30/09/2016
Romano Bartoloni, presidente del Gruppo Romano:
"Pensioni Inpgi, il prelievo forzoso condannato alla bocciatura"
In barba alle leggi e alla giurisprudenza, il cda dell’Inpgi ha varato il prelievo forzoso e coatto sulle pensioni dei giornalisti. Di certo, andrà incontro a una nuova bocciatura, se i ministeri di vigilanti (economia e lavoro) conserveranno un minimo di lealtà e di coerenza con le precedenti decisioni. Sarà in vigore dal gennaio 2017, e non da subito come erano circolate voci incontrollabili perché la delibera approvata è stato secretata senza spiegazioni
Ecco il quadro della ?tassa? triennale : prelievo 1% da 38.000 euro a 56.999 (2.065 pensionati)? prelievo 2% da 57.000 a 74.999 (2034 pensionati) ? prelievo 5% da 75.000 a 109.999 (2.024 pensionati)? prelievo 10% da 110.000 a 149.999 (326 pensionati) - prelievo 15% da 150.000 a 199.999 (70 pensionati) ? prelievo 20% oltre 2.000 (35 pensionati).
Con questa motivazione era stato respinto in febbraio al mittente il primo tentativo di estorsione: ?”Sotto il profilo di legittimità, in quanto imposta da un atto non avente forza di legge e che incide su pensioni già maturate o in pagamento (diritti acquisiti) espone l’ente ad un probabile contenzioso dagli esiti molto incerti. Ciò anche alla luce delle numerose pronunce contrarie della Corte di Cassazione, concludendo la misura potrebbe comportare per l’Inpgi addirittura maggiori oneri nel prossimo futuro. Non sono intervenuti fatti nuovi come possano giustificare un ripensamento dei nostri controllori, anzi le sentenze della Cassazione sull’intangibilità delle pensioni si sono moltiplicate, tanto è vero che il governo ha fatto marcia indietro persino sulle pensioni d’oro. E, a dispetto dei cosiddetti privilegiati giornalisti, ha deciso proprio ieri di aumentare le pensioni Inps.
Il cda Inpgi ha è rimasto sordo ai reiterati appelli del sindacato per una più capillare consultazione dei colleghi per dirimere i difetti di sostenibilità ed equità di fronte alla pesantezza dei sacrifici di marca INPS/Fornero (contributivo per tutti, rincaro contributi, pratica abolizione pensione anzianità, innalzamento soglia pensione vecchiaia senza garanzie certe per il ricambio giovanile, penalizzazioni delle giornaliste, tagli aiuti disoccupazione e solidarietà, azzeramento welfare). E’?fuor di dubbio che misure così radicali e traumatiche snaturino l’identità e la storica funzione dell’Inpgi, rischiando di degenerarlo a inutile doppione dell’Inps. Prima di procedere alla liquidazione degli scopi costitutivi e statutari, stabiliti dai padri fondatori e dalle leggi, sarebbero opportuni un’assemblea generale dei soci e magari un referendum.
In particolare per quanto riguarda il giro di vite sui pensionati, il cosiddetto malinteso contributo di solidarietà, precostituito solo come ipotesi in ragione della sua dichiarata inconsistenza giuridica e legislativa, diventa di fatto un prelievo forzoso e coatto, e pertanto costituisce un dannoso precedente contro diritti acquisiti e consolidati. Un intervento così pericoloso rende necessario il coinvolgimento diretto e personalizzato di ciascun pensionato con lo scopo di trasformare un atto impositivo e arbitrario in un'iniziativa di vera partecipazione solidale e di apertura ai contributi volontari e liberali di ciascuno di noi. I giornalisti in pensione rivendicano inoltre il riconoscimento del ?già dato? documentato da sacrifici in atto da anni e ora appesantiti nel contesto dell'intera riforma. Sacrifici di anni di mancata perequazione (mediamente 167 euro mensili), sacrifici per prepensionamenti a raffica di colleghi professionalmente ancor giovani e validi, sacrifici per decine e decine di anni di grossi contributi determinanti per costruire un patrimonio immobiliare oggi in via di dilapidazione, sacrifici per un caro fisco senza agevolazioni, sconti e aiuti come avviene per i giovani ecc. E poi nella terapia d'urto a carico dei pensionati figurano: la riduzione a livelli INPS degli assegni sociali e di superinvalidita' con l'aggiunta dell'esclusione dei familiari superstiti; tagli progressivi alle pensioni di reversibilità delle vedove fini a ridursi al 60%. E ancora niente più case di riposo per le vedove e solo per i vecchi colleghi con reddito max di 38mila euro rispetto ai 70.600 attuali. Una serie di sacrifici ingiusti e intollerabili di fronte ai vergognosi esempi degli amministratori Inpgi che non intendono rinunciare nemmeno a una fetta dei loro ricchi emolumenti.
Romano Bartoloni
presidente Gruppo romano giornalisti pensionati