20/02/2016

Tribuna elettorale: il dibattito al Consiglio nazionale
allargato del 16 febbraio

Un generale confronto sul tema dell’Inpgi, sulla sua situazione di bilancio, sulle sue prospettive per il dopo elezioni si è sviluppato nella riunione del Consiglio nazionale Ungp del 16 febbraio scorso. Vi hanno partecipato numerosi giornalisti pensionati che si sono candidati oltre naturalmente ai componenti del Consiglio. Si è trattato quindi di un incontro allargato destinato a ripetersi annualmente affrontando temi che l’attualità via via suggerirà. E’ questa l’indicazione espressa in apertura del Consiglio nazionale dal presidente Ungp Guido Bossa prima di lasciare la presidenza dell’assise al collega Neri Paoloni


In questa sede vengono riportate le sintesi dei vari interventi che si sono succeduti con la collocazione all’inizio di quello del presidente della Fnsi Giuseppe Giulietti. Nell’ambito del dibattito ha infatti tenuto un breve discorso non volendo intervenire sul tema specifico dell’Inpgi e delle elezioni nell’istituto di previdenza anche per lasciare ampia libertà di confronto. Ha comunque espresso la necessità di un dibattito ampio e libero, sempre però in un quadro di tutela delle istituzioni.
Per quanto concerne i temi generali Giulietti ha indicato tre obiettivi da perseguire in tempi sufficientemente ravvicinati. Il primo è quello del recupero dell’unità di azione all’interno della categoria soprattutto in questo periodo così difficile. Il secondo è il riavvio del coordinamento tra gli enti legati al mondo giornalistico individuando le modalità operative e le risorse necessarie. Il terzo è l’analisi attenta del disegno di legge delega in tema di editoria all’esame in questo periodo nelle commissioni parlamentari. In quest’ambito va posta attenzione agli scenari di accorpamento dell’Inpgi nell’Inps.
Roberto Toppetta (candidato) è il collega che ha aperto la serie degli interventi. Ha sostenuto che nell’esame della riforma previdenziale dell’Inpgi i Ministeri vigilanti hanno bocciato la parte più sensibile, ossia quella del prelievo forzoso dalle pensioni. Era stato inserito, ha aggiunto, in modo insipiente perché non sorretto da alcuna norma e pertanto costantemente a rischio di ricorsi. Sostenuta l’autonomia dell’Inpgi e, deprecando ogni ipotesi di passaggio all’Inps, ha infine ricordato i sei punti programmatici di “Stampa romana” in merito al futuro dell’istituto di previdenza.
Tiziana Longo (esecutivo nazionale Ungp) ha sintetizzato un documento di Stefania Giacomini (candidata e vicepresidente Unpg), impossibilitata ad intervenire alla riunione. Ha ribadito i punti programmatici di “Stampa romana”, ossia passaggio dei colleghi da Cococo a dipendenti, oculata gestione degli immobili Inpgi, attenzione alla gestione separata, trasparenza e correttezza nella gestione, certezze sui diritti acquisiti dei pensionati, riduzione dei compensi agli amministratori Inpgi. Ha sottolineato poi lo stato di incertezza e precarietà del gruppo giornaliste esodate dalla Rai, e non solo. Ha auspicato una presenza più incisiva dell’Unione dei giornalisti pensionati.
Ermanno Corsi (Consiglio nazionale Unpg) ha rivendicato l’ampiezza del ruolo dei giornalisti al di là di quello strettamente professionale tanto che ha proposto di modificare la denominazione del sindacato sostituendo alla dizione “giornalisti pensionati” quella di “giornalisti sempre”. Ha invitato infine i dieci candidati che verranno eletti nel Consiglio generale Inpgi in rappresentanza dei pensionati a tutelare sì le pensioni, ma soprattutto a difendere la professione.
Alessandra Spitz (candidata) ha ricordato la crisi occupazionale che a sua volta ha investito l’Inpgi con le difficoltà di bilancio che ne sono derivate. Commentando il giudizio espresso dai Ministeri vigilanti in merito alla riforma previdenziale lo ha definito durissimo anche in riferimento alla illegittimità del prelievo forzoso sulle pensioni. Ha aggiunto che le difficoltà dell’Inpgi trovano origine anche nel fatto che l’istituto è stato penalizzato dalla Fnsi, la quale ha svenduto la categoria favorendo gli editori. In conclusione ha invitato a mandare a casa tutti gli amministratori.
Luciano Borghesan (candidato) ha segnalato che l’ambito professionale in cui l’Inpgi può trovare risorse nuove e continuative è negli uffici stampa esistenti in enti pubblici e privati. In più, ha ricordato le contraddizioni contributive presenti nei talk show televisivi condotti da giornalisti. In merito alle passate polemiche sul compenso del presidente dell’Inpgi ha sostenuto che va retribuito il ruolo e non la posizione professionale. Infine ha auspicato la ricostituzione del coordinamento degli organi ed enti di categoria.
Massimo Lucchesi (candidato) ha commentato che in questa fase bisogna operare affinché la professione del giornalista torni ad acquisire caratteristiche di credibilità, moralità ed eticità assumendo anche funzioni di servizio. In ciò importante è il ruolo dei giornalisti più anziani. La campagna elettorale per l’Inpgi, ha aggiunto, ha avuto accenti polemici mentre più utile sarebbe unificare le sensibilità diverse senza dividere la categoria.
Piero Vigorelli (candidato) ha commentato che l’Inpgi, un tempo la gallina dalle uova d’oro delle categoria, sta cedendo per colpa degli amministratori degli ultimi anni. Non è in discussione l’entità del compenso per il presidente, quanto piuttosto la svendita della cassaforte dell’ente costituita dal patrimonio immobiliare. Si è soffermato sul tema delle crisi aziendali nate come funghi e sull’estendersi del precariato. Tra le sue proposte vi sono quelle di sostituire tutti gli amministratori e di procedere alla costituzione di parte civile dell’istituto nell’ambito delle inchieste sul caso Sopaf.
Romano Bartoloni (candidato) rivendicando di essere il candidato più anziano ha dichiarato che sono finiti i tempi dei furbetti e lo saranno sempre di più attraverso un’operazione verità all’interno dell’Inpgi. Ha sottolineato come l’istituto sia stato scosso dal parere dei Ministeri in merito alla riforma previdenziale: vi appare evidente l’intenzione di trasferirlo all’Inps. Ha definito “affronto intimidatorio e illegittimo” il prelievo forzoso dalle pensioni con cui si è voluto spaccare la categoria. Ha chiesto una spending review all’interno dell’Inpgi, ogni sforzo per ampliare il mercato del lavoro e l’impegno verso un appello finale unitario.
Anna Lucia Visca (candidata) ha posto il problema dell’adeguamento della rappresentanza negli organismi di categoria della componente femminile, la quale si sta ampliando largamente all’interno della professione. Ha sottolineato anche che era noto da tempo il rapporto sbilanciato tra contributi retributivi ed erogazione delle pensioni ed ha ricordato, per quanto riguarda la componente giornalistica, che le delibere del consiglio di amministrazione e del Consiglio generale dell’Inpgi sono state assunte all’unanimità, o a larga maggioranza. Infine ha sostenuto che il prelievo di solidarietà dalle pensioni era stato previsto proprio per sostenere i colleghi in difficoltà.
Paolo Serventi Longhi (candidato e vicepresidente uscente dell’Inpgi) ha ricordato la “scelta intelligente” di anni fa di mantenere l’assetto autonomo dell’Inpgi proprio per la salvaguardia dell’autonomia dei giornalisti. Circa la situazione attuale ha affermato che c’è preoccupazione a fronte della diminuzione di tremila occupati e di poche centinaia di assunzioni, il tutto accompagnato dall’incremento dell’800 per cento dei contratti di solidarietà. Da qui le scelte fatte per il contenimento dello sbilancio economico con la riduzione delle prestazioni pur mantenendo livelli superiori a quelli dell’Inps. Nessuna quindi volontà di passare all’Inps, ma piuttosto di salvare il sistema previdenziale dei giornalisti. In merito alla riforma previdenziale ha affermato che i Ministeri ne hanno apprezzato l’impianto generale spingendo però ad introdurre anche all’interno dell’istituto dei giornalisti le regole della legge Fornero. Non è automatico che sarà così: il compito di trovare una soluzione sarà dei nuovi amministratori dell’Inpgi. Il contribuito di solidarietà non è stato bocciato in quanto tale dai Ministeri, i quali hanno sollevato il problema degli eventuali ricorsi. Esprimendo apprezzamento verso l’azione del presidente Camporese ha segnalato che non vi è stata costituzione di parte civile nell’inchiesta Sopaf per consiglio dei legali dell’Inpgi. Infine ha ritenuto necessaria la riforma complessiva dell’Inpgi.
Orfeo Donatini (Consiglio nazionale Ungp) ha esordito affermando che nel corso della campagna elettorale per l’Inpgi la categoria dei giornalisti, pur essendo un cardine della democrazia, non ha dato un gran spettacolo di onestà intellettuale. Valutazione questa emersa tenendo conto del contenuto di molte delle mail che sono pervenute nelle caselle di posta elettronica. Mail in cui sono emersi toni fantasiosi, vergognose bugie, palese ignoranza. Fermo restando la difesa dell’Inpgi e della sua autonomia, ha affermato che per il passato si registrano criticità nate dalla crisi dell’occupazione, mentre per il futuro è necessaria una serena discussione nella categoria perché le divisioni non possono che favorire gli editori. Sarebbe un errore fatale portare lo scannatoio politico dentro la categoria mentre l’obiettivo deve essere quello di dare speranze ai precari e di riformare tutti gli organismi professionali.
Gianni Martellozzo (Consiglio nazionale Ungp) ha affermato che solo con la ripresa economica ed occupazionale l’Inpgi potrà salvarsi, ma nel contempo è necessario un profondo rinnovamento dell’istituto con una gestione corretta e con amministratori dotati di conoscenze e capacità tecniche. In più, i costi eccessivi dell’ente fanno venir meno l’autorità morale nel chiedere sacrifici. In riferimento ai toni della campagna elettorale ha aggiunto che in taluni casi si è usato un linguaggio indegno di chi fa il nostro mestiere.
Paola Cascella (candidata) ha ricordato che il prelievo forzoso che era stato previsto sulle pensioni non può essere considerato un atto di solidarietà, perché la solidarietà è un atto libero, aggiungendo poi che proprio quella parte della riforma previdenziale era a rischio di incostituzionalità. Per quanto concerne le difficoltà dell’Inpgi ha ricordato come agli editori si facciano pagare meno contributi previdenziali rispetto alla contribuzione Inps e come si sia acconsentito a prepensionamenti selvaggi e reiterati.
Savino Cutro (candidato) ha paventato che il livello polemico raggiunto in talune mail provochi un’ondata di astensionismo alle elezioni per l’Inpgi. Ha ricordato che nei vari bilanci approvati a stragrande maggioranza l’istituto ha sempre messo in luce le difficoltà crescenti proprio in una fase in cui si chiudono i giornali, si perdono posti di lavoro e spesso le aziende applicano contratti non giornalistici. Ha aggiunto che la riforma previdenziale non è stata bocciata dai Ministeri, i quali ne hanno comunque segnalato l’insufficienza. Ha invitato infine l’Ungp a rafforzare l’impegno verso la riduzione della fiscalità dei pensionati.
Domenico Marcozzi (candidato e Consiglio nazionale Ungp) ha sostenuto che tra i vari problemi che affliggono l’Inpgi spicca quello degli emolumenti dei propri dirigenti e ne ha chiesto la riduzione di almeno il 50 per cento. Ha invitato a porre attenzione al problema degli alloggi sfitti ed ha rivolto critiche al progetto di riforma previdenziale.
Mario Antolini (candidato e fiduciario della Casagit per il Lazio) ha sottolineato la correzione dei bilanci via via attuata dalla Casagit, chiarendo, per quanto riguarda gli ultimi interventi, che il mancato rimborso dell’Iva non viene applicato negli interventi a pacchetto. Ha lamentato come l’Inpgi non abbia praticato per tempo analoghe correzioni dei propri conti. Per quanto concerne la solidarietà ed il contributo ad essa legato ha commentato che era meglio procedere diversamente chiedendo di praticarla senza imporla. Ha lamentato certi toni di campagna elettorale usati nel web ed ha invitato a tenere fermo il rispetto delle persone.
Giuseppe Gulletta (candidato) ha espresso preoccupazione per il bilancio e per il futuro dell’Inpgi con il rischio che sia inglobato nell’Inps. Ipotesi questa da non scartare, ma in tal caso l’Inpgi deve mantenere una propria forza. Le difficoltà, ha aggiunto, sono presenti in tutto il mondo giornalistico e nei vari istituti di categoria tra i quali anche l’Ordine la cui riforma è bloccata da emendamenti in Parlamento. Nella categoria serve pertanto unità che può cominciare a manifestarsi anche in un raccordo stretto tra Ungp e i pensionati che verranno eletti nel Consiglio generale dell’Inpgi. In più vanno cercate scelte condivise anche con i colleghi attivi.
Oreste Barletta (Direttivo del Gruppo romano), ricordate le diverse opinioni sul giudizio dei Ministeri in merito alla riforma previdenziale, ha affermato che in sostanza la riforma così come elaborata non va anche perché il contributo forzoso non era supportato dalle leggi. Non ha escluso infine il rischio di commissariamento dell’Inpgi.
Giancarlo Minicucci (candidato) ha approfondito il tema della ex fissa la cui corresponsione è ora scaglionata nel tempo ed a tal proposito ha messo in luce le contraddizioni presenti tra le sentenze che hanno liberato da responsabilità l’Inpgi e quella che invece ha riconosciuto in proposito omissioni da parte dell’istituto. La crisi dell’Inpgi, ha aggiunto, non nasce solo dalle difficoltà dell’editoria ma anche dalle responsabilità del sindacato che non ha ben vigilato sulla gestione del welfare con sostegni all’editoria che poi si sono rivelati un dispendio di capitali e di energie.
Pierluigi Roesler Franz (candidato) in merito alla ex fissa ha ricordato che interessa 150 giornalisti ed ha un peso di circa 130 milioni a carico degli editori. Messo in luce lo sbilanciamento tra contribuzioni e pensioni presente nei conti Inpgi, ha sottolineato la crisi di liquidità che investe l’istituto e le sofferenze di bilancio che ne derivano. La svolta potrà avvenire quando lo Stato assumerà su di sé il peso degli ammortizzatori sociali anche perché il compito precipuo dell’Inpgi è quello di erogare pensioni e non certo di tagliarle. A proposito di tagli ha ricordato che l’istituto si è comunque potuto avvalere di circa 20 milioni di Euro a seguito del blocco della perequazione pensionistica. In merito al caso Sopaf ha chiesto trasparenza, così come per tutti gli investimenti dell’ente. Espresso un giudizio positivo sulla proposta di creare un coordinamento degli enti di categoria ha aggiunto che l’Inpgi potrà salvarsi intervenendo sugli uffici stampa ed acquisendo così nuove contribuzioni. Ha ricordato infine la pochezza delle pensioni erogate dall’Inpgi2.
Giorgio Greco (Consiglio nazionale) ha invitato ad uscire dal chiacchiericcio ed a puntare alla riduzione della fiscalità sulle pensioni. Per questo ha invitato ad arrivare all’annunciato convegno dell’Ungp e a formulare in quella sede una proposta. In merito alle elezioni all’Inpgi ha paventato l’astensionismo dovuto all’invasione di email ed ha invitato all’unità lasciando perdere le ripicche.
Gian Luigi Corti (candidato e Consiglio nazionale Ungp) ha affermato che con la sua candidatura ha voluto mettersi a disposizione di tutta la categoria. Ha auspicato discontinuità nella gestione dell’istituto, sottolineando che sarà necessaria una sintonia tra i dieci pensionati che saranno eletti nel Consiglio nazione Inpgi a fronte degli altri 50 componenti in rappresentanza dei giornalisti attivi.
Guido Bossa (candidato e presidente Ungp) ha chiuso l’incontro ricordando l’impegno ad organizzare annualmente un’analoga riunione a tema. Ha infine invitato ai prossimi Consigli nazionali Ungp i pensionati che saranno eletti nel Consiglio generale dell’Inpgi, compresi quelli che non risultassero iscritti al sindacato.