02/03/2016
Gestione separata Inpgi: iniziativa alla Camera su ricongiungimenti e cause lavoro
L'epoca del pensionato virtuale
Over 55 disoccupati, troppo vecchi per trovare nuovo lavoro e troppo giovani per andare in pensione. Giovani e precari iscritti alla gestione separata senza ammortizzatori sociali e con la prospettiva di pensioni da fame. Cause di lavoro promosse in difesa dei diritti che vanno avanti per 8-10 anni prima della sentenza definitiva. Sono i temi sollevati da un gruppo di giornalisti in una conferenza stampa alla Camera dei deputati, organizzata da Daniela Binello (#PRESSing Giornalisti in rete) e Claudio Visani, con la partecipazione della Federazione nazionale della stampa, delle Associazioni stampa Romana e dell'Emilia-Romagna (Aser) e il contributo di alcuni parlamentari
I giornalisti chiedono di modificare la normativa sul ricongiungimento oneroso dei contributi che obbliga i giornalisti a ripagarsi a peso d'oro la previdenza degli anni di lavoro autonomo per poter andare in pensione anticipata; riconoscere agli iscritti alla gestione separata Inpgi prestazioni e servizi simili a quelli assicurati dalla gestione principale, a cominciare dall'indennità di disoccupazione; eliminare la "finestra d'uscita" di 21 mesi per chi va in pensione con il sistema della "totalizzazione" dei contributi tra diverse gestioni; introdurre una corsia preferenziale con tempi certi e definiti, molto più rapidi di quelli attuali, per le cause di lavoro. Nel corso della conferenza stampa la deputata Pd, Marialuisa Gnecchi, ha illustrato gli atti parlamentari finalizzati a eliminare la norma sulle ricongiunzioni onerose dei contributi e ad estendere ai giornalisti precari iscritti alla gestione separata Inpgi l'indennità di disoccupazione oggi prevista solo per la gestione separata Inps. Temi che saranno sollevati già oggi, in occasione della discussione sul ddl sul fondo per l'editoria. Il senatore del Pd Giorgio Pagliari ha, invece, posto l'accento sui danni provocati dalla giustizia lumaca nelle cause di lavoro. Presenti anche l'avvocato Marco Petrocelli, il segretario della Asr, Lazzaro Pappagallo, e il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti. "E' una questione di giustizia sociale per l'intera categoria - ha sottolineato quest'ultimo -, occorre trovare gli strumenti per porre rimedio al ricongiungimento oneroso dei contributi. Sindacato e Inpgi devono fare propria questa vicenda". (ANSA)
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L’EPOCA DEL PENSIONATO VIRTUALE
di Daniela Binello (PRESSing GIORNALISTI in RETE)
Abbiamo finalmente “dato la stura” all’epoca della quiescenza virtuale rivelando la storia del giornalista professionista Claudio Visani alla presenza di alcuni parlamentari e sindacalisti della Fnsi, fra cui il presidente della Federazione nazionale della Stampa, Giuseppe Giulietti, e Daniela Scano, componente della segreteria della medesima organizzazione, durante una conferenza stampa alla Camera dei deputati avvenuta lo scorso 1° marzo.
Il nostro collega Visani, 59 anni, bolognese, ha contratto un debito con l’Inpgi per la modica cifra di circa 400mila euro. Vediamo perché.
Con 39 anni di contributi giornalistici versati fra Inpgi Gestione principale (30 anni) e Inpgi 2 Gestione separata (9 anni non sovrapposti, quasi 12 in totale), Visani è un pensionato virtuale che non può lavorare, perché per chi ha perso il lavoro a una certa età ritrovarlo è mission impossible, e non può nemmeno andare in pensione anticipata se non accetta di versare all’Inpgi quella somma enorme.
Questo è il costo di ciò che i tecnici della previdenza chiamano “ricongiungimento oneroso” (un po’ come il riscatto degli anni della laurea, quelle robe lì).
Visani, che rappresenta un caso emblematico, ma comune a un numero elevato di colleghi nelle sue stesse condizioni e fascia d’età, da circa sei anni, è rimasto senza un lavoro giornalistico stabile, anche se ha avuto qualche contratto a termine ed è molto attivo con le collaborazioni, che però sono pagate “a pezzo”. E, quindi, come sappiamo tutti, sono pagate poco. Inoltre, Visani è rimasto incagliato nella giustizia lumaca di un contenzioso tra l’Inpgi e il suo ex datore di lavoro, cioè la Provincia di Bologna (che non esistendo più, è oggi rappresentata dalla Città Metropolitana del capoluogo emiliano).
I contributi di Visani, che la Provincia di Bologna avrebbe dovuto versare alla gestione principale Inpgi, sono congelati in attesa della sentenza definitiva. Il primo grado (nel 2013, dopo quasi 4 anni di causa) ha visto uscire vittorioso l’Inpgi, ma la Provincia ha risposto facendo ricorso in appello.
Visani fino al 2009, e per dieci anni della sua vita, è stato capo ufficio stampa della Provincia di Bologna, ma con contratti co.co.co., mai commutati in un’assunzione, e quindi i suoi contributi di quel periodo sono di Inpgi 2 Gestione separata.
Visani, vedendosi costretto a rivendicare i suoi diritti in tribunale, ha avviato una causa di lavoro contro la Provincia, parallela a quella dell’Inpgi, per essere indennizzato del danno subìto e per chiedere il riconoscimento dell’articolo 1 del contratto nazionale giornalistico (il che, se la sentenza gli sarà favorevole, gli riconoscerebbe anche il versamento dei contributi, almeno per la frazione del periodo spettante a norma di legge, all’Inpgi principale).
Ma di rinvio in rinvio, la causa di lavoro di Visani va avanti a passo di lumaca e la prossima udienza è fissata a novembre 2016.
Tornando allo stato dell’arte, quindi, Visani per poter andare in pensione di anzianità con 39 anni di contributi e 59 di età deve ricongiungere i due salvadai, Inpgi e Inpgi 2, versando circa 400mila euro alla nostra Cassa, perché questo è il costo esorbitante dell’operazione. Questa, al momento, è l’unica strada praticabile da parte del nostro collega bolognese, qualora desideri usufruire della pensione anticipata, così come prevede l’Inpgi secondo le norme tuttora in vigore sul “pensionamento anticipato penalizzato” (dai 57 anni d’età e con 35 anni di contributi versati a Inpgi Gestione pricnipale).
Altrimenti? Molte le soluzioni, alcune persino creative: vendere la prima casa e andare a vivere in un carrozzone posteggiato in un prato con la sua famiglia (convincendo moglie e figli che la vita bucolica è eccitante), godersi la disoccupazione non si sa bene come (anche rapinare banche potrebbe essere un’idea), attendere che il contenzioso fra Inpgi ed ex Provincia di Bologna arrivi lemme lemme alla sentenza definitiva, attendere l’esito della sua causa di lavoro che può però essere rinviata fino a perdere la memoria dei motivi per cui uno ha deciso d’intraprendere una causa. Un bel happy end, non c’è che dire, dopo 39 anni di lavoro giornalistico duro, onesto e rispettabile.