28/10/2016

Assemblea del Gruppo Lombardo:
"Occorre una manovra di risanamento che coinvolga anche gli editori"

La riforma cosiddetta “tutta tagli” per salvare l’Inpgi, come l’ha definita la presidente dell’istituto Marina Macelloni, è stata al centro dell’incontro del Gruppo  Lombardo Giornalisti Pensionati. Illustrata dal presidente Gian Fulvio Bruschetti, l’ipotesi di un  contributo straordinario spalmato su fasce di reddito dai 38 mila ai 200 mila euro lordi, da parte dei pensionati, ha richiamato l’attenzione maggiore dei colleghi presenti che hanno posto tutta una serie di domande molto pertinenti, cui ha risposto anche il presidente nazionale dell’Ungp Guido Bossa invitato a partecipare alla riunione tenuta al Circolo della Stampa di Milano


Premesso che questo contributo – se sarà approvato dai ministeri vigilanti - ha esordito Bruschetti, sarà “digerito” molto male dai colleghi lombardi come anche dalla maggior parte dei pensionati dei gruppi regionali che lo hanno già fatto sapere con dure prese di posizione e documenti ufficiali, il problema del risanamento dell’Inpgi – da qui a 30 anni come previsto dai calcoli attuariali – non mette l’istituto nella condizione di essere certo di superare la crisi.
Dunque i quasi 20 milioni di euro che in tre anni i pensionati dovrebbero versare nelle casse dell’Inpgi sono simili ad una goccia d’acqua in un oceano; tuttavia “non ci tireremo indietro e assieme ai colleghi in attività faremo anche noi la nostra parte”, ha sostenuto il presidente del gruppo lombardo.
Ciò che ai pensionati non va proprio giù – ha sottolineato – è l’aver visto scavalcati i diritti acquisiti, garantiti da leggi e sentenze sia della Cassazione che della Consulta. I pensionati Inpgi, poi, con il blocco della perequazione è da anni che consentono all’Istituto di risparmiare altre decine di milioni. Secondo alcuni calcoli oltre trenta.
Poi, ha detto Bruschetti, è ancora aperto il capitolo più spinoso, quello della ex fissa. Una vera beffa per centinaia di colleghi pensionati che rischiano di non riceverla più, stante il fatto che gli editori non hanno versato quanto dovuto nell’apposito fondo. Questi colleghi non sono sicuri di ricevere entro l’anno la rata promessa. Si spera che la riunione del 4 novembre tra le parti interessate serva a fare  chiarezza almeno su questo punto. Con gli editori è ancora aperto il capitolo del contratto.
Se si arriverà ad un accordo che serva a far ripartire l’occupazione, secondo Bruschetti, allora anche per l’Inpgi si apriranno prospettive nuove. Finora gli editori hanno attinto a piene mani. La nuova legge sull’editoria è un passaggio fondamentale, e in questo quadro il governo trovi i fondi per sbloccare i prepensionamenti attualmente in stand by.
Tutte manovre – ha concluso il presidente dei pensionati lombardi – che potranno ridare ossigeno al nostro settore e rilanciare così il comparto dell’editoria. Di conseguenza anche l’Inpgi ricaverà dei benefici. Solo attraverso una vera manovra che coinvolga tutti i soggetti dell’informazione compresi gli editori si potranno raggiungere gli obiettivi prefissati per salvare l’Inpgi e garantirgli un futuro di autonomia. “Occorre farlo per il rispetto di chi lavora e di chi è in pensione”.
L’impegno dell’Ungp a lavorare perché l’Inpgi torni ad essere un istituto sano ed autonomo a garanzia dei colleghi in pensione è stato ribadito dal presidente Guido Bossa il quale ha detto che la categoria dei giornalisti deve molto all’Inpgi, e che mantenerlo autonomo è essenziale per i colleghi già in pensione e per quanti andranno nei prossimi anni.