15/12/2015

Riforma dell’Inpgi e elezioni 2016: le proposte del Gruppo lombardo

A poco meno di sei mesi dall’approvazione da parte del CdA dell’Inpgi della riforma del sistema previdenziale e assistenziale dell’Istituto, e a circa due mesi dalle elezioni per il rinnovo del Consiglio Generale dell’Istituto, il Gruppo Lombardo richiama  l’attenzione dell’Esecutivo e del Consiglio Nazionale dell’Ungp su questi momenti che hanno pesanti riflessi sul futuro dell’Inpgi e sul ruolo attivo dei giornalisti  pensionati all’interno dell’Istituto


Le elezioni di febbraio, infatti,  devono vedere i candidati pensionati in prima linea nel processo di rinnovamento della dirigenza, per dare all’Inpgi quella svolta propulsiva che ci permetta di voltare pagina. I nuovi dirigenti dovranno essere espressione di una volontà di cambiamento come richiede  una base (pensionati e attivi) da troppo tempo in sofferenza e allarmata, poiché sono in gioco le nostre pensioni e quelle che verranno. Il rischio di un ventilato passaggio all’Inps deve essere allontanato attraverso una corretta e saggia amministrazione delle nostre risorse, che solo colleghi motivati, competenti e legittimati dal voto possono garantire.
Per quanto riguarda la manovra varata per salvare l’Inpgi dal default, il Gruppo Lombardo torna a riflettere sull’incidenza reale di tale manovra, alla luce anche delle numerose prese di posizione da parte di altri Gruppi regionali e di singoli colleghi, nonché degli Ordini del giorno approvati dall’Ungp e di importanti decisioni assunte dalla Giunta della Fnsi e dalle Associazioni regionali della stampa. Ciò premesso, il Gruppo Lombardo ribadisce - come già espresso in un documento del giugno scorso, la sua netta contrarietà:
a una riforma dell’Inpgi, calata dall’alto, che preveda tagli agli assegni pensionistici, anche se il principio di solidarietà ipotizzato andrebbe nella direzione di un “patto intergenerazionale” tanto auspicato dalla Fnsi e che non ci trova insensibili;
ad accettare una decurtazione “tout court” degli assegni in quanto si cristallizza un principio su cui innescare in futuro ulteriori tagli. Infatti, va in questa direzione la proposta Inpgi di prorogare al 31 dicembre 2021 (ciò che per legge è stabilito al 31 dicembre 2016) il taglio delle pensioni sopra i 91.250 euro. Manovra certo non sufficiente a risanare il bilancio dell’Istituto da qui a cinque anni: cosa molto dubbia, stante il fatto che è il rapporto di “tre attivi – un pensionato” per garantire il pagamento delle pensioni oggi non esiste più. Nonostante gli incentivi fiscali promossi dal Governo, solo 400 risultano finora le nuove leve immesse nelle redazioni.
A tale proposito il Gruppo Lombardo auspica - in vista del prossimo Contratto di lavoro - che Fnsi e Inpgi siano più coesi e decisi nell’individuare con gli Editori  percorsi condivisi per garantire al settore dell’editoria di riprendersi dalla crisi e contemporaneamente di favorire  lo sviluppo di nuovi posti di lavoro. Purtroppo il fatto che gli Editori abbiano disdettato per primi il vecchio contratto non lascia ben sperare; anzi, pone la Fnsi in una posizione di evidente difficoltà.
Il Gruppo Lombardo, in sintonia con l’Ordine del giorno approvato dal Consiglio Nazionale dell’Ungp del 24 giugno scorso, ribadisce nuovamente e con vigore che “per quanto riguarda la voce Contributo di solidarietà sulle pensioni, i giornalisti pensionati hanno già contribuito alla tenuta dei conti dell’Inpgi” con la mancata perequazione delle pensioni negli anni 2008, 2012, 2013, mentre dal primo gennaio 2014 ha riconosciuto solo una minima parte dell’adeguamento al costo della vita, anche se  la sentenza della Corte Costituzionale n.70, dal primo gennaio di quest’anno restituirà solamente a pochi pensionati titolari delle pensioni più basse una parte di quanto incostituzionalmente trattenuto.
Il Gruppo Lombardo è pertanto convinto che a correggere i bilanci dell’Inpgi occorra una improcrastinabile manovra solidale ma equa:
che coinvolga tutti i soggetti dell’informazione, dai giornalisti agli editori;
che sia spalmata “su un ventaglio ampio di voci di bilancio”: non solo contribuzione e indici di rivalutazione, ma anche interventi assistenziali, ammortizzatori sociali, esborsi per contributi figurativi, prepensionamenti;
che garantisca una netta separazione tra assistenza e previdenza, senza più gravare sulle casse dell’Inpgi costi sociali che spettano, invece, allo Stato, come già accade per le altre categorie di lavoratori.
Tornando alla proposta di riforma dell’Inpgi approvata dal CdA, ma che ancora attende di essere valutata dai Ministeri Vigilanti,  il Gruppo Lombardo auspica che essa venga modificata, recependo quelle indicazioni che i giornalisti pensionati italiani da mesi stanno esprimendo, con passione e competenza, attraverso i documenti dei Gruppi regionali e gli Ordini del giorno dell’Ungp. A tale proposito il Gruppo Lombardo impegna sia l’Esecutivo che il Consiglio Nazionale a sollecitare i suddetti Ministeri Vigilanti affinché esprimano i loro pareri in tempi brevi, perché ogni ritardo genera sconcerto, confusione, contrapposizioni e polemiche. Prima ci sarà questa presa di posizione, più si allontanerà lo spettro di un commissariamento che minerebbe l’indipendenza dell’Inpgi, annullando di fatto le ormai imminenti elezioni. Oggi più che mai si ha bisogno di una “Nuova Inpgi”, che sia amministrata da colleghi capaci che sappiano coinvolgere, meritandone la fiducia,  la “base dei soci” che costituisce la “grande famiglia” con cui condividere ogni scelta a garanzia dei diritti soggettivi tutelati dalla legge e dalla Costituzione.

Il Direttivo del Gruppo Lombardo dell’Ungp