18/06/2015

Il Gruppo Toscano denuncia i pericoli della “manovra” Inpgi

Il consiglio direttivo del Gruppo toscano  dell’Unione Nazionale Giornalisti Pensionati è fortemente preoccupato per  la grave situazione che - dopo la crisi dell’ultimo quinquennio in cui la forza lavoro si è ridotta  di un quinto - attraversa ancora l’editoria con pesanti riflessi sul piano occupazionale e previdenziale per il continuo ricorso ai prepensionamenti


Proprio in tema di previdenza la recente sentenza della Corte Costituzionale ha riproposto il non secondario aspetto della perequazione pensionistica, quasi completamente ignorata dalla “manovra” dell’INPGI , le cui linee generali sono state illustrate dal presidente Andrea Camporese al recente incontro del Cda dell’Istituto con la Giunta esecutiva della FNSI e la Consulta delle Associazioni Stampa. L’autoriforma non tiene conto, ad esempio, del fatto che i giornalisti pensionati – come è stato sottolineato da più parti – già pagano un prezzo rilevante alla crisi in nome della solidarietà, con il blocco delle perequazioni e tagli in base alla legge Fornero.  Se l’INPGI nell’operazione di riequilibrio dei bilanci intende distribuire il peso delle riforme tra tutta la platea degli iscritti in un’ottica di solidarietà, il Gruppo toscano è pronto ad accettare solo un contributo “una tantum” e nell’assoluto rispetto dei criteri di  equità.
I sacrifici della categoria devono ovviamente essere affiancati da una oculata gestione del patrimonio immobiliare e da una incisiva politica di “spending review” : siamo d’accordo con la proposta del Gruppo Lombardo dell’UNGP di eliminare il pletorico consiglio generale con lo scopo di azzerare i costi di un organo inutile e di riportare la nomina del consiglio di amministrazione all’elezione diretta da parte dei giornalisti.
E’ evidente che l’autoriforma dell’INPGI  deve tener conto del quadro complessivo della crisi dell’editoria. Come è stato evidenziato anche alla recente assemblea  dell’Associazione stampa toscana i dati sono allarmanti: il 65% dei giornalisti della nostra regione  si trova nella fascia grigia dei lavoratori precari,  disoccupati e cassintegrati; e addirittura 100 sono  quelli che hanno perso recentemente il lavoro e riscuotono l’indennità mensile dall’INPGI. Fino a 15 anni fa erano solo due, in Toscana, a percepire l’assegno di disoccupazione.
Anche il Governo, oltre agli editori, non ha finora mantenuto tutti gli impegni presi. Mentre urge la necessità di riorganizzare il settore editoriale all’insegna della trasparenza - dopo aver consultato tutte le parti ed i lavoratori della filiera - attuando concreti e duraturi interventi legislativi per superare l’attuale anacronistica normativa; purchè non avvengano con disegni di legge, che non assicurano tempi certi di attuazione. Provvedimenti indispensabili: primo fra tutti  lo sblocco dei finanziamenti promessi e inseriti in un decreto dal Governo per consentire alle aziende di assumere giornalisti con gli sgravi contributivi previsti dall’ultimo rinnovo contrattuale; tenendo conto del fatto che, nei pochi mesi di vita del 2014, aveva prodotto 250 assunzioni a termine.
Il consiglio direttivo del Gruppo toscano dell’UNGP auspica inoltre che il prossimo confronto in vista del rinnovo contrattuale punti  su un eccezionale impegno riformatore caratterizzato dall’innovazione e da uno sviluppo editoriale orientato alla creazione di nuovi posti di lavoro, che elimini le diseguaglianze e ponga editori e governo di fronte alle loro responsabilità. Ma allo stesso tempo  chiede al consiglio dell’UNGP ed alla FNSI di battersi perché l’autoriforma dell’INPGI per ridurre le spese di funzionamento della macchina amministrativa  e per rimettere in sicurezza i conti  per l’oggi e il domani, si muova senza demagogie e fughe in avanti su linee di  equità, solidarietà  e sostenibilità effettive, senza creare pericolose contrapposizioni tra generazioni diverse di giornalisti.

Il Consiglio direttivo del Gruppo Toscano dell’Unione Giornalisti Pensionati