23/05/2016
Consiglio nazionale del 18 maggio 2016
La relazione del presidente Guido Bossa: "L’Ungp nel sindacato e nell’Inpgi,
non una riserva ma una risorsa"
Il Consiglio nazionale si riunisce per la prima volta dopo le elezioni per il rinnovo delle cariche del nostro Istituto di previdenza, che ha comportato un significativo ricambio negli organi di amministrazione. Salutiamo Marina Macelloni chiamata alla presidenza dell’Inpgi in un momento non facile della vita dell’istituto e le assicuriamo il nostro sostegno, incoraggiamento, attenzione al lavoro suo dell’intero CdA
Un augurio di buon lavoro al Vicepresidente vicario Gulletta e ai dieci colleghi eletti in rappresentanza dei titolari di pensione diretta, in particolare a quelli che siedono anche nei nostri organi dirigenti: Nino Cutro, Mimmo Marcozzi, Orazio Raffa.
Ci riuniamo mentre siamo quasi a metà di un anno cruciale nella vita degli Enti di categoria nei quali si svolge anche la nostra attività, prevalentemente l’Inpgi e la Fnsi, ma anche la Casagit che rinnoverà la sua rappresentanza l’anno prossimo.
I problemi comuni nascono dalla crisi del sistema dell’informazione, che non è crisi dell’informazione tout court né crisi della domanda di informazione, ché anzi i segnali provenienti dalla società non solo italiana, ma italiana in particolare vanno nel senso opposto e parlano di un affollamento se non di sovraffollamento di messaggi e di contenuti, e di moltiplicazione dei soggetti che fanno informazione e occupano a vario titolo l’etere e il web, spesso solo a titolo di esserci.
In questo panorama quella che appare in crisi è l’informazione professionale, che noi abbiamo rappresentato e ancora rappresentiamo, che svolge un ruolo essenziale, bidirezionale di tramite fra opinione pubblica, corpi intermedi, società civile, istituzioni.
Informazione professionale che non intendiamo come contrapposta all’informazione spontanea, diffusa, molecolare, anche perché spesso se ne nutre, la filtra, attraversando un confine che è sempre più labile, ma della quale proponiamo e difendiamo un marchio di qualità garantito dalla nostra professionalità, dalla deontologia, dal contratto di lavoro.
Le cifre della crisi del settore editoriale restano preoccupanti: 950 posti di lavoro persi nel 2015, mille nuove assunzioni grazie alla conferma degli sgravi contributivi; ma i benefici per l’Istituto sono minimi. Occorre una robusta ripresa dell’occupazione stabile e un significativo allargamento della base contributiva. Giungono segnali positivi in tema di inclusione dei colleghi impiegati negli uffici stampa: occorre collaborazione fra Inpgi, Sindacato, Ordine, e per ottenerla è indispensabile ripristinare il coordinamento fra gli Enti della categoria, lasciandosi alle spalle le polemiche del passato che danneggiano tutti.
Il 2016 sarà un anno cruciale: sono in cantiere il rinnovo del contratto, la riforma dello Statuto della Fnsi; il completamento della riforma della previdenza tenendo conto delle indicazioni dei ministeri; riforma dello statuto dell’Inpgi.
Nell’incontro che ho avuto il 5 maggio con la nuova presidente dell’Inpgi, presnete il Vice presidente Gulletta, ho constatato l’esistenza di un clima di ascolto e collaborazione. Proseguire sul binario giusto dipende anche da noi. Cito dalle dichiarazioni programmatiche di Marina Macelloni l’impegno a “disegnare un sistema che continui a garantire il massimo dell’equità tra generazioni cercando di distribuire il più possibile i sacrifici ed evitando che a pagare il conto siano solo alcuni”.
Condivido. Questo impegno pone problemi a tutti, anche a noi. I tempi indicati dalla presidente sono stretti: entro la fine dell’anno si vuole arrivare al completamento della riforma delle prestazioni “secondo le indicazioni ricevute dai ministero vigilanti”, e mettendo a fuoco temi come la flessibilità in uscita, la sostenibilità delle prestazioni, l’aspettativa di vita, il patto tra le generazioni.
Temi che non riguardano solo noi, naturalmente. Domani le organizzazioni dei pensionati delle tre confederazioni sindacali Cgil Cisl Uil fanno una manifestazione nazionale a Roma a piazza del Popolo. Naturalmente ci sono differenze fra i confederali e noi, anche se esiste un patto di alleanza tra la Fnsi e Cgil, Cisl, Uil e Ugl, i cui rappresentanti sono presenti nel Consiglio nazionale del nostro sindacato. Ma voglio ricordare che alcune parole d’ordine della manifestazione unitaria sono anche le nostre: difesa delle pensioni di reversibilità (oggi la minaccia sembra accantonata), tutela del potere di acquisto delle pensioni, ripristino di un accettabile meccanismo di perequazione, separazione tra spesa previdenziale e spesa assistenziale, quest’ ultima da porre a carico della fiscalità generale, interventi sul fisco. Per il nodo previdenza/assistenza, teniamo conto che nel bilancio Inpgi la spesa per ammortizzatori sociali supera un terzo del divario tra entrate contributive e prestazioni previdenziali.
Ma voglio sottolineare un particolare non irrilevante che rafforza l’azione dei pensionati confederali rispetto alla nostra. Domani a piazza del Popolo, insieme ai rappresentanti di Fnp, Spi, Uilp. ci saranno anche i segretari generale delle confederazioni, e ciò darà maggior forza alle rivendicazioni dei pensionati.
Questa solidarietà a noi è mancata in passato, e ciò ha almeno in parte determinato incomprensioni, tensioni, anche polemiche fra l’Unione pensionati e il sindacato, fra l’Unione pensionati e l’Inpgi.
Ora, mentre lamentiamo le incomprensioni del passato e apprezziamo i positivi segnali di novità di oggi, dobbiamo anche renderci conto che abbiamo bisogno di costruire alleanze e che lo strumento per farlo è il dialogo con le istituzioni della nostra categoria. Il dialogo ci servirà anche per far valere i nostri diritti, che altrimenti ci verranno sempre più spesso rinfacciati come privilegi.
Ho sempre sostenuto che i nostri diritti sono garantiti dai versamenti dei colleghi in attività.
C’è una significativa apertura al confronto, anche se ci si chiede di considerare la specificità e direi l’autonomia statutaria dell’Istituto, che ha i suoi organi, recentemente rinnovati, nei quali i pensionati sono rappresentati. Ce ne facciamo carico, ma visto che comunque sulla riforma della previdenza si dovrà riaprire il confronto con le parti sociali, chiediamo di essere interpellati e ascoltati più e meglio di quanto è stato o non è stato fatto in precedenza, consapevoli che c’è un piano formale, istituzionale, dove si confrontano gli organi di amministrazione dell’Istituto e si elabora la riforma, e un piano di dialogo più informale che va ugualmente coltivato.
La riunione di oggi e la presenza dei vertici dell’Istituto ci fa ben sperare.
Anche noi dovremo dare disponibilità al dialogo e alla collaborazione; non individuando controparti dove ci sono colleghi. E interrogarci sul nostro ruolo nella Fnsi e nell’Inpgi. Per quanto riguarda infine la riforma dello Statuto Inpgi, va salvaguardata la presenza della componente dei pensionati e il ruolo dei pensionati negli organismi statutari che, non lo trascuriamo, dipende anche dalla nostra capacità di esprimere contenuti, perché nell’Inpgi come nel sindacato non vogliano essere una riserva ma una risorsa.