20/02/2017
"…Vogliamo portare alla sua attenzione il forte senso di disagio
e di impotenza istituzionale"
Il testo della lettera di 42 Consiglieri dell'Inpgi al Presidente del Collegio sindacale
All’Inpgi è in atto uno scontro dagli sviluppi imprevedibili. Uno scontro tra la maggioranza del Consiglio generale e i due componenti del Collegio sindacale Franco Abruzzo e Pierluigi Franz che covava fin dall’insediamento dei nuovi organismi che governano l’Istituto di previdenza dei giornalisti e che ora è emerso con lettere e prese di posizione da parte anche di altri soggetti. Nei giorni scorsi abbiamo documentato adeguatamente la polemica in corso, ma è mancato finora, e non solo a noi, l’elemento scatenante: la lettera che 42 consiglieri generali dell’Inpgi (sui 60 eletti e i 5 di diritto) hanno indirizzato nei giorni scorsi a Paolo Reboani, presidente del Collegio dei revisori dei conti (in carica da alcuni mesi dopo essere subentrato a Livia Salvini che si è dimessa dopo essere entrata nel Cda del Sole 24 Ore) per evidenziare quello che è definito “il forte senso di disagio” per le “incursioni” di Abruzzo e Franz che “non esitano – si sottolinea nella lettera – a denigrare e insultare” l’Inpgi. Pubblichiamo il testo della lettera
Al Presidente
del Collegio sindacale
dell'Inpgi
Egr. Dott.
Paolo Reboani
Via Nizza 35
ROMA
Egregio dottor Reboani,
purtroppo i continui assalti portati alla credibilità dell'Inpgi dai colleghi Franco Abruzzo e Pierluigi Roesler Franz stanno gravemente danneggiando gli interessi di tutti i giornalisti italiani. Abruzzo e Franz non esitano infatti a denigrare e insultare l'Iatituto e chi ne fa parte attraverso social network, blog ed email circolari: da qui il forte senso di disagio ed impotenza istituzionale provato anche dai Consiglieri generali dell'Istituto. Per giunta i due "incursori" in quanto componenti del Collegio dei Sindaci dell'Istituto hanno (avrebbero?) il dovere della riservatezza.
Una situazione imbarazzante che continua senza tregua da mesi. Già a fine luglio 2016 alcuni membri del Consiglio avevano inviato una lettera alla dottoressa Livia Salvini, allora presidente del Collegio, chiedendo se fosse "corretto che un sindaco del'Inpgi, il qale svolge un ruolo di controllo della legittimità e correttezza degli atti degli organi amministrativi" potesse "porsi come interlocutore politico rispetto al Cda o agli altri organi d'amministrazione del nostro ente previdenziale”. Dalla ex Presidente nessun cenno di risposta. Poiché, nel frattempo, la situazione non è cambiata, ci rivolgiamo a Lei contando su di sua iniziativa a tutela della correttezza del ruolo sindacale.
Gli esempi, dall'inizio dell'attuale mandato degli attuali organi dell'Inpgi, sono numerosi. Ci limitiamo, qui, a segnalare solo alcune “prese di posizione” diffuse dai sindaci Franco Abruzzo, anche attraverso il proprio sito internet (www.francoabruzzo.it), e Pierluigi Roesler Franz.
1. Il 17 gennaio 2017, con un post dal titolo "L'Inpgi torni ente pubblico”, il sindaco Abruzzo, qualificandosi “presidente Unpit” (Unione nazionale pensionati per l'Italia), ha sostenuto che “Governo e Parlamento devono al più presto rispolverare lo 'schema Inpdai' del 1995/1996: da ente privatizzato come l'Inpgi/1 con il dlgs 509/1994, l'Inpdai (che navigava in brutte acque) tornò prima ente pubblico per poi essere assorbito dall'Inps. Questa storia dovrebbe ripetersi con l'Inpgi/1 che oggi accusa una gestione fallimentare sotto la regia di Fnsi e Fieg. Solo così le pensioni dei giornalisti sarebbero al sicuro".
2. La stessa tesi viene ribadita il 18 gennaio in un ulteriore post in cui si sostiene che “l'Inpgi, ente pubblico dal 1951 al 1994, deve tornare ente pubblico. La sua collocazione tra le casse privatizzate è in contrasto con un giudicato costituzionale (sentenza 214/1972 della Consulta)”.
3. Domenica 22 gennaio, sul quotidiano “La Verità”, sempre qualificandosi come presidente dell'Unpit, il sindaco Abruzzo, in un articolo dal titolo “Tutti criticano l'Inps ma si rischia di più con le pensioni Inpgi”, sostiene: “Molti pensionati chiedono di uscire dall' Inps. Contenti loro. I giornalisti invece dovrebbero ritornarci”. Oltre a ciò, rilancia una sua personale campagna contro il cosiddetto “contributo di solidarietà” previsto nell'ambito della manovra di risanamento dei conti dell'Inpgi varata dal Cda a fine dello scorso settembre.
4. Il 30 settembre 2016, all'indomani dell'approvazione della manovra di risanamento da parte del Cda, il sindaco Roesler Franz, come si legge sul sito "Blitzquotidiano" si scaglia anche lui contro la delibera sul contributo di solidarietà in un articolo dal titolo "Contributo di solidarietà, giornalisti contro la legge, come impugnarlo, odio sociale e demagogia" e scrive che approvando questa misura, già contenuta, ma in altra forma nella manovra del 2015, "il CdA INPGI, forse per voler accontentare a tutti i costi la FNSI, il sindacato dei giornalisti pervaso da una ventata grillina di odio sociale, ha, invece, preferito non tornare sui suoi passi ed ha ignorato del tutto i chiari princìpi giuridici fissati dalla Suprema Corte".
5. Sullo stesso sito otto giorni prima, il 22 settembre, prima che la delibera arrivi in Cda, il sindaco Roesler Franz dà un'anteprima: "Nella nuova bozza di riforma delle pensioni, che tra pochi giorni il CdA Inpgi intende varare, è previsto ancora una volta unilateralmente un 'contributo di solidarietà' che nei corridoi dell’Inpgi si continua a definire di 'modeste dimensioni'".
Riteniamo il diritto di critica politica sacrosanto e sempre ci siamo battuti e ci batteremo per difenderlo. E altrettanto doveroso tuttavia che chi ha accettato la responsabilità di un ruolo pubblico di controllo e supervisore anteponga il rispetto e la difesa dell'istituzione che rappresenta ai propri interessi. In questo caso gli interessi propri, personali e parzalmente di gruppo (parzialmente perché molti pensionati non condividono tale campagna), di Abruzzo e Roesler Franz sono la lotta contro una delibera del Cda, collegata alla riforma, che prevede una decurtazione parziale, temporanea e conenuta dell'assegno pensionistico. Un intervento di messa in sicurezza che, assieme ad altri, tutti sotto il segno della solidarietà, va nell'interesse dell'intera categoria.
Certi di un suo interesse in proposito, La salutiamo cordialmente.