01/10/2016

Consiglio nazionale del 27 settembre 2016
Giuseppe Gulletta, Vice presidente vicario Inpgi: "Il ministero ci ha chiesto di 'fare presto'. Adottato un principio di equità tra giornalisti in attività e pensionati"

Atteso l’intervento del vicepresidente vicario dell’Inpgi Giuseppe Gulletta al Consiglio nazionale Ungp del 27 settembre. Atteso soprattutto dopo che nell’incontro del 23 giugno scorso aveva segnalato che fino a quel momento non vi erano ipotesi di interventi sulle pensioni dei giornalisti. Il “Piano di modifica delle prestazioni previdenziali”, noto anche come riforma previdenziale o “manovra”, ora prevede invece un contributo triennale di solidarietà da parte dei pensionati sulla base di “fasce di importo e percentuali crescenti”


Si va dall’1% per pensioni a partire da 38.000 Euro lordi annuali fino al 20 per cento per pensioni superiori a 200.000 Euro. Il tutto dal 1° gennaio 2017 al 31 dicembre 2019 con un prelievo totale che si aggira sui 20 milioni. I prelievi verranno effettuati per scaglioni di reddito, il che vuol dire che per la fascia più bassa, da 38.000 a 56.999 Euro, il prelievo dell’1% graverà solo sugli importi superiori a 38.000 (fino a tale cifra non ci sarà prelievo); il prelievo del 2%  graverà sulla quota di assegno da 57.000 a 74.990 Euro, e così via. Inoltre il contributo di solidarietà riduce l’imponibile fiscale sulla pensione.
Il vicepresidente Gulletta, parlando il giorno precedente all’approvazione del piano, ha messo in rilievo che il prelievo triennale sulle pensioni corrisponde ad un principio di equità tra giornalisti in attività e giornalisti pensionati.
La sua introduzione, all’inizio non prevista, si è resa necessaria dopo che è stata recapitata all’Inpgi una “lettera intimatoria” del Ministero delle politiche sociali con riferimento ai giudizi espressi dalla Corte dei Conti sul bilancio dell’istituto. In sostanza la Corte dei Conti prevedeva una situazione di insolvibilità dell’ente da prefigurarsi nel 2039, con la necessità di porvi già da ora rimedio. Il Ministero per parte sua sollecitava a “fare presto”.
Ecco quindi la necessità dell’accelerazione imposta dal Consiglio di amministrazione dell’Inpgi nell’elaborare una “manovra” che punti al risanamento, che garantisca un minimo di autonomia all’istituto e che introduca un principio di equità nel gravare sui giornalisti in attività e su quelli in quiescenza. In questo quadro si sono individuati interventi correttivi di concerto con i ministeri interessati tenendo conto anche di una sentenza della Corte Costituzionale del luglio scorso. In essa si è data via libera ad una legge che prevedeva “Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria” perché il legislatore aveva tenuto conto della “eccezionalità, temporaneità e gradualità” dei provvedimenti.
Il collega Gulletta ha ricordato poi quanto la “manovra” graverà sui pensionati anche in termini di sostegni assistenziali e assegni di reversibilità, ma ha ribadito che il peso maggiore è a carico degli attivi e non manca una quota a carico degli editori.
Per quanto concerne il prelievo sulle pensioni, ha ricordato che è articolato a scaglioni partendo da 38mila Euro lordi annui di pensione, ossia dalla stessa cifra del reddito dei redattori ordinari. In ciò ha individuato un segno di equità. La durata sarà di tre anni nel rispetto della temporaneità indicata dalla Corte Costituzionale, con la possibilità che quanto risparmiato dall’Inpgi possa essere destinato all’ambito della previdenza.
Il vicepresidente vicario Gulletta infine si è detto consapevole che non mancheranno i ricorsi in varie sedi giurisdizionali avverso la “manovra”, ma, ha aggiunto, l’Inpgi non ha timore dei ricorsi; infine si è detto certo dell’approvazione da parte dei Ministeri.