04/11/2015

Crescente insofferenza nei confronti di Inpgi e Casagit
tra i giornalisti pensionati dell'Emilia-Romagna:
"E al sindacato chiediamo di tutelare i nostri diritti sempre più a rischio"

Crescente insofferenza nei confronti di Inpgi e Casagit e decisa richiesta al nostro sindacato di mobilitarsi con più forza per tutelare i suoi iscritti in un momento nel quale i diritti dei giornalisti pensionati sono davvero a rischio. Sono questi due gli "stati d'animo" che hanno attraversato un incontro tra gli iscritti Ungp dell''Emilia Romagna che si è svolto a Bologna nei giorni scorsi


Nella consapevolezza della crisi che investe da tempo il settore dell'editoria e che solo la ripresa dell'occupazione può essere il volano per riportare in ordine i conti di Inpgi e Casagit, i pensionati dicono che non vogliono più continuare a essere un serbatoio (prelievo di solidarietà, mancata perequazione,ecc...) nel quale attingere per risolvere, seppur in parte, i problemi dei suoi due enti. Infatti, dopo la manovra Inpgi del luglio scorso adesso arriva anche la manovra della Casagit che tra qualche settimana dovrebbe diminuire alcune prestazioni ai propri iscritti. "E' tempo che questi due enti facciano pulizia in casa loro", è stato detto. 
Amarezza (è un eufemismo) anche per le vicende che riguardano il presidente dell'Inpgi e del fatto che alle prossime elezioni per il rinnovo degli organismi dirigenti del nostro istituto previdenziale si voterà ancora per una "struttura" giudicata da più parti non più idonea alle nuove sfide che la crisi impone.
Infatti, oramai è più che evidente che le decisioni che contano vengono prese in solitudine dal Consiglio di amministrazione e gli altri organismi sono chiamati esclusivamente a ratificarle.
In attesa che il governo dica la sua sulla manovra dell'Inpgi, c'è chi ha deciso di tutelarsi tramite avvocato per come l'istituto si è comportato ("in modo arrogante") sia con il varo della manovra di luglio che per l'erogazione dell'ex fissa.    
Gli iscritti chiedono anche che sia Inpgi sia Casagit si rechino "in periferia" a spiegare le ragioni dei provvedimenti adottati, come si arrivati fin qui e come si pensa di fare per il futuro. Netto anche il rifiuto alla ventilata ipotesi di passaggio all'Inps perchè questo istituto non è grado non solo di garantire le future pensioni ma nemmeno quelle attuali. Tra i vari punti oggetto di discussione è stata ribadita ancora una volta la richiesta di fare di tutto per ridurre la perdurante presenza di quei giornalisti pensionati che continuano a lavorare (anche se non soprattutto nei giorni festivi) nelle redazioni.
Ultimo punto, il ruolo del nostro sindacato. Qui si chiede più incisività e continuità nella sua azione ben sapendo i confini nel quale opera e della fase non proprio facile che attraversa la Fnsi alle prese con il nuovo contratto e la nomina del suo presidente. Se ci sono opinioni diverse queste vanno portate a sintesi perchè solo nell'unità (nella forma ma soprattutto nella sostanza) si possono compiere quelle azioni in grado di tutelare al massimo i diritti dei giornalisti pensionati che non si sono mai sottratti a sostenere l'intera categoria nei momenti di difficoltà.