02/07/2015

Consiglio Nazionale del 24 giugno, l’intervento del Segretario Raffaele Lorusso:
"La Fnsi difenderà i redditi da pensione, ma qualcosa andrà rivisto"

Il segretario generale Fnsi Raffaele LorussoNon perdere di vista la complessità della situazione previdenziale e dell’Inpgi in generale, oltre che la prolungata crisi dell’occupazione giornalistica: questa la sollecitazione che il segretario della Fnsi Raffaele Lorusso ha espresso nell’incontro con il Consiglio nazionale dell’Unione dei giornalisti pensionati tenutosi il 24 giugno scorso. Il tema in esame era il progetto della riforma previdenziale dell’Inpgi così come resa nota dal presidente Andrea Camporese. Al termine della riunione è stato approvato con 15 voti favorevoli, due contrari e due astensioni un ordine del giorno presentato dal presidente dei pensionati Guido Bossa. Nel documento (il testo è pubblicato su questo sito) si impegna l’Ungp a partecipare attivamente agli incontri e alle trattative per il risanamento del bilancio previdenziale dell’istituto


Proprio gli argomenti legati alla riforma previdenziale dell’Inpgi, alla sua efficacia, agli interventi correttivi anche in campo pensionistico sono stati al centro del dibattito cui ha partecipato il segretario Lorusso. Nel suo intervento ha prioritariamente invitato a guardare all’insieme della riforma distogliendosi da punti di vista troppo settoriali. Ha colto l’occasione anche per chiarire i livelli di responsabilità. Alla Fnsi, alla pari della Fieg, è richiesto un parere non vincolante sulla riforma previdenziale la cui elaborazione è legittimata da pronunce del Tar e del Consiglio di Stato. Al consiglio di amministrazione dell’Inpgi spetta l’obbligo di legge, sentiti pareri e proposte delle parti sociali, di elaborare ed approvare il piano per riportare il sistema previdenziale nell’ambito della sostenibilità di bilancio. Toccherà infine ai Ministeri vigilanti dare il via libera, o proporre modifiche alla riforma.
L’intervento di risanamento sarà sulla parte previdenziale e solidaristica del bilancio Inpgi, ora appesantita da un deficit di circa 81 milioni provocato dal crollo dell’occupazione, prepensionamenti, cassa integrazione, ecc. In generale però, e tenuto conto di tutte le voci, il bilancio 2014 dell’Inpgi è comunque in attivo.
In presenza dell’obbligo di legge del riallineamento previdenziale al fine di risanare il deficit, ha affermato Lorusso, è certamente più opportuno che la riforma sia elaborata dal consiglio di amministrazione in cui la rappresentanza dei giornalisti è consistente, piuttosto che essere predisposta dai dirigenti dei ministeri. E’ facile pensare che questi ultimi adotterebbero il sistema pensionistico Inps con il declino dei livelli pensionistici e degli interventi solidaristici.
Tutto questo, ha aggiunto, a fronte del fatto che la crisi economica ha modificato l’assetto del lavoro e della previdenza con conseguenze che non si possono trascurare. Ha segnalato a tal proposito la circostanza che la media pensionistica Inpgi per i giornalisti è di 62.000 euro lordi l’anno, mentre la media degli stipendi dei giornalisti in attività è di 42.000 euro l’anno. I pensionati quindi “non possono essere definiti categoria debole”. Citando un esempio, ha definito fuori dall’orizzonte attuale che l’Inpgi paghi la casa di riposo a pensionati che hanno redditi da pensione di 70.000 euro lordi annui.
Pur tenendo conto di questi ed altri esempi “la Fnsi difenderà i redditi da pensione, ma qualcosa andrà rivisto”. Da qui l’ipotesi, contenuta nella proposta Camporese, di un contributo di solidarietà sulle pensioni accanto ai sacrifici che verranno richiesti ai giornalisti in attività, oltre alle contribuzioni degli editori.
Riservando a esami previsti nei prossimi giorni la valutazione sulle percentuali dell’ipotizzato contributo di solidarietà, il segretario Lorusso ha affrontato il tema della legittimità dell’Inpgi a decidere in merito. Ha affermato che la giurisprudenza non esclude che si possa intervenire sulle pensioni purché si rispettino taluni criteri sui quali, ha aggiunto, l’Inpgi sta facendo ulteriori verifiche in tema di legittimità. I criteri cui attenersi, e su cui la Fnsi esprimerà il proprio parere, sono quelli della sostenibilità del bilancio, della serietà della manovra, della sua equità e della sua limitazione nel tempo.
Naturalmente, ha aggiunto Lorusso, sullo sfondo sta la ripresa economica in generale e nel settore editoriale in particolare. E’ quindi lo scenario generale che deve cambiare in meglio perché nella situazione attuale si sta vivendo in un Paese anomalo e senza futuro: non può reggere una società in cui i pensionati provvedono ai giovani: per andare avanti questo rapporto va semmai invertito.
Ciascuno quindi “deve farsi carico della sostenibilità dell’Inpgi per ora e per il futuro”. Se questo non dovesse succedere si avrebbe lo strano caso che “gli attivi rischiano di essere discriminati da quelli che c’erano prima di loro”. Ha concluso quindi invitando a valutare la manovra di riallineamento dei conti previdenziali con i criteri complessivi di equità e di solidarietà.