07/07/2015

Assemblea dei giornalisti liguri: “Un patto generazionale tra pensionati e colleghi in attività”

Alessandra Costante, segretaria Associazione Ligure dei GiornalistiDella riforma non si può fare a meno e deve essere la riforma migliore possibile. Il futuro dell’Inpgi passa attraverso uno snodo importantissimo e nessuno può sottrarsi dalla sua quota di responsabilità. Il nuovo richiamo arriva dall’assemblea dei giornalisti liguri, un appello a fare davvero un patto generazionale affinché la riforma dell’Inpgi possa dare i frutti sperati. Senza guerra di religione tra pensionati e colleghi in attività


L’indicazione dei giornalisti liguri è che la riforma, indispensabile per mantenere l’indipendenza dell’istituto e tutto ciò che consegue in termini di prestazioni previdenziali e di welfare, sia solidale e credibile. Che sia condivisa, nel rispetto dei diversi ruoli di Inpgi e di Fnsi. Molti interventi sul tema pensionati-prepensionati che lavorano dopo l’uscita dalle aziende e sulle condizioni del lavoro autonomo. Sono stati questi i messaggi “spediti” dall’assemblea ligure sul tema della riforma Inpgi svoltasi a Genova con la partecipazione del segretario generale Fnsi Raffaele Lorusso, Giosè Marzano componente del CdA Inpgi, Elio Felice fiduciario Inpgi ligure e Alessandra Costante, segretario dell’Associazione Ligure dei Giornalisti. Nei diversi interventi di particolare rilievo quelli dei pensionati aderenti alla Ungp ligure che hanno rimarcato la necessità della riforma e della solidarietà, pur evidenziando in alcuni interventi come la riforma avrebbe, forse, potuto essere avviata prima. Dagli stessi pensionati è venuta l’adesione al “no” al riuso di pensionati e prepensionati usciti dalle redazioni che tolgono spazi ai giovani, precari o appartenenti al lavoro autonomo. L’appello era stato lanciato da Giovanna Rosi, del direttivo dell’Ussi ligure, rievocando al sua esperienza di lavoro a Telecittà e poi Primocanale, dove con altri colleghi venne dimessa per avere chiesto il rispetto degli accordi sindacali relativi al mantenimento del contratto giornalistico dell’emittenza locale privata. Dai pensionati sono venuti suggerimenti sull’equità della riforma, degli interventi sul welfare, sulla necessità che solo dalla ripresa del lavoro e delle assunzioni (concetto ribadito dal segretario Raffaele Lorusso) passa non solo la difesa, ma il potenziamento dell’Inpgi. E dell’autonomia della professione. Sul tema delle riforma è emersa anche la richiesta, pur nella coscienza che non è questo il problema che risolve i problemi della categoria e, o dell’Inpgi, di un segnale politico concreto da parte del CdA e degli organismi Inpgi, con una revisione degli emolumenti agli amministratori dell’ente. Molte le domande poste a Giosè Marzano sui tempi specifici della riforma, le incidenze della stessa, sul tema del contributo di solidarietà largamente condiviso e sulla necessità di rivedere alcune prestazioni che oggi non sono più sostenibili dall’Inpgi. Scegliendo soluzioni a favore del welfare, della difesa delle pensioni di tutti, di chi è già pensione e di chi dovrà andarci. Altrettanto precisi gli interventi sul tema del lavoro autonomo, dell’abusivismo professionale nel mondo on line e nell’emittenza locale. Ma ai più giovani i “vecchi” hanno anche chiesto di fare sentire di più la loro voce, il loro ruolo anche nella presenza sindacale visto che lo sforzo di svecchiare e coinvolgere le nuove frontiere del giornalismo negli organismi esecutivi la Ligure lo ha fatto. Gli interventi di Costante, Felice, Marzano e le conclusioni di Lorusso hanno evidenziato come solo politiche concrete da parte di editori e governo, con la partecipazione di sindacato e Inpgi, possono dare una risposta al tema del lavoro. Senza lavoro non c’è futuro e non ci sarà entro qualche anno nemmeno più welfare o previdenza. Un segnale importante quindi quello partito dall’assemblea della Liguria con una cinquantina di partecipanti di diverse “generazioni” e realtà del lavoro nella nostra regione. Un segnale di attenzione e di condivisione sulla necessità di essere solidali e di essere credibili dentro e fuori dalla nostra categoria.