16/11/2016

Consiglio nazionale dell’Ordine: elezioni e polemiche

L’entrata in vigore il 15 novembre scorso della legge sull’editoria (198/2016) ha portato momenti complessi e difficili all’interno dell’Ordine nazionale dei giornalisti


Per riassumerli è necessario ricordare che mesi addietro, in coincidenza con l’avvio della discussione in Parlamento della legge ora in vigore, erano state per legge sospese fino al 31 dicembre 2016 le elezioni per il rinnovo del Consiglio nazionale e dei Consigli regionali dell’Ordine in scadenza. La sospensione era necessaria per armonizzare gli organismi con le nuove regole che sarebbero state poi inserire nella nell’attuale legge 198/2016.
A legge approvata nulla è stato cambiato per i Consigli regionali, mentre il Consiglio nazionale è stato portato da più di 150 a 60 membri di cui 40 giornalisti professionisti e 20 giornalisti pubblicisti.
Questa la situazione: in previsione dell’avvicinarsi del termine del blocco delle elezioni il presidente dell’Ordine nazionale ha prima avvertito i presidenti dei Consigli regionali di attivarsi per dare il via alle procedure di indizione delle elezioni per il rinnovo dei Consigli regionali  a partire dal prossimo gennaio. La sollecitazione di Enzo Iacopino traeva forza dalla legge dell’Ordine e dal fatto che per i Consigli regionali nulla era mutato.
Tutto questo ha creato qualche disappunto presso gli Ordini regionali perché diffuso era il timore che in tal modo si sarebbero dovute promuovere due elezioni separate, una per i Consigli regionali e l’altra per il Consiglio nazionale, con spese e impegni conseguenti.
A breve giro di posta il presidente Iacopino, ha indicato poi le date tra gennaio e febbraio, per il rinnovo del Consiglio nazionale da eleggere però con le vecchie regole, ossia con più di 150 componenti. E’ vero che c’è la nuova legge, ma, spiega Jacopino, valgono ancora le vecchie norme in assenza dei decreti legislativi che dovranno rendere operativa la legge 198/2016.
Pertanto, nonostante “quella che sbrigativamente ed erroneamente viene definita la riforma dell’Ordine dei giornalisti”, tutti dovrebbero votare secondo il calendario che  Jacopino ha comunicato anche al Ministro della Giustizia Andrea Orlando.
Non tutti però sono d’accordo: i presidenti di 13  Ordini (Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Toscana, Marche, Lazio, Campania, Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna) hanno chiesto di attendere i decreti attuativi così da procedere in un turno unico alle elezioni sulla base della riforma. L’invito che i 13 presidenti hanno rivolto al ministro è di sanare al più presto le contraddizioni pur presenti.
Tutto questo era sufficiente per creare animazione all’interno dell’Ordine. In più, si è aggiunta una bocciatura. Nella sessione del 15 novembre u.s. il Consiglio nazionale ha respinto la proposta, avanzata dal vicepresidente nazionale Santino Franchina, di ridurre le quote annuali dei pubblicisti. Nell’urna i voti erano pochissimi, meno dei firmatari. All’interno del Consiglio nazionale c’è chi ora chiede che il vicepresidente tragga le conclusioni di quel voto.