25/06/2015
Gruppo Sardo Giornalisti Pensionati: "Urgente un coordinamento degli Istituti
e un coinvolgimento-confronto di tutta la categoria"
E' un momento complesso e difficile per il giornalismo italiano, alle prese con sfide vecchie e nuove che si potranno vincere solo col massimo coinvolgimento della categoria, chiamata ad un'assunzione di responsabilità collettiva, indispensabile per riaffermare il ruolo fondamentale di un sistema informativo libero e indipendente per la crescita civile ed economica della nostra società
SALVAGUARDIA INPGI, OBIETTIVO IRRINUNCIABILE
In questo contesto uno dei temi cruciali e' rappresentato dall'INPGI che si trova ad affrontare le pesanti ricadute di una crisi la cui portata e gravità è "fotografata" da due numeri: tra il 2009 e il 2014 sono stati persi 2.968 rapporti di lavoro; i giornalisti pensionati sono oltre 8.000 mentre quelli in attività (con contratto a tempo indeterminato) superano di poco i 13.000, a fronte di 110 mila giornalisti iscritti all'Albo. Insomma se il presente è problematico, il futuro appare più che incerto. Se oggi uno dei temi al centro del dibattito è quello della perequazione bloccata con una legge iniqua e negata oggi da un'altrettanto iniqua interpretazione da parte del Governo della sentenza chiarissima sulla materia emessa dalla Corte Costituzionale, per il futuro si prospettano decisioni che si annunciano “ILLEGITTIME E INGIUSTE". Come accade spesso, si parte con le “migliori intenzioni” (chi può contestare l'esigenza di una manovra correttiva a fronte di uno sbilancio dei conti dell'istituto stimato in 81 mln per l'anno in corso), ma poi la strada per Samarcanda è lastricata non di pietre preziose ma di buche, trappole, etc. E' quindi giusta e sacrosanta, sia sotto l'aspetto giuridico, sia sotto il profilo morale e civico, la reazione e le iniziative assunte da diversi colleghi per contestare e contrastare in tutte le sedi, con l'eventuale diffida formale all'Istituto a procedere alla ricostruzione del trattamento pensionistico in applicazione della declaratoria di incostituzionalità del decreto legge Fornero che ha bloccato il regime di perequazione dal 2012 al 2015.
Chiarito questo aspetto dobbiamo però porci una domanda: qualora si dovessero rivelare fondate le voci, ipotesi o bozze di progetto di riforma, che dir si voglia, che potrebbero portare – da tutti i punti di vista – a interventi sui trattamenti pensionistici in atto, intaccando il principio dei diritti acquisiti a più riprese ribaditi da pronunciamenti della Corte Costituzionale, cosa facciamo?
COINVOLGIMENTO E ASSUNZIONE RESPONSABILITA' COLLETTIVA
La proposta che avanziamo, come Gruppo Sardo Giornalisti Pensionati, e' quella di affrontare questa fase estremamente complicata, con una mobilitazione dell'intera categoria. Il Gruppo sardo condivide le analisi e proposte avanzate da altri Gruppi, da quello Lombardo, con la riflessione-proposta di pensare a una “nuova Inpgi” per un “nuovo Welfare”, a quello romano, che giudica “velleitari” , sulla base dei dati economico-finanziari, la manovra correttiva e altri interventi ipotizzati dai vertici dell'Istituto; dal Gruppo Piemontese che pone una domanda perentoria alla FNSI (“perché non ci difende”) al Gruppo dell'Emilia-Romagna che sollecita una maggiore trasparenza da parte dell'Istituto. Come gruppo riteniamo indispensabile un maggiore e costante raccordo tra tutti gli organismi rappresentativi della categoria,sia a livello nazionale che regionale, cercando anche il coinvolgimento di tutte quelle figure che non hanno una rappresentanza codificata ma danno un apporto significativo per il pluralismo dell'informazione. Abbiamo scartato , sia per ragione di costi sia perché' non servono riunioni o assemblee pletoriche, l'ipotesi di una riunione degli Stati Generali della categoria, ma chiediamo un confronto più serrato e costante tra delegazioni ristrette, chiamate poi a spiegare le decisioni assunte. E' da un'assunzione di responsabilità collettiva che possiamo partire per un nuovo percorso verso un futuro da costruire insieme e non divisi.