08/11/2016

I pensionati piemontesi: "L'Ungp dica un deciso no al prelievo forzoso"

I giornalisti pensionati del Piemonte si sono riuniti in assemblea con il Direttivo del Gruppo, il 7 novembre 2016, nella sede dell'Associazione Stampa Subalpina. Nel dibattito sono intervenuti diversi colleghi, preoccupati per la situazione dell'Inpgi. I conti dell'Istituto, a parere di tutti, non fanno presagire nulla di buono per il futuro, pur facendo affidamento sui benefici della riforma del 28 settembre che deve essere approvata  dai ministeri vigilanti. Il nocciolo della questione rimane il numero dei colleghi occupati, in forte calo e conseguentemente con contributi in diminuzione per le casse dell'Inpgi


Sindacato ed editori debbono fare la propria parte per accrescere l'occupazione, per includere nel nuovo contratto (  quando ?) i tanti che attualmente non hanno tutele. Solo così il trend negativo si potrà capovolgere, dando più sicurezze ai colleghi in attività e maggiore stabilità all'Istituto di previdenza,  rovinato dai prepensionamenti , dalla poca lungimiranza dei padroni dei giornali, e scosso al suo interno da contrapposizioni mai viste in passato ( come e' emerso dalla recente  approvazione del bilancio). Questo clima non aiuta la ripresa e  la salvaguardia del nostro sistema di welfare. E non è l'ultima delle preoccupazioni: se si va in ordine sparso non si vince nessuna battaglia.
Circa il contributo di solidarietà richiesto ai pensionati,  senza discussione preventiva nel sindacato e senza ascoltare il parere dell'Ungp, gli intervenuti hanno ribadito la contrarietà al prelievo forzoso, riesumato dal Cda dell'Inpgi nonostante la bocciatura dei ministeri (versione 2015), e le sentenze contrarie della Cassazione. E dopo aver giurato a giugno che non si sarebbe fatto. Conclusione di tutti i discorsi: il prelievo non è solidarietà, l'Inpgi non può  sostituirsi alla legge. E basta con la presunta insensibilità dei pensionati nei confronti dei brutti momenti che attraversa la categoria. Tralasciando gli insulti, l'assemblea ha respinto con forza la incongrua posizione anti-pensionati di una parte del sindacato e dei colleghi in attività'.
Anche la presidente Macelloni  - hanno chiosato i colleghi  - fa finta di non capire, e la riprova si è avuta proprio a Torino, nell'assemblea promossa dalla Subalpina, lo scorso 3 ottobre. Da lì e' partita la raccolta di firme anti Inpgi che invita i ministeri a respingere il prelievo forzoso. Molti dei presenti all'assemblea hanno convintamente sottoscritto l'appello ai ministri,  insieme ai colleghi di tutta Italia, non solo pensionati . I quali - bisogna ricordarlo ai giovani e agli immemori - hanno gia' dato all'Inpgi per la mancata perequazione degli ultimi anni alcune decine di milioni, senza contare l'esborso dei pensionati over 91 milioni lordi, versati per tre anni in forza di legge, con scadenza il prossimo 31 dicembre. In totale 36 milioni, a proposito di solidarietà.
La presidente dell'Inpgi strumentalmente si appoggia alla pronuncia della Corte Costituzionale, che si riferisce a tutt'altra questione, per riproporre con delibera separata dalla riforma (sintomo di grande debolezza) il prelievo già bocciato una volta. E parla di "scelta tattica" , per avere dai ministeri "valutazioni separate" e si dice pronta a fronteggiare gli eventuali ricorsi. Bella strategia di condivisione! Ma davvero  pensa che i diciannove milioni richiesti ai pensionati in tre anni salveranno l'Inpgi, colmando il  baratro sempre più preoccupante dei conti?
L'assemblea piemontese ha ribadito il suo no al provvedimento e anche alla singolare procedura sindacale adottata per l'occasione, troppo sbrigativa, senza la dovuta consultazione degli interessati.  Ha infine espresso disappunto e stupore per il silenzio sul prelievo da parte del'Ungp nazionale,  invitando l'esecutivo a pronunciare sollecitamente un deciso no,  nell'interesse di tutti i giornalisti  pensionati italiani che a larghissima maggioranza nei Gruppi regionali sono contrari al provvedimento. Il preteso contributo servirebbe poco all'Inpgi e aprirebbe irresponsabilmente  una nuova faglia di divisione intergenerazionale. Un atto provocatorio - ha concluso l'assemblea- oltre che illegittimo e demagogico.

Antonio De Vito
Presidente Ungp Piemonte