15/09/2016
Esaminate dalla Fnsi le proposte di modifica delle prestazioni Inpgi
La relazione di Marina Macelloni. Il contributo sui trattamenti pensionistici
sarà destinato a interventi di solidarietà
La Giunta esecutiva della Fnsi, riunita con la consulta delle Associazioni regionali di stampa e insieme al Presidente della Casagit, alla presidente della Cpo, al Presidente dell’Ungp e al segretario dell’Usigrai, ha esaminato le proposte di modifica della prestazioni previdenziali che dovranno essere approvate dal Consiglio di Amministrazione dell’Inpgi, sentito il parere delle parti sociali
Le proposte di modifica
La riunione, cui ha partecipato anche il Vice presidente vicario dell’Istituto Giuseppe Gulletta, è stata introdotta da un’ampia relazione della Presidente dell’Inpgi Marina Macelloni, che ha illustrato gli obiettivi e le misure previste nella riforma, resa necessaria dal progressivo peggioramento dello stato di crisi del comparto editoriale, con la conseguente perdita di occupazione stabile ed il massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali. La manovra presentata ieri costituisce il completamento della riforma già varata nel 2015, e tiene conto delle osservazioni allora formulate dai Ministeri vigilanti, così come dalla Corte dei Conti in materia di riequilibrio del disavanzo previdenziale evidenziato dagli ultimi bilanci dell’Istituto.
Il documento prevede interventi in materia di entrate contributive, prestazioni facoltative, pensioni di invalidità e ai superstiti, indennità di disoccupazione, requisiti pensionistici, pensioni anticipate, calcolo della pensione, clausole di salvaguardia. Prevede poi una “Ipotesi di un contributo di solidarietà per fasce di importo e percentuali crescenti” sui trattamenti pensionistici diretti e ai superstiti, erogati dall’Istituto, che risponde al criterio – ha detto la Macelloni – di ”spalmare i sacrifici richiesti su tutti, sapendo che l’effetto della riforma si farà sentire nel tempo, e quindi il grosso del sacrificio sarà richiesto a coloro che andranno in pensione fra 30 anni, facendo in modo che su di loro non gravi la spesa pensionistica di oggi”.
L’intero documento è pubblicato a parte. Le misure dovranno essere approvate dal Consiglio di Amministrazione dell’Istituto ed entreranno in vigore, dopo il via libera dei Ministeri vigilanti, dal 1° gennaio 2017. Per quanto riguarda il contributo di solidarietà, si specifica che avrà durata triennale (2017-2019) e verrà calcolato sull’importo di pensione erogato esclusivamente dall’Inpgi senza tener conto delle quote di pensione eventualmente erogate da altri enti. Il contributo è determinato per fasce di importo e percentuali crescenti, a partire dalla media pensionistica complessiva della categoria.
Le tabelle distribuite e pubblicate oggi indicano un’esenzione dal contributo per le pensioni fino a 56.999,0 Euro lordi; un contributo del 2% per gli importi fra 57.000 e 75.000 Euro; del 5% per importi fino a 110.000, e così via fino ad un prelievo del 20% per gli importi superiori 200 mila Euro lordi. Con tali parametri, il risparmio per l’Istituto sarebbe di 5,2 milioni di Euro l’anno; ma la presidente ha avvertito che nel corso dell’illustrazione della manovra alle Commissioni consultive dell’Inpgi molti colleghi hanno chiesto che il prelievo colpisca anche gli assegni inferiori al limite di esenzione, fino alla misura reddituale del minimo contrattuale del redattore ordinario, pari attualmente a circa 38.000 Euro l’anno. Nel dibattito seguito all’esposizione della Presidente Macelloni, è emersa l’esigenza di indicare già nella delibera che verrà presentata al CdA la destinazione a finalità solidaristiche dei risparmi effettuati dall’Istituto, che in ogni caso dovranno essere trattenuti nella gestione dell’Ente. Attualmente tale destinazione non è specificata, ma Marina Macelloni ha giudicato “corretta” la richiesta in tal senso avanzata dal Presidente dell’Ungp Guido Bossa e da altri colleghi intervenuti nel dibattito. In particolare Bossa ha chiesto che i risparmi dell’Istituto vengano destinati ad integrare le pensioni più basse – quelle al di sotto della soglia di prelievo – già colpite dal blocco della perequazione. Un’altra proposta avanzata chiede di destinare il contributo al miglioramento delle indennità di disoccupazione.