16/07/2015

Il Presidente Ungp Guido Bossa agli Stati generali dell'Emilia-Romagna:
"Dalla crisi si esce assieme, avendo come obiettivo la difesa della nostra autonomia"

La crisi del nostro Istituto di previdenza, che rende necessario e urgente un intervento riformatore a tutto campo, si iscrive in una crisi generale della categoria, che nasce dalla congiuntura economica negativa del Paese, aggravata dalle trasformazioni in atto nel settore editoriale e dell’informazione, rispetto alle quali non soltanto gli editori ma anche noi giornalisti ci siamo fatti trovare impreparati


Se gli editori hanno la responsabilità di non avere investito nelle loro aziende quando i bilanci e l’intervento pubblico lo consentivano, anche noi giornalisti dobbiamo ammettere di non aver affrontato i problemi che via via si presentavano con l’ottica giusta, che è quella che deve tener conto della tutela di tutti i colleghi, in qualunque situazione professionale si trovino, senza privilegiare l’uno o l’altro segmento della categoria. Anche da questo nostro ritardo culturale, derivano le tante crisi aziendali e lo stato di sofferenza di interi settori editoriali, come per esempio l’emittenza locale, che le Associazioni territoriali, ed anche voi in Emilia-Romagna, si trovano ad affrontare.
Dalla crisi potremo uscire tutti insieme se saremo capaci di trovare fra di noi un comune obiettivo di fondo, che non può che essere la difesa della nostra autonomia e delle ragioni del giornalismo professionale. E quando parlo di autonomia intendo autonomia come singoli ma anche come facenti parte di organismi associativi, che sono l’architettura della nostra professione. Dunque l’autonomia del nostro Istituto di previdenza deve essere per noi un bene assolutamente da difendere e conservare, anche sopportando qualche necessario sacrificio. Al tempio stesso, la crisi dell’Inpgi, forse squadernata con ritardo davanti ai nostri occhi, svela la crisi della professione, della categoria nel suo complesso. Una crisi che ci colpisce tutti, dalla quale, ripeto, potremo uscire solo se restiamo uniti, almeno sull’essenziale.
Per questo ha fatto bene l’Aser a mettere a confronto in un’unica occasione di dibattito tutte le componenti della professione. Un dialogo cordiale ma franco fra di noi può far piazza pulita di incomprensioni e polemiche che non hanno ragion d’essere e che indeboliscono la nostra rappresentanza, minano l’unità e riducono la nostra capacità di incidere sui problemi.
Come sapete, i giornalisti pensionati iscritti al sindacato e quindi aderenti all’Ungp, che del sindacato è un organismo di base, hanno condiviso l’obiettivo del risanamento del bilancio dell’Inpgi, da conseguire in tempi ragionevoli e adottando le misure necessarie in un’ottica capace di distribuire fra tutti il peso dei sacrifici necessari. In un ordine del giorno approvato a larga maggioranza dal nostro Consiglio nazionale il 24 giugno scorso, abbiamo confermato la nostra disponibilità, pur consapevoli di aver già contribuito con il congelamento della perequazione sulle pensioni, che ci ha sottratto 20 milioni di reddito all’anno. Richiamo in proposito una documentata presa di posizione del Gruppo regionale dell’Emilia-Romagna, che già nel marzo scorso segnalava questa problematica.
Con la stessa disponibilità abbiamo esaminato l’ipotesi di riforma della previdenza che l’Inpgi ha presentato alle parti sociali, e quindi anche al sindacato. Rileviamo con soddisfazione che alcune delle osservazioni da noi formulate sono state condivise dalla Giunta della Fnsi e inserite nel documento allegato alla delibera approvata l’8 luglio scorso e inviata all’Inpgi. Mi riferisco in particolare al necessario chiarimento sulle basi giuridiche dell’ipotizzato contributo di solidarietà sulle pensioni in essere, alla temporaneità delle misure da adottare, alla costante verifica della sostenibilità e della corrispondenza dell’intervento agli obiettivi di risanamento indicati. Più in generale, non abbiamo eluso il tema della difesa dei “diritti acquisiti”, spesso polemicamente sollevato fra di noi; ma abbiamo anche riconosciuto che i “diritti” di noi pensionati sono principalmente tutelati dai versamenti dei colleghi in attività, in una pratica di solidarietà intergenerazionale che non è assolutamente una frase fatta o uno slogan, ma una buona pratica da valorizzare.
Segnalo infine, fra le richieste dell’Ungp, la previsione di una franchigia dal prelievo per i trattamenti pensionistici più bassi, e il contenimento dei costi di struttura dell’Inpgi, con una significativa riduzione delle indennità riconosciute alle componenti giornalistiche negli organi di amministrazione e nel collegio sindacale.
Ora, come tutti i colleghi, attendiamo le decisioni che in tempi brevi assumerà il Consiglio di Amministrazione dell’Inpgi. Per quanto mi riguarda, nello spirito di collaborazione che ho auspicato, mi riprometto di portare alla prossima riunione del nostro Cn, che si riunirà il 21 luglio, le conclusioni della riunione degli Stati Generali dei giornalisti dell’Emilia-Romanga.

Guido Bossa
Presidente Unpg