02/07/2015

La relazione del presidente Bossa al Consiglio nazionale del 24 giugno:
"I colleghi più giovani si tassano per alimentare il Fondo di solidarietà,
oggi tocca a noi dare qualcosa"

Il presidente Ungp Guido BossaIl Consiglio nazionale è chiamato oggi ad assumere una decisione secca: respingere l’ipotesi di manovra presentata dall’Inpgi, col rischio di chiamarci fuori dal seguito della consultazione avviata con le parti sociali, o manifestare il nostro dissenso dai testi presentati ma proseguire nella discussione proponendo correzioni. L’ordine del giorno che presenterò terrà conto delle posizioni emerse nel confronto a distanza che si è svolto nella metà circa dei nostri gruppi regionali, e cercherà di raccogliere anche i suggerimenti che emergeranno nel dibattito di oggi


E’ doverosa una premessa sui conti dell’Istituto. L’Inpgi è la più piccola delle Casse aderenti all’Adepp; nonostante le ridotte dimensioni riesce a erogare pensioni ben più alte, a parità di contributi versati, di quelle dell’Inps. Anche con la riduzione dell’indice di rivalutazione, le pensioni Inpgi, a parità di contributi versati, resterebbero più elevate del 25% di quelle Inps, perché l’indice di rivalutazione resta elevato. Se lo si portasse al livello Inps, probabilmente non ci sarebbe bisogno di alcuna manovra. Ma le future pensioni dei colleghi perderebbero un 25-30% del loro valore. Ce la sentiamo di proporlo?
La manovra correttiva che si è sviluppata fra il 2009 e il 2011, e che ancora è in corso, ha contribuito alla tenuta dei conti nonostante l’aggravarsi imprevisto della crisi editoriale. Il bilancio dell’Istituto è in utile fino all’esercizio 2014, dopo il quale si è manifestata l’esigenza di una manovra più incisiva, sollecitata dal collegio sindacale e dai ministeri. E’ inoltre atteso per l’autunno lo studio attuariale che ogni due anni disegna le prospettive di bilancio per le prossime tre decadi; mentre è imminente l’arrivo in Parlamento della relazione della Corte dei Conti sull’esercizio 2014. Saranno documenti da studiare attentamente perché lì c’è il nostro futuro previdenziale.
Il 9 giugno è stata presentata alle parti sociali una manovra che il presidente dell’Inpgi ha definito ambiziosa, equa e responsabile, che prevede interventi su tutte le voci di bilancio in modo che l’ampio ventaglio riduca l’impatto sui singoli capitoli e le classi di colleghi che saranno colpiti.
All’obiezione che, colpendo le pensioni, si toccano diritti acquisiti intangibili, l’Istituto replica che i criteri di temporaneità e proporzionalità dell’intervento, e il suo carattere non fiscale (i risparmi restano nell’ambito all’Inpgi) dovrebbero garantire sulla legittimità. Noi chiediamo comunque una chiarimento giuridico in merito.  Per parte mia aggiungo che i nostri diritti acquisiti sono garantiti dai versamenti che fanno i colleghi in attività, i quali non avranno mai le nostre pensioni e che, se si apre una linea conflittuale, potrebbero rinfacciarci il prelievo di 5 euro mensili sulle loro retribuzioni a favore dei pensionati meno favoriti. Misura solidaristica, prevista da due contratti di lavoro consecutivi, della quale andiamo giustamente fieri. Oggi tocca a noi dare qualcosa.
Ribadisco dunque che il discrimine è fra respingere in toto la manovra, per la parte riguardante il prelievo di solidarietà sulle pensioni in essere, o restare nella trattativa. Faccio presente che nella prima ipotesi non sarebbe affatto garantita l’intangibilità delle pensioni, perché non abbiamo il potere di bloccare le decisioni del Consiglio di Amministrazione, mentre certamente si produrrebbe una lacerante frattura fra l’Ungp e la Fnsi, con conseguenze che non oso prevedere, perché un’ipotesi del genere non si è mai verificata. Dunque, il mio invito è a non chiamarci fuori dalla trattativa, che proseguirebbe comunque senza di noi. Qualunque sia l’opinione oggi prevalente, non possiamo limitarci a respingere una manovra che ancora non è definita. Saremmo visti come i responsabili della rottura del fronte sindacale.
Anche io sono insoddisfatto di quanto finora emerso, e credo che si possano ottenere correzioni per rendere la manovra più equa, equilibrata ed efficace. Ma lo potremo fare solo se restiamo al tavolo. D’altra parte, l’appunto che ci ha fatto pervenire Camporese, con la simulazione dei prelievi netti sulle pensioni in essere, conferma  che i giochi non sono affatto chiusi. La discussione è ancora in corso in sede di CdA (c’è stata una riunione informale il 23 giugno e altre ve ne saranno; la Giunta Fnsi è stata convocata per l’8 luglio e noi chiediamo di partecipare.
Alla Fnsi chiediamo di ascoltare le nostre ragioni in sede di Giunta Esecutiva; e di far sentire insieme alla nostra la sua voce sul tema della fiscalità. Anche la Corte dei conti dice ora che è il momento di ridurre le aliquote.

Guido Bossa
Presidente Ungp