27/11/2015

Il Gruppo Ligure: "Disponibili a sacrifici ma l’Inpgi va riformato"

L’Assemblea dell’Unione nazionale giornalisti pensionati della Liguria, riunita a Genova il 13 novembre 2015, ha esaminato l’attuale situazione dell’Inpgi, della categoria e la proposta contenuta nella delibera del CdA Inpgi – datata 27 luglio u.s. e ora al vaglio dei ministeri vigilanti dell’Economia e del Lavoro – relativa agli interventi sulle prestazioni pensionistiche e alle garanzie per la tenuta dell’istituto


Premesso che la manovra non sembra in grado di colmare il baratro in cui è sprofondato il rapporto  fra entrate contributive e prestazioni sociali dell’istituto, e detto anche che prima di varare un’iniziativa così importante  e complessa il CdA avrebbe dovuto sentire il parere della base, magari attraverso il meccanismo del referendum, l’assemblea del Gruppo ligure dei giornalisti pensionati – alla luce di una approfondita discussione – evidenzia come i colleghi abbiano ribadito il principio che le pensioni non devono essere “tagliate” come mero strumento di riordino e tenuta dell’Inpgi e che le stesse sono un diritto inalienabile.
I giornalisti pensionati della Liguria sono peraltro fedeli al principio della solidarietà della categoria e tra le diverse generazioni di colleghi che non devono essere messe l’una contro l’altra in una guerra che non porterà beneficio alcuno. Proprio per questo principio di solidarietà, l’assemblea ligure dell’Ungp si è detta disponibile al sostegno del contributo di solidarietà dei pensionati, al pari dei colleghi dipendenti che versano ogni mese una quota per il fondo che ha consentito sino a oggi all’Inpgi di poter procedere ad una perequazione una tantum, quantomeno sui redditi più bassi.
L’avallo alla manovra non può però prescindere da una serie di ineludibili e improrogabili interventi atti a ridurre ove possibile le spese di funzionamento dell’Inpgi e ad incrementarne gli introiti nel rispetto di una maggiore equità e giustizia. Questa solidarietà ha e avrà senso se il Consiglio generale e il CdA attuali, come quelli che saranno rinnovati nel 2016, interverranno in modo radicale come segue:
1) Potenziamento del servizio ispettivo, utilizzando e formando anche personale dipendente già attivo nell’Inpgi, al fine di contrastare i fenomeni dello sfruttamento e dell’evasione contrattuale nelle aziende editoriali di ogni tipo comprese quelle on line, negli uffici stampa e nel settore della comunicazione di società e di enti pubblici e privati. Questo consentirebbe di avere una fotografia certa dell’evasione, di sanzionarla, di recuperare contributi aiutando i colleghi al centro di queste situazioni. Il potenziamento del servizio ispettivo (anche con un decentramento sulle regioni) contrasterebbe altresì il fenomeno della riutilizzazione dei colleghi prepensionati e pensionati a discapito delle nuove generazioni di colleghi e di chi vive condizioni di difficoltà lavorative. Non è accettabile che le aziende, oltre a scaricare sull’Inpgi i costi delle loro ristrutturazioni, usino – a costi ridotti – pensionati e prepensionati impiegandoli spesso nelle redazioni. Una maggiore presenza ispettiva sarebbe pure di aiuto per i Comitati di redazione e i sindacati territoriali, sia nelle trattative sia nella difficile opera di raccolta e segnalazione dei casi anomali. Consentendo anche di ricondurre l’Ordine nazionale ad una reale dimensione e consistenza della categoria, se si considera che migliaia di iscritti – oltre 50 mila, secondo un’attendibile stima – non risultano avere (o avere mai aperto) una posizione previdenziale presso l’Inpgi. In tal senso andranno riviste le attuali regole, quantomeno quelle nella disponibilità di scelta dell’istituto, relative al cumulo pensione-lavoro.
2) Revisione relativa alla riduzione degli emolumenti degli amministratori dell’Inpgi. Con questa richiesta non si vuole mettere in discussione il livello di pesante responsabilità che il presidente, i componenti del CdA e altri amministratori hanno nel gestire l’Inpgi, né una giusta remunerazione per chi viene eletto a questi delicati incarichi. Ma l’assemblea dei pensionati liguri ritiene che un’ulteriore rivisitazione – che vada oltre al segnale politico già dato – sia  doverosa e non derogabile.
L’assemblea ligure ritiene infine che l’Ungp sia e debba essere il sindacato dei giornalisti pensionati con la propria autonomia e indipendenza; conferma i legami con la Federazione nazionale della stampa italiana e le altre istituzioni di categoria per tutte le iniziative che portino a consolidare un patto di solidarietà tra generazioni. Perché la Fnsi deve rappresentare, quale sindacato unitario dei giornalisti, tutti i giornalisti. Quindi anche i pensionati dell’Ungp, che possono e debbono  portare il loro contributo di idee e di solidarietà.