19/01/2016

Camporese sulla riforma Inpgi: “Non accetto che si scrivano falsità”

Il Presidente dell'Inpgi Andrea CamporeseL’Inpgi, attraverso il suo presidente, Andrea Camporese, smentisce, con una nota, notizie false diffuse dai gruppi di opposizione a scopi puramente elettorali. Ecco il testo


“Cari colleghi, leggo con sconcerto, tristezza e consapevolezza dei tempi che viviamo, le note emesse dai colleghi Chianura e Spitz che accusano la Presidenza e la Direzione generale di aver nascosto al Cda notizie rilevanti sull’iter della riforma varata dal Cda dell’Inpgi. A quanto capisco, io sarei imbelle e omertoso insieme a non so quale parte del Cda. 1 – Non ho mai ricevuto, sia formalmente che informalmente, la citata nota del Ministero del Lavoro quindi non posso essere omertoso, a meno che non si voglia diffamare me e l’Ente. E’ probabile che ulteriori note, sia del Lavoro che dell’Economia, seguiranno, nei normali rapporti interni tra Ministeri. Trovo del tutto strumentale l’uso che è stato fatto di questa vicenda e per questo non la commento. Non accetto che si scrivano falsità che sono, queste sì, ampiamente dimostrabili. Sarebbe ben strano il contrario, che io fossi venuto a conoscenza di un carteggio, che proprio in quanto parte di un iter (dal latino “cammino”) deve responsabilmente rimanere in una dinamica estranea all’Ente. Anche il resto del Cda e la stessa Direzione Generale non possono essere omertosi per naturale conseguenza di ciò che ho appena affermato. Forse la scarsa conoscenza della lingua italiana da parte di qualche commentatore da social network, ha indotto in un clamoroso errore colleghi che potevano semplicemente informarsi. Laddove si usa il termine “codesto” si intende la lettera del Mef rivolta al Lavoro e non una lettera del Lavoro rivolta all’Inpgi, che non è mai esistita. La connessione tra una lettera che non esiste e ulteriori informazioni richieste a supporto della documentazione già fornita, è strumentale, elettoralistica e inaccettabile. 2 – Per quanto riguarda le simulazioni tecniche con rendimento del patrimonio al 3%, esse seguono una richiesta fatta per le vie brevi dalla Segreteria Tecnica del Ministro del Lavoro, per nulla segreta, di integrazione ai conteggi attuariali già inviati. Il patrimonio di Inpgi ha reso negli ultimi anni ben più del 3 per cento, è legittimo che il Ministero chieda un conteggio del genere, è legittimo che Inpgi proietti simulazioni coerenti con la serie storica. Nel richiedere ulteriori conteggi, e altri potrebbero seguire (per esempio si potrebbe stimare il forte effetto positivo sui conti di Inpgi dovuto dalle nuove norme sugli ammortizzatori sociali approvate in Stabilità, oppure le 700 richieste di assunzioni sgravate giunte) nessun accento, positivo o negativo, è stato posto sulle voci della riforma. Quindi, se capisco bene, avrei dovuto convocare un Cda per evitare le dimissioni di un consigliere di amministrazione, nel quale avrei comunicato di non aver ricevuto alcuna lettera, di aver fornito conteggi ulteriori normalmente richiesti, di non aver ricevuto alcun commento sulla riforma e di attendere qualche elemento sostanziale per discuterne. Francamente mi pare troppo. Non capisco cosa c’entrino la trasparenza, la buonafede e le prerogative del Cda, come scrive il consigliere Chianura in una lettera che non mi risulta essere mai giunta alla mia segreteria. Quando ci saranno elementi di valutazione il Cda eserciterà tutte le sue prerogative, come ha sempre fatto. L’alternativa, alla quale non aderisco in quanto contraria al buon senso e all’utilità, sarebbe convocare il Cda ogni volta che ci viene richiesto un dato, una relazione, una precisazione, una integrazione. Decine di volte l’anno. A meno che non si pensi, attraverso un processo teoretico, di intuire, vagliare e prevedere come una richiesta di dati possa impattare sulle decisioni afferenti a decine di voci di una riforma. Concludo sottolineando che il fatto stesso di pensare che si nascondano lettere e carteggi, sottende un’idea di Ente che non ma mai fatto parte del mio agire, come ho avuto modo di dimostrare in otto anni, a chiunque”.