23/05/2016

Consiglio nazionale del 18 maggio 2016
Marina Macelloni: "Per risanare l’Inpgi interventi equi e sacrifici ripartiti fra tutti"

La presidente Inpgi Marina Macelloni“Qualsiasi riforma previdenziale è cattiva per definizione”: così la neoeletta presidente dell’Inpgi Marina Macelloni ha delineato come non potrà che essere la riforma che entro il prossimo autunno l’istituto previdenziale dei giornalisti dovrà elaborare. Lo ha riferito parlando al Consiglio nazionale dell’Unione dei giornalisti pensionati riunito a Roma il 18 maggio scorso. La sua presenza all’assise dell’Ungp è stata interpretata come un positivo mutamento di attenzione dei vertici dell’istituto previdenziale nei confronti dei pensionati, ossia verso i maggiori beneficiari dell’attività dell’ente


Il momento è difficile, ha ricordato la presidente Macelloni segnalando che il bilancio dell’Inpgi è sì positivo ma ancora per merito degli investimenti mobiliari, mentre il disavanzo tra entrate e uscite è crescente. Per questo nei prossimi mesi sarà indispensabile completare l’intervento riequilibratore elaborato lo scorso anno e in vigore solo per l’aspetto delle entrate. La componente delle uscite della riforma previdenziale 2015 è stata infatti fermata dai Ministeri vigilanti, i quali comunque hanno lasciato qualche libertà nell’individuazione delle soluzioni possibili.
Non per questo si potrà evitare che la riforma sia “cattiva” perché comunque andrà a toccare le prospettive che ciascuno elabora sul proprio futuro.
L’obiettivo dell’istituto, ha spiegato la presidente Macelloni, è di garantire la propria sostenibilità per i prossimi cinquanta anni ed a tal fine ha affidato agli attuari il compito di tratteggiare gli scenari peggiori così da prepararsi ad essi. Per garantire questa solidità prospettica saranno individuati interventi equi così da ripartire i sacrifici rendendoli in tal modo meno pesanti e con meno diversità di futuro tra le generazioni. Questa la convinzione della presidente dell’Inpgi che ha in tal modo fatto riferimento alla solidarietà nella categoria e tra le generazioni. Solidarietà “che è il carattere fondante dell’istituto”.
Per elaborare la parte di riforma previdenziale ancora mancante “si lavorerà con i Ministeri e si ascolteranno tutte le parti sociali”. I tempi sono stretti: il progetto dovrà essere pronto prima dell’autunno per entrare in vigore a fine anno.
“Fatto tutto questo”, ha aggiunto la presidente dell’Inpgi, “nessuna riforma basterà mai se non ci sarà la ripresa dell’occupazione. L’istituto di suo può fare poco: le ispezioni nelle aziende ci sono e funzionano, ma non bastano a cambiare il quadro generale”.
Concludendo, la presidente ha fatto un cenno anche alla “gestione separata” che non presenta problemi per il proprio futuro, ma resta il fatto che “la dignità dei trattamenti è insufficiente”.