14/12/2015

Consiglio nazionale Ungp: il verbale della riunione del 24 giugno 2015

Nella sala riunioni della Fnsi in corso Vittorio Emanuele 349 in Roma, alle ore 10 del giorno 24 giugno 2015 si è aperta la seduta del Consiglio nazionale dell’Ungp per esaminare il seguente ordine del giorno:
1) Approvazione del verbale della seduta precedente
2) Approvazione del bilancio consuntivo 2014 e del preventivo 2015 
3) Dibattito sulla riforma della previdenza
4) Varie ed eventuali


Alla riunione hanno partecipato i colleghi Giuseppe Anzalone, Paolo Baggiani, Romano Bartoloni, Guido Bossa, Gianfulvio Bruschetti, Claudio Cojutti, Gian Luigi Corti, Savino Cutro, Ermanno Corsi, Dario De Liberato, Orfeo Donatini, Enzo Ferrini, Marco Gardenghi, Giorgio Greco, Giuseppe Gulletta, Mauro Lando, Tiziana Longo, Domenico Marcozzi, Gianni Martellozzo, Claudio Mazza, Marcantonio Morelli, Giuliano Musi, Neri Paoloni, Mario Petrina, Orazio Raffa.
In apertura della riunione del Consiglio nazionale Ungp il presidente Guido Bossa ha espresso soddisfazione per la presenza in sala del collega Ermanno Corsi presidente dell’Ungp della Campania. Nelle settimane scorse la Fnsi ha riconosciuto la nuova rappresentanza sindacale campana e così pure i pensionati sono tornati ad essere rappresentati. Ha dato quindi la parola al presidente Ungp della Liguria Gian Luigi Corti per ricordare la figura del collega Gian Claudio Bianchi recentemente scomparso e che era stato a lungo presidente dei pensionati liguri. Nel suo intervento Corti ha definito lo scomparso “un giornalista gentiluomo”.
2) Approvazione del bilancio consuntivo 2014 e del preventivo 2015
Approvato il verbale della riunione precedente, viene data la parola al collega Neri Paoloni, presidente del collegio dei revisori dei conti, per la relazione sul bilancio consuntivo 2014 e preventivo 2015. Il tesoriere Claudio Cojutti propone di inserire nel bilancio preventivo il contributo Inpgi annunciato in 9000 euro. Il bilancio e la relazione sono allegati al presente verbale.
In questa fase i colleghi Corti (Liguria), Bartoloni (Lazio), Corsi (Campania), Baggiani (Sardegna) riferiscono sulla trattative presso le loro associazioni sindacali regionali per il finanziamento dell’Ungp nazionale. Messo ai voti il bilancio consuntivo viene approvato all’unanimità con la richiesta di Baggiani di comunicarlo in anticipo ai componenti del Consiglio nazionale.
3) Dibattito sulla riforma della previdenza
Dato per conosciuto il documento “Ipotesi di interventi per la sostenibilità della gestione previdenziale Inpgi” diffusa dal presidente dell’Inpgi Andrea Camporese, il presidente Bossa ha ricordato che in proposito vi sono stati incontri e dibattiti in sede Fnsi a cui egli ha partecipato. Si tratta ora, ha aggiunto, di decidere se l’Unpg intende continuare a partecipare a pieno titolo come organizzazione sindacale di base all’esame della proposta Camporese. Definisce un errore il volersi estraniare anche perché le ipotesi contenute nella manovra sono in evoluzione. In più, l’assenza dalla trattativa di un organismo di base può portare a delle lacerazioni e comunque ad un indebolimento complessivo dell’azione della Fnsi. Bisogna quindi partecipare con disponibilità di principio in un’ottica di solidarietà verso tutti gli iscritti all’Inpgi. Ha aggiunto che a sua volta la Fnsi dovrà prendere posizione per una  modifica della fiscalità sulle pensioni. In conclusione ha annunciato un suo ordine del giorno che successivamente verrà posto in votazione.
Aprendo il dibattito Romano Bartoloni, presidente Unpg del Lazio, ha lamentato come il progetto Camporese sia privo di una cornice che illustri le ragioni delle difficoltà di bilancio e dia rassicurazioni sul buon esito della manovra. A fronte dei cambiamenti in atto nel mondo del giornalismo la sola difesa dell’esistente non porta a frutti, ha aggiunto, anche per questo l’Inpgi deve tornare ai suoi compiti istituzionali originali. In merito all’ipotesi del contributo di solidarietà previsto nel progetto Camporese, ha dichiarato che l’Inpgi non ha titolo per imporlo ai pensionati, semmai deve chiedere a ciascun pensionato se è d’accordo nel corrisponderlo come atto di volontaria liberalità. Infine l’Unpg deve partecipare alle trattative perché il progetto così come è stato elaborato costituisce uno schiaffo ai pensionati.
Parlando in rappresentanza dell’Unpg delle Marche, Domenico Marcozzi si è detto offeso per l’assenza dalla riunione di rappresentanti dell’Inpgi ed in particolare del presidente e del vicepresidente. Ha criticato l’entità del costo sul bilancio Inpgi dell’indennità di carica del presidente e di tutti i vertici ed ha annunciato dal canto suo che rinuncerà al compenso in qualità di componente del Consiglio generale dell’Inpgi e di commissioni. Savino Cutro presidente, Ungp della Basilicata, ha dichiarato che il sindacato dei giornalisti pensionati deve essere presente in ogni organismo della categoria così da potere esprimere la propria voce nel momento delle decisioni. Chiarendo di parlare a nome dei pensionati della sua regione ha aggiunto che il presidente dell’Inpgi avrebbe dovuto essere presente alla riunione per confrontarsi con l’Unpg. Ha aggiunto che il progetto Camporese va sì cambiato in più punti, ma vanno accettati sacrifici per il risanamento e per dare un segnale politico alla categoria in piena difficoltà. Ha poi accennato a difficoltà all’interno dell’Ordine.
Con quale obiettivo partecipare ad incontri e trattative? L’obiettivo, ha commentato Paolo Baggiani, presidente Ungp della Sardegna, è presente nei documenti diffusi dalle Unioni regionali nei quali si sostiene che la pensione non si tocca. Ha definito avventata ed incapace la gestione dell’Inpgi e per il futuro ha chiesto la presenza ai vertici di persone estranee alla gestione attuale. Sottolineati i forti costi della dirigenza che gravano sul bilancio dell’istituto, ha lamentato l’inefficacia del servizio ispettivo nelle verifiche all’interno della pubblica amministrazione oltre che nelle redazioni. Ricordato che i pensionati hanno già subito penalizzazioni ha affermato che nel patto intergenerazionale sono i pensionati a rappresentare la parte debole proprio per le quote di assistenza che il progetto Camporese diminuisce. Invita infine a mandare una diffida ai vertici Inpgi a non toccare le  pensioni.
La gestione dell’Inpgi è stata sbagliata ha affermato Enzo Ferrini, presidente Unpg dell’Umbria e l’istituto va affidato a persone più capaci considerato che il problema ora è di salvare l’Inpgi per salvare le pensioni. Oltre a ciò, con il blocco della perequazione i pensionati hanno già contribuito al bilancio dell’ente. Gianni Martellozzo, presidente Ungp del Friuli Venezia Giulia, si è detto sorpreso per la mancanza di sensibilità della dirigenza Inpgi nel non diminuire i propri costi sul bilancio dell’ente. Il contributo di solidarietà chiesto ai pensionati, ha aggiunto, non è difendibile dal punto di vista giuridico e prevedibilmente sarà impugnato. Ha parlato poi di superficialità del progetto Camporese perché demanda il pieno risanamento dell’Inpgi a future e solo teoriche ed auspicabili assunzioni. Resta comunque il problema di assicurare in questa fase la sostenibilità dell’Inpgi. Il presidente Ungp della Lombardia Gianfulvio Bruschettti ha sottolineato che all’interno dell’Inpgi in questa fase ciascuno deve fare la propria parte e che i pensionati lo hanno fatto da tempo. Per il risanamento si è partiti in ritardo, forse perché non si è percepita la gravità della situazione, tanto che appare difficile che si possa in tempi ragionevoli sanare il bilancio. Per questo accade che i pensionati contribuiscano più degli attivi con la riduzione delle prestazioni assistenziali e con il contributo di solidarietà. Per quest’ultimo, ha affermato, si opera in mancanza di presupposti giuridici. Le pensioni non vanno quindi toccate, mentre si deve puntare ad una nuova gestione più tecnica e meno politica e ad una spending review complessiva all’interno dell’istituto previdenziale.
Il presidente Ungp del Trentino Alto Adige Orfeo Donatini ha invitato a guardarsi dalle reazioni emotive invitando alla riflessione ed alla serietà. Ha aggiunto che la categoria dei pensionati deve tenere conto anche del futuro della professione perché le prospettive che si profilano possono avere riflessi pure sulla condizione della democrazia nel nostro paese. Sulla questione del risanamento dell’Inpgi ha ricordato che se è vero che i pensionati hanno già dato in più occasioni, è altrettanto vero che le reazioni emotive sono facili, ma non garantiscono la concretezza. In più, il patto generazionale è per i pensionati un obbligo morale. Le pensioni vanno difese senza complessi di colpa ha affermato Ermanno Corsi, presidente Ungp della Campania, perché sono il frutto dei contributi che ciascuno ha versato nel corso della sua vita lavorativa, non sono quindi un regalo. Per questo l’Ungp deve partecipare alle trattative per il risanamento dell’Inpgi. Ha lamentato come da parte del presidente Camporese non sia stata decisa un’ autoriduzione dei costi legati alla presidenza dando un segno di solidarietà e moralità. Ha invitato l’Inpgi a intensificare la valorizzazione del patrimonio immobiliare e la Fnsi ad avviare vertenze regionali dell’editoria perché, se al nord presenta problemi, il settore giornalistico al sud è in piena tragedia. Ha auspicato infine la convocazione degli Stati generali dell’informazione.
Il revisore dei conti Marco Gardenghi ha lamentato un deficit di solidarietà all’interno degli organismi di categoria citando la Casagit e l’Inpgi. Riguardo quest’ultimo istituto ha segnalato ad esempio i previsti tagli sulla disoccupazione e il cosiddetto contributo di solidarietà per i pensionati. La solidarietà ha precisato deve essere piena, ossia espressa sia dai giornalisti attivi così come previsto nel progetto Camporese. sia dai giornalisti pensionati. E’ però necessario prevedere una limitazione nella durata, criteri di equità e sostenibilità così da superare i problemi giuridici. Ha rivolto l’invito alla dirigenza dell’Inpgi, il cui mandato scade nella primavera 2016, ad elaborare nel corso degli ultimi mesi del 2015 il piano di risanamento e di lasciarlo poi alla decisione definitiva dei nuovi vertici. La campagna elettorale, ha commentato, sarà inevitabilmente impostata sul tema del risanamento dell’istituto e pertanto i nuovi vertici saranno poi pienamente legittimati poi a decidere. Giuseppe Gulletta in rappresentanza di Ungp della Sicilia ha definito iniqua la manovra di risanamento ricordando i tagli alle pensioni di reversibilità, al sostegno per le rette delle case di riposo, all’indennità di disoccupazione. Ha ricordato anche che il patto generazionale è in atto dal 1985 perché ad ogni  rinnovo di contratto di lavoro vi è stato un progressivo ridursi delle garanzie e dei diritti di cui i giornalisti godevano. Accennata la crisi della ex fissa, ha lamentato che nel piano di risanamento Inpgi la quota richiesta agli editori sia inadeguata.
Al termine della prima parte del dibattito ha preso la parola il segretario della Fnsi Raffaele Lorusso, che ha esordito invitando a non perdere di vista la complessità della situazione previdenziale e dell’Inpgi in generale innescata dalla prolungata crisi dell’occupazione giornalistica. Di fronte allo sbilanciamento del bilancio previdenziale, ha aggiunto, ciascuno deve farsi carico della sostenibilità dell’Inpgi per ora e per il futuro. In presenza dell’obbligo di legge del riallineamento del bilancio è certamente più opportuno che la riforma sia elaborata dal consiglio di amministrazione in cui la rappresentanza dei giornalisti è consistente, piuttosto che essere predisposta dai dirigenti dei ministeri. E’ facile pensare che questi ultimi adotterebbero il sistema pensionistico Inps con il declino dei livelli pensionistici e degli interventi solidaristici.
Tutto questo, ha aggiunto Lorusso, a fronte del fatto che la crisi economica ha modificato l’assetto del lavoro e della previdenza con conseguenze che non si possono trascurare. Ha segnalato a tal proposito la circostanza che la media pensionistica Inpgi per i giornalisti è di 62.000 euro lordi l’anno, mentre la media degli stipendi dei giornalisti in attività è di 42.000 euro l’anno. I pensionati quindi non possono essere definiti categoria debole. Citando un esempio, ha definito fuori dall’orizzonte attuale che l’Inpgi paghi la casa di riposo a pensionati che hanno redditi da pensione di 70.000 euro lordi annui.
Pur tenendo conto di questi ed altri esempi, la Fnsi difenderà i redditi da pensione, ma qualcosa andrà rivisto. Da qui l’ipotesi, contenuta nella proposta Camporese, di un contributo di solidarietà sulle pensioni accanto ai sacrifici che verranno richiesti ai giornalisti in attività, oltre alle contribuzioni degli editori.
Riservando a successive valutazioni l’entità delle percentuali dell’ipotizzato contributo di solidarietà, il segretario Lorusso ha affrontato il tema della legittimità dell’Inpgi a decidere in merito. Ha affermato che la giurisprudenza non esclude che si possa intervenire sulle pensioni purché si rispettino taluni criteri sui quali, ha aggiunto, l’Inpgi sta facendo ulteriori verifiche in tema di legittimità. I criteri cui attenersi, e su cui la Fnsi esprimerà il proprio parere, sono quelli della sostenibilità del bilancio, della serietà della manovra, della sua equità e della sua limitazione nel tempo. Naturalmente, ha concluso Lorusso, sullo sfondo sta la ripresa economica in generale e nel settore editoriale in particolare. E’ quindi lo scenario generale che deve cambiare in meglio perché nella situazione attuale si sta vivendo in un Paese anomalo e senza futuro: non può reggere una società in cui i pensionati provvedono ai giovani: per andare avanti questo rapporto va semmai invertito.
Il presidente Bossa ha illustrato poi il suo articolato ordine del giorno con cui si ribadisce la volontà dell’Ungp di essere presente nelle sedi opportune per partecipare alla discussione sulla riforma previdenziale Inpgi. Ne è seguito un dibattito incentrato sostanzialmente sulla volontà di introdurre i concetti che “le pensioni non si toccano” e che l’Inpgi non ha competenza ad intervenire sulle pensioni. Nel dibattito sono intervenuti Bruschetti, Bartoloni, Gardenghi, Baggiani, Giuliano Musi, Cutro, Marcantonio Morelli. Gianni Martellozzo, Corti, Claudio Mazza, Donatini, Giorgio Greco. Dopo avere introdotto alcune modifiche riferite ad approfondimenti tecnici e giuridici da parte dell’Inpgi e dei relativi obblighi legislativi e statutari, il presidente Bossa ha messo ai voti l’ordine del giorno. Lo scrutinio per alzata di mano ha indicato 15 voti favorevoli, 2 contrari e 2 astenuti.
Il presidente Bossa ha dichiarato poi chiusa la riunione.