20/12/2011

Indispensabile schierarsi e adoperarsi per salvare le prestazioni
del nostro ente previdenziale dalla “cura” Fornero
Al Consiglio generale si ripresenta la lista “Uniti per l’Inpgi”

L’Inpgi e tutta la categoria dei giornalisti, attivi e pensionati, sono ad una svolta. Con la seconda riforma previdenziale in pochi anni i giornalisti hanno dimostrato di saper prendere le decisioni per mantenere l’equilibrio finanziario a lungo termine dell’istituto, pur difendendo le migliori condizioni pensionistiche. A bocce ferme, le proiezioni attuariali dicono che la tenuta dell’Inpgi è garantita per cinquant’anni. Tuttavia, è emersa con evidenza anche la necessità  di far crescere o quantomeno mantenere ai livelli attuali la platea dei contribuenti. In caso contrario, le condizioni poste dall’attuario sarebbero diverse. Questo non dipende purtroppo dai giornalisti. L’Inpgi ha approvato una manovra di incentivazione delle assunzioni. Speriamo che produca risultati apprezzabili. Ma la decisione è nelle mani degli editori


Il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, si è inserita in questo contesto con la richiesta alle casse dei professionisti di presentarsi entro giugno con conti previdenziali in equilibrio nei prossimi 50 anni. In caso contrario, il metodo del contributivo sarà  esteso anche ai professionisti. In questo caso i giornalisti rischierebbero di avere  tutti gli svantaggi del metodo Inps (calcolo della pensione e quantità  di contributi, dopo la nostra riforma) senza godere dei vantaggi che l’Inps garantisce, come la copertura assicurativa dello Stato o l’assenza del divieto di cumulo tra pensione e altri redditi.
Non sarà  facile superare questo ostacolo. Nè può bastare a rassicurarci la battaglia comune con le altre casse dei professionisti, che presentano per larga parte conti in disordine. E’ necessario non sottovalutare l’appuntamento con il governo. Noi pensionati riteniamo indispensabile schierarci e adoperarci per la salvezza delle condizioni garantite dall’Inpgi. Ma diciamo anche che non basta una difesa passiva di ciò che abbiamo. Non basta dire: non potete toccare due milioni di professionisti. Questa potrebbe risultare una strategia perdente.
La Federazione nazionale della Stampa e l’Inpgi devono impegnarsi  invece in una difesa attiva delle condizioni materiali dei giornalisti, senza escludere nulla e impegnandosi a tutto campo, nella consapevolezza che anche il superamento delle prove di oggi potrebbero risultare vano se tra due o tre anni si dovesse riscontrare una contrazione della platea contributiva.
Noi dunque proponiamo un impegno a tutto campo e una riflessione che riguardi l’insieme della categoria sul proprio futuro. Pensare, come sembrano fare le diverse componenti del sindacato, di ballare la solita musica per occupare i diversi incarichi disponibili nel mezzo di un passaggio così arduo questa volta ci sembrerebbe un azzardo. Anche per questo abbiamo deciso di impegnarci personalmente nelle prossime elezioni. E proponiamo a tutti di mobilitarsi per discutere insieme come affrontare il futuro.
Questi i nomi della lista “Uniti per l’Inpgi”:

(Consiglio generale) Paolo Aquaro, Antonio De Vito, Giuseppe (Ino) Iselli, Roberto Mazzanti, Neri Paoloni, Franco Picchiotti, Roberto Seghetti

(Collegio sindacale Guido Bossa, Mario Petrina