22/12/2011

I giornalisti dell’Inpgi: “Il ministro Fornero accetti la richiesta di un confronto diretto nel merito dei problemi”. I sindaci di via Nizza: “Gravi e false le sue affermazioni”
Solidarietà al presidente Camporese dei dipendenti dell’Istituto

La sede dell'Inpgi I giornalisti eletti nel Consiglio di Amministrazione dell’Inpgi, sottolineano anche a tutela della propria dignità e responsabilità, che le dichiarazioni pubbliche del Ministro del Lavoro Fornero sull’Istituto, oltre ad essere del tutto infondate, rischiano di gettare un’ombra sul lavoro compiuto negli ultimi anni. Mettere in dubbio la sostenibilità dei conti economici dell’Inpgi è un’affermazione grave che non corrisponde alla realtà dei fatti

 


Questo Consiglio di Amministrazione ha infatti fra l’altro approvato nello scorso mese di luglio una pesante manovra di contenimento e di riequilibrio dei costi che garantisce la sostenibilità dei conti per i prossimi 50 anni. Si tratta di una manovra che è stata approvata dai Ministeri del Lavoro e dell’Economia il mese scorso, e che ha come elementi qualificanti da un lato l’aumento dell’età pensionabile delle donne a 65 anni e dall’altro un intervento a favore dell’occupazione in particolare dei giovani, con sgravi alle aziende  per tre anni.
Occorre  tenere presente, inoltre, il cospicuo patrimonio mobiliare ed immobiliare detenuto dall’Inpgi proprio a garanzia delle presenti e delle future pensioni.
I giornalisti del Cda dell’Inpgi respingono nettamente l’accusa di scarsa trasparenza nei confronti degli Enti vigilanti (Ministero del Lavoro e Ministero dell’Economia), presenti nel Cda insieme al rappresentante della Presidenza del Consiglio.
I bilanci dell’Inpgi sono pubblici e sono stati resi noti nel dettaglio in tutte le sedi. E’ sufficiente connettersi con il sito www.inpgi.it per averne immediata cognizione. D’altra parte i bilanci stessi - che si chiudono anche quest’anno in attivo nonostante gli effetti della crisi globale – e l’intera attività economica e finanziaria dell’Istituto di Previdenza dei Giornalisti sono  sottoposti al vaglio annuale da parte della Corte dei Conti. I giornalisti del Cda dell’Inpgi auspicano che il Ministro Fornero, una volta acquisiti tutti gli elementi per una serena valutazione, rettifichi le dichiarazioni rese pubblicamente ed accolga la richiesta dell’Istituto e della FNSI per un confronto nel merito sulle misure riguardanti anche l’Inpgi, quale Cassa autonoma sostitutiva di previdenza generale obbligatoria (dlgs 509/’94)  contenute sulle Casse privatizzate nel cosiddetto decreto “Salva Italia”.

Paolo Serventi Longhi, Silvia Garambois, Silvana Mazzocchi, Roberto Carella, Edmondo Rho, Maurizio Andriolo, Simona Fossati, Antonio De Vito, Ino Iselli, Riccardo Venchiarutti, Franco Siddi

I giornalisti eletti nel Collegio Sindacale dell’INPGI sottolineano che le dichiarazioni pubbliche sull’Istituto da parte del Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale Elsa Fornero, oltre ad essere del tutto infondate e gravemente lesive della loro onorabilità, dignità e professionalità, rischiano di gettare un’ombra sul buon lavoro compiuto collegialmente negli ultimi anni insieme ai sindaci ministeriali. Mettere in dubbio la sostenibilità dei conti economici dell’Inpgi è, infatti, un’affermazione grave e contraria al vero.
L'Inpgi ha sempre correttamente applicato le numerose e ben precise norme di legge che - a partire dal decreto legislativo n. 509 del 30 giugno 1994 - prevedono tutta una serie di adeguati controlli e garantiscono la trasparenza dei suoi bilanci:
1) la presenza tra i 16 consiglieri di amministrazione di 2 rappresentanti pubblici: 1 designato dalla Presidenza del Consiglio e 1 designato dal ministero del Welfare;
2) la presenza nel Collegio Sindacale di 4 giornalisti e di 3 ministeriali: 1 in qualità di Presidente designato dal Ministero del Welfare, 1 designato dalla Presidenza del Consiglio e 1 designato dal ministero dell'Economia;
3) una Società di revisione contabile (é la Price Waterhouse & Coopers);
4) la Sezione Controllo Enti della Corte dei Conti ha sempre ratificato tutti i bilanci (l'ultima positiva Determinazione di 51 pagine, riferita al bilancio chiuso al 31 dicembre 2010, Presidente Raffaele Squitieri, relatore il consigliere Luigi Gallucci, é la n. 57/2011 ed é stata inviata - come sempre avvenuto anche quando l'Istituto era un ente pubblico - alle Presidenze di Camera e Senato). L'ultimo bilancio al 31 dicembre 2010 e quelli relativi alle annualità precedenti sono scaricabili da http://www.inpgi.it/?q=node/641;
5) l'ulteriore controllo da parte della Covip a seguito del decreto legge Berlusconi n. 98 del 6 luglio 2011 convertito in legge n. 111 del 15 luglio 2011;
6) la vigilanza congiunta e la necessaria preventiva approvazione di tutte le delibere dell'Inpgi di rilievo previdenziale da parte dei Ministeri del Welfare e dell'Economia.
Si ricorda inoltre che quando l'Inpgi era un ente previdenziale pubblico doveva garantire solo 2 annualità di riserva tecnica rispetto all'importo pagato per le pensioni, mentre dal 1994 da quando l'Inpgi é diventato un ente privatizzato tale limite é stato portato a 5 annualità. Inoltre quando l'Inpgi era un ente pubblico la proiezione dei bilanci tecnici attuariali era di 15 anni, mentre da ente privatizzato é passata prima a 30 anni ed ora addirittura a 50 anni!
L’Inpgi ha poi recentemente varato una riforma che ha come elementi qualificanti, da un lato, l’aumento  dei contributi e dell’età pensionabile delle donne a 65 anni e, dall’altro, un intervento a favore dell’occupazione in particolare dei giovani, con sgravi alle aziende  per tre anni, garantendo sostenibilità a 50 anni, con un patrimonio immobiliare (circa 1 miliardo e 200 milioni di euro) e mobiliare (circa 1 miliardo 300 di euro) sempre crescente, che, contrariamente a quanto prevede, purtroppo, il decreto legge Monti salva Italia dovranno servire alla Gestione Principale dell'INPGI per poter superare nei prossimi anni la difficile fase di transizione del passaggio dal sistema misto retributivo-contributivo all'esclusivo sistema contributivo puro introdotto a partire dal 1998.
D'altronde che senso potrebbe avere giuridicamente per un ente previdenziale continuare ad accumulare ricchezza senza prima utilizzare questa ricchezza proprio per pagare le pensioni come unico ente sostitutivo dell'Inps in Italia che per di più si accolla da anni per intero l'onerosissimo costo degli ammortizzatori sociali (indennità di disoccupazione, cassa integrazione, ecc.) senza minimamente incidere sul bilancio dello Stato?
Ebbene tutte e 3 le ultime delibere del CdA Inpgi n. 58-59 e 60 del 15 luglio 2011 in tema di riforma delle pensioni sono state regolarmente approvate l'8 novembre 2011 dai Ministeri del Welfare e dell'Economia e delle Finanze.
I giornalisti eletti nel Collegio Sindacale dell'Inpgi auspicano che il Ministro Elsa Fornero, una volta acquisiti tutti gli elementi per ristabilire al più presto la verità dei fatti, voglia rettificare pubblicamente le sue inesatte dichiarazioni ed accolga la richiesta dell’Istituto e della Fnsi per un confronto nel merito sulle misure riguardanti anche l’Inpgi, quale unica Cassa autonoma sostitutiva della previdenza generale obbligatoria contenute nel citato decreto “Salva Italia” al fine anche di tranquillizzare i circa 70 mila iscritti all’Inpgi Gestione Principale e Gestione Separata e per tutelare il buon nome e l'onorabilità dell'Istituto, dei suoi amministratori e sindaci.

Maurizio Cerino, Cristiana Cimmino, Attilio Raimondi, Pierluigi Roesler Franz

Le Organizzazioni Sindacali dei lavoratori dell’INpgi esprimono la più totale solidarietà al Presidente, Andrea Camporese, in relazione alle critiche mosse all’Istituto e all’intero comparto delle Casse di previdenza privatizzate dal Ministro del Lavoro in occasione delle celebrazioni  per il  centenario del Contratto dei Giornalisti.
Sorprende, in particolare, che le argomentazioni formulate e i toni assunti dal Ministro siano apparsi non pienamente conformi all’esigenza primaria, unanimemente condivisa dal consesso democratico, di affrontare con spirito sereno, trasparente e imparziale il confronto con gli interlocutori Istituzionali e le Parti Sociali su tematiche di così grande rilevanza, come quelle del riordino del sistema previdenziale, nei cui ambito operano lavoratrici e lavoratori che quotidianamente svolgono le proprie attività, oltre che con la necessaria e indispensabile professionalità, anche con particolare impegno e passione, orgogliosamente consapevoli di assolvere  un ruolo ed una funzione molto delicati, in quanto destinati ad assicurare alle fasce deboli della popolazione del Paese le nobili e prestigiose tutele del welfare garantite dall’art. 38 della Carta Costituzionale della Repubblica.
Nel dare atto al Presidente Camporese di aver manifestato, sin dall’inizio del proprio mandato, estrema sensibilità nei confronti del personale dell’Istituto - che si è concretamente tradotta nello sviluppo di un moderno metodo di relazioni sindacali improntato a principi di serio e leale dialogo e cooperazione diretta tra chi, pur nel rispetto dei diversi ruoli sociali e delle diverse finalità insite nei mandati ricevuti, declina il valore del confronto non verso la deriva delle sterili e aprioristiche contrapposizioni strategiche funzionali alla coltivazione di interessi particolaristici ma, al contrario, opera sul piano della collaborazione reciproca per l’individuazione dei fattori di comune utilità, realizzando così l’obiettivo di contribuire al migliore funzionamento dell’Ente e alla oculata gestione delle risorse e, quindi, agendo nel superiore interesse degli iscritti ad ottenere prestazioni e servizi sempre più efficienti - si esprime la piena e incondizionata fiducia circa la possibilità che queste capacità e questi metodi di gestione del confronto possano consentirgli di ripristinare immediatamente un clima di  corretta e democratica collaborazione con tutti gli interlocutori istituzionali per un esame obiettivo e privo di condizionamenti ideologici delle varie problematiche che interessano l’intero sistema degli enti  previdenziali e contribuire, così, a salvaguardare gli interessi della collettività.

CGIL , CISL, UIL, USB, CONFEDIR, CIDA