17/06/2015
La risposta di Angelo Squizzato a Franz: "Anche i pensionati
possono contribuire al risanamento dell'Inpgi"
Quale Presidente del Gruppo Veneto dell’Unione Giornalisti Pensionati apprezzo l’interesse suscitato dalle valutazioni espresse, nel corso di una riunione alla quale hanno partecipato il presidente nazionale Guido Bossa e il Sindaco dell’Inpgi Enrico Ferri, sulla manovra di riforma della previdenza che l’Inpgi ha messo in cantiere. Rilevo che analoghe considerazioni sono state avanzare da altri Gruppi regionali e che il dibattito in corso prosegue, come è giusto che sia
In merito alle osservazioni, come sempre molto analitiche, del collega Pierluigi Roesler Franz, anch’egli Sindaco dell’Istituto, faccio notare che il Gruppo del Veneto ha voluto sottolineare che la propria posizione rispecchia l’apprezzamento per un progetto riformatore che si propone, in considerazione delle difficoltà di bilancio che l’Istituto si trova ad affrontare (e che a un Sindaco sono certamente ben note), di predisporre una serie di interventi che chiamino in causa l’intera platea degli iscritti, distribuendo i sacrifici richiesti per mettere in sicurezza i conti per l’oggi e per il domani, salvaguardando l’autonomia dell’Istituto. E’ chiaro che in questa ottica (ma non ne vediamo un’altra) non ci è possibile evitare di chiedere qualcosa anche a noi pensionati. Se poi lo strumento – o gli strumenti – individuati dal Consiglio di Amministrazione per realizzare questa equa e solidale distribuzione dei pesi non sono adeguati, spetta in prima battuta al Collegio sindacale dell’Istituto far rilevare, nella sede propria, l’incongruità dell’intervento. E’ giusto, comunque, che il dibattito fra di noi prosegua.
Lo stesso si può dire circa la proposta di “alleggerire” il bilancio dell’Istituto scaricando sullo Stato il costo degli ammortizzatori sociali che attualmente, ci dice Franz, incidono per la metà del deficit di bilancio previsto per il 2015. Era una manovra, se realizzabile, che si poteva e si doveva programmare per tempo, cioè negli anni in cui i conti già presentavano sofferenze (i Sindaci lo sanno bene). Ma in proposito ci poniamo un’altra domanda: se è vero che la manovra allo studio, pur incidendo anche sulla solidarietà e sugli ammortizzatori, garantirebbe comunque ai colleghi in difficoltà (giovani e meno giovani) trattamenti migliori di quelli dell’Inps, sarebbe giusto, solidale, equo, privarne i colleghi che si trovano, nel loro percorso professionale, ad affrontare periodi di difficoltà?
In conclusione: ritengo che anche i pensionati possano e debbano fare la loro parte in un’ottica, questa sì, di solidarietà e di condivisione con tutti i colleghi iscritti all’Inpgi.
Angelo Squizzato
Presidente del Gruppo Veneto dei Giornalisti Pensionati