16/12/2011

I presidenti degli Enti aderenti all'Adepp: "Continueremo a sostenere le nostre ragioni"

L’Assemblea dei presidenti delle Casse di previdenza privata aderenti all’Adepp, tenutasi questa mattina, ha ribadito la propria contrarietà all’articolo 24 comma 24 contenuto nella manovra, sul quale il Parlamento sarà chiamato a porre la fiducia, sottolineando come questo non sia espressione di quell’equità più volte richiamata dall’esecutivo. Qualsiasi transizione dei sistemi pensionistici verso altre metodiche di calcolo, infatti,  necessita di tempi coerenti. Eppure il Governo chiede  alle Casse di varare misure in sei mesi, entro il 30 giugno 2012, volte ad assicurare l’equilibrio tra entrate contributive e spesa per prestazioni pensionistiche, secondo bilanci tecnici riferiti ad un arco temporale di 50 anni, non utilizzando i propri patrimoni. Un principio chiaramente non in linea con le tecniche attuariali


Molti Enti aderenti all’Adepp, hanno avviato, se non già concluso attraverso l’approvazione dei Ministeri vigilanti, un percorso di riforma importante, con sostenibilità assicurata nei prossimi 30 anni, e sono pronti a mettere sul tavolo la volontà di redigere  bilanci tecnici che sviluppino proiezioni per un periodo di cinquanta anni. Chiedono però che il confronto sia chiaro, aperto, nel rispetto dell’autonomia, delle proprie competenze e professionalità e che abbia una visione prospettica della realtà.  Una realtà che vede le Casse fare fronte anche alle richieste di quegli ammortizzatori sociali che, per colpa della difficile congiuntura economica o per momentanea fragilità, restano l’unico sospiro di sollievo, senza gravare minimamente sui costi dello Stato.
E sono i giovani  a destare grande preoccupazione. L’Assemblea ha, infatti, sottolineato il possibile pericolo per i neo professionisti, già oppressi dalla pesante crisi in cui versa il Paese, di dover far fronte ad un aggravio oneroso della contribuzione.  A loro e al nostro Paese vanno indirizzati tutti gli sforzi possibili e necessari per tornare a parlare di sviluppo ma non c’è sviluppo senza equità, non c’è  condivisione senza dialogo, non c’è rispetto senza confronto.  L’assemblea ha auspicato un’apertura di confronto con il Ministro del welfare per entrare nel merito delle problematiche assicurando tenuta ai sistemi, equità intergenerazionale e welfare. I mesi che ci separano dalla data del 30 giugno dovranno essere sfruttati a pieno.