19/10/2016

Tra i pensionati dell'Emilia-Romagna prevalgono amarezza e tanta delusione
e c'è chi minaccia, se passa la riforma Inpgi, di dimettersi dal sindacato

Amarezza e tantissima inquietudine. Questi gli stati d'animo che hanno pervaso l'assemblea degli iscritti all'Ungp dell'Emilia Romagna convocati per discutere la riforma decisa dal Consiglio di amministrazione dell'Inpgi per avviare il risanamento finanziario del nostro istituto di previdenza .L'incontro, cui hanno partecipato una ventina di iscritti, è stato chiuso dal presidente nazionale dell'Ungp, Guido Bossa


L'amarezza deriva dai contenuti della manovra definiti pesanti e partoriti senza un reale confronto con le varie parti in campo, Ungp compresa che aveva chiesto un approfondimento che però non è stato concesso. L'inquietudine deriva invece dal futuro che si prospetta per i pensionati Inpgi: un futuro a dir poco fosco perchè il numero dei pensionati aumenta e la crisi dell'editoria non accenna ad arrestarsi.
Ovviamente ha tenuto banco il "contributo di solidarietà" chiamato anche "prelievo forzoso".
Qui le posizioni sono nette: c'è chi ha annunciato che se il prelievo passa il primo gennaio 2017 si dimette dalla Fnsi; c'è chi,invece, è favorevole in quanto è uno sforzo da sostenere altrimenti tra tre anni si fa concreto il rischio di non avere più la pensione. Secondo Paola Cascella, del Cda dell'Inpgi, altri tagli seguiranno così come è già stato fatto sulla reversibilità e tre sentenze della Cassazione si sono già espresse a sfavore del "contributo" e che c'è da mettere in conto, se il governo approverà la manovra, una miriade di azioni legali contro l'Inpgi.
Nel mirino degli interventi la gestione passata dell'Inpgi definita un esempio di "cattiva amministrazione interna ed esterna"; poi è stato chiesto l'avvio di una campagna per fare abbassare le tasse (le più alte in Europa) che i giornalisti pensionati continuano a pagare; poi l'istituto non deve più pagare i contributi figurativi ai tanti parlamentari che continuano a percepirli; poi la manuntenzione del patrimonio immobiliare che in alcuni casi ( come a San Lazzaro di Savena vicino a Bologna) è in uno stato penoso; poi la denuncia del blocco della perequazione delle pensioni che ha fatto "risparmiare" all'Inpgi decine di milioni;infine le misure adottate nei confronti dei coniugi "superstiti":misure prese senza tenere conto delle singole situazioni e dove etica e moralità non sono state prese in considerazione.
Nelle sue conclusioni , Bossa ha criticato la manovra sulla quale "Mi faccio poche illusioni così come non sono d'accordo sulla divisione (il cosiddetto "spacchettamento") della stessa in due parti: quella generale che riguarda soprattutto i colleghi attivi e quella che riguarda il contributo di solidarietà. Tra l'altro, a differenza della manovra dell'anno scorso, non sono indicati i benefici economici che deriverebbero dalle singole misure".
"Mi auguro che il parere del governo - ha concluso Bossa - arrivi il prima possibile perchè adesso l'orizzonte è davvero confuso il che genera malumori e proteste.Una ragione in più per rilanciare l'iniziativa e l'unità del nostro sindacato che continuerà a fare la sua parte a tutela dei legittimi interessi dei giornalisti pensionati".

Giuliano Musi
Presidente Ungp Emilia Romagna