurando una trasformazione dell’identità dell’Inpgi e della sua funzione. Per questo ha ritenuto opportuno che venga convocata un’assemblea generale dei soci dell’Inpgi o un referendum. Accanto agli interventi sulle pensioni, ha invitato a non sottovalutare le riduzioni previste nel campo assistenziale. In conclusione ha depositato un documento da sottoporre al voto.
Il collega Carlo Muscatello, componente della Giunta Fnsi e delegato a rappresentare il sindacato all’interno dell’Ungp, ha così sintetizzato la difficile situazione dell’Inpgi e la delicatezza delle decisioni in merito al risanamento: “O passa questo tentativo di risanamento del bilancio dell’Inpgi, o tra due o tre anni l’istituto sarà commissariato e passeremo all’Inps. Una tale conclusione della nostra storia previdenziale non conviene a nessuno”. Ha invitato a non alzare il tono delle polemiche contro Inpgi e Fnsi e a non soffermarsi sul tema dei diritti acquisiti o sulle certezze giurisprudenziali a fronte dei sacrifici che investono tutta la categoria, soprattutto sui colleghi in attività. La realtà è che nell’Inpgi si chiude un periodo di tutele previdenziali e si va verso una regolamentazione di stampo Inps.
Il collega Enzo Ferrini ha introdotto nel dibattito il tema della ex fissa a seguito delle voci ricorrenti secondo cui la rata del prossimo dicembre non sarà versata. Ha chiesto alla Fnsi certezze in proposito anche in riferimento agli accordi precedenti ed ha presentato un ordine del giorno. A fine seduta il documento è stato approvato all’unanimità
Il collega Gian Luigi Corti si è detto assolutamente contrario al prelievo sulle pensioni, definito una tassa, con il rischio che possa aumentare nei prossimi anni. Ha poi illustrato le criticità legate al tentativo dell’Inpgi di cedere la proprietà degli alloggi di Arenzano presso Genova. Ha annunciato la mobilitazione degli inquilini.
Interviene nel dibattito il presidente Bossa segnalando di essere stato avvertito che la contemporanea riunione della Giunta Fnsi sta per concludersi e propone di mettere in votazione la sua mozione già distribuita così che l’organismo sindacale possa tenerne conto all’interno del suo documento conclusivo. Si apre un serrato dibattito in cui intervengono Bossa, Neri Paoloni, Bartoloni, Ermanno Corsi, Gianfulvio Bruschetti, Baggiani. In conclusione viene approvata con un’astensione la parte della mozione in cui si chiede un rinvio per approfondimenti del piano di risanamento dell’Inpgi.
Ripresa la discussione generale il collega Antonio De Vito ha sottolineato come il parere dei Ministeri sia dominante nelle decisioni dell’Inpgi. La sollecitazione a “fare presto” ha infatti avuto una prevalenza sulla necessità di fare chiarezza sulla legittimità giuridica del prelievo sulle pensioni. Se la legittimità venisse confermata si faccia un patto con i pensionati che non si sono mai tirati indietro, magari consultando le singole volontà. Allo stato dei fatti però il prelievo non lo si può fare. La Fnsi operi per tenere unita la categoria.
Il collega Ermanno Corsi ha esordito apprezzando la relazione introduttiva del presidente Bossa ed anche la sua mozione, ma vi ha individuato una “ragionevolezza timorosa quasi un preludio a rinunciare ad un’azione di resistenza”. In merito alla crisi dell’Inpgi, ha sottolineato la mutazione dell’ente da cassaforte della professione a debolezza della professione. Alla Fnsi ha richiesto una strategia di attacco, ma anche il tenere in maggior conto i problemi dei pensionati. A fronte delle difficoltà e delle trasformazioni del giornalismo ha sollecitato una campagna di riaggregazione convocando gli stati generali del giornalismo.
Ricordate le contraddizioni presenti nelle sentenze della Corte di Cassazione in materia di prelievi forzosi, la collega Paola Cascella ha ribadito che comunque i diritti acquisiti devono essere tutelati. Proprio per il fatto che la materia è controversa, ha aggiunto, il consiglio dell’Inpgi ha “spacchettato” la norma riferita al prelievo di solidarietà così da mettere al riparo il resto della manovra. L’ampliamento del prelievo fino alle pensioni da 38mila Euro serve a mostrare come anche i pensionati, e non solo gli attivi, partecipino alla manovra. E’ quindi un’operazione di facciata e non risolutiva.
Il collega Giorgio Greco si è detto perplesso sulle ipotesi di convocazione di assemblee o stati generali. Già parole se ne sono sprecate troppe a fronte del problema che il prelievo triennale con il “risparmio” di 19 milioni di Euro non sarà comunque risolutivo. Manca una politica previdenziale di prospettiva che tenga conto della trasformazione del mondo giornalistico.
Positiva è stata giudicata dal collega Antonio Lovascio la richiesta di un approfondimento giurisprudenziale sul prelievo dalle pensioni proprio per mettere al riparo l’Inpgi dai possibili tanti ricorsi. Va quindi individuata una soluzione complessiva per l’ente previdenziale. Ha poi paragonato la Fnsi ad un vaso di coccio tra Fieg e Governo, in una situazione cioè di grande debolezza. La speranza è che entro l’anno si riesca a rinnovare il contratto, anche sulla spinta della legge per l’editoria; contratto che va però fatto rispettare così da risollevare il clima di frustrazione presente nelle redazioni.
Il collega Pierluigi Franz, componente del collegio sindacale dell’Inpgi, ha criticato la Fnsi segnalando il suo “comportamento stravagante” ed ha previsto che vari colleghi vogliano uscire dal sindacato a causa di problemi quali ex fissa, perequazione, prelievo sulle pensioni. In merito al prelievo di solidarietà sulle pensioni ha aggiunto che tre sentenze con orientamento uniforme della Corte di Cassazioni “smontano” il parere degli uffici dell’Inpgi in merito alla legittimità del prelievo. Per poterlo attuare, ha precisato, è necessaria una legge che non c’è.
Ha definito indispensabile lo “spacchettamento” della manovra perché solo così la riforma previdenziale può andare avanti al riparo dalle bocciature per il tema delle pensioni. In merito ai circa 20 milioni di prelievo triennale dalle pensioni, così come previsto, ha segnalato difficoltà fiscali perché in tal modo lo Stato incasserà minori tasse sull’Irpef.
Sull’innalzamento dell’età della pensione di vecchiaia, in particolare riferimento alle giornaliste, ha previsto difficoltà per il contemporaneo allungamento nel tempo del “cumulo”. Ha segnalato infine contraddizioni all’interno dell’Inpgi 2 con rischi di elusioni contributive.
In conclusione il presidente Bossa ha commentato l’ordine del giorno presentato all’inizio di seduta con cui sostanzialmente si chiede all’Inpgi a motivare adeguatamente la legittimità del prelievo. Ha invitato il collega Franz a far emergere in sede di collegio dei sindaci gli ostacoli giurisprudenziali così da fermare l’approvazione dell’intervento sulle pensioni. In conclusione ha ritirato il documento perché in parte era stato precedentemente approvato.
Il collega Bartoloni ha chiesto quindi di mettere in votazione la propria mozione con in primo luogo la richiesta di rinvio dell’approvazione della riforma previdenziale e poi l’avvio di una consultazione generale. Il vicepresidente Gianfulvio Bruschetti ha obiettato che anche nel documento Bossa già approvato si prevede la richiesta di rinvio, per cui il documento Bartoloni si presenta superato. Semmai era possibile formularlo in parte come raccomandazione. Il presidente dell’assemblea Neri Paoloni constatato che nessuna raccomandazione era stata depositato alla presidenza, ha chiuso la seduta.
Va segnalato infine che tra le varie ed eventuali il presidente Bossa ha comunicato l’intenzione dell’esecutivo Ungp di intervenire a favore delle popolazioni terremotate dell’area di Amatrice e Accumuli con un contributo di 10 mila Euro per l’acquisto di materiale informatico per le scuole. La proposta era stata formulata dai colleghi Baggiani e Mussi.