30/11/2016

Il Gruppo Toscano in visita al Nuovo Museo dell’Opera del Duomo di Firenze:
capolavori e nuove scoperte

Dopo la Galleria Vaticana, il Nuovo Museo dell’Opera del Duomo di Firenze è la più importante raccolta di arte sacra del mondo.  Ha potuto toccarlo con mano il Gruppo toscano dell’Unione nazionale giornalisti pensionati, nella visita compiuta il 28 novembre nel quadro delle sue attività culturali.  Per i colleghi seniores e le loro consorti una guida d’eccezione, il presidente della Fabbriceria avvocato Franco Lucchesi, che ha seguito personalmente - a fianco dell’ideatore e direttore monsignor Timothy Verdon - i lavori di ristrutturazione ed allestimento del Museo, inaugurato in occasione della visita di Papa Francesco a Firenze, nel novembre 2015


Qui è conservata la maggiore collezione di scultura del Medioevo e del Rinascimento, valorizzata da tecnologie d’avanguardia. Settecentocinquanta opere tra statue e rilievi in marmo, bronzo e argento, con i  capolavori dei più grandi artisti del tempo: Michelangelo, Donatello, Arnolfo di Cambio, Lorenzo Ghiberti, Andrea Pisano, Antonio del Pollaiolo, Luca della Robbia Andrea del Verrocchio e molti altri ancora, eseguiti per quell’unico straordinario  complesso monumentale formato dalla Basilica di Santa Maria del Fiore, dal Campanile di Giotto, dalla Cupola brunelleschiana, dal Battistero di San Giovanni e  dalla Cripta di Santa Reparata, che insieme richiamano più di 4 milioni di turisti l’anno.
Oltre duecento opere visibili per la prima volta al pubblico dopo il restauro, tra queste la Maddalena di Donatello, la Porta Nord di Lorenzo Ghiberti per il Battistero e i ventisette pannelli ricamati in oro e sete policrome su disegno di Antonio del Pollaiolo. Alle quali ne vanno aggiunte altre conservate nei depositi per decenni, come le quindici statue trecentesche e quasi settanta frammenti della facciata medievale della Cattedrale.
Alla fine della visita, durata tre ore, stupore ed apprezzamento da parte dei giornalisti, che si sono incrociati con scolaresche e turisti arrivati dall’Italia ma anche dagli Usa, dalla Cina e dal Giappone.

Antonio Lovascio